Unicredit, Orcel: “studiamo ogni possibile target” per una M&A


L’ad della banca milanese ritiene che il capitale in eccesso a disposizione sarebbe meglio impiegato se destinato ad operazioni di consolidamento piuttosto che distribuendolo agli azionisti.


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Orcel apre a M&A per Unicredit

Unicredit guarda sempre a possibili operazioni che coinvolgano altri istituti di credito, guardando anche oltre confine. A ribadirlo è l’amministratore delegato di Piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, parlando nel corso di un’intervista rilasciata ieri al Financial Times.

Se nel 2021 la banca milanese era stata protagonista delle trattative per acquisire Monte dei Paschi di Siena, il fallimento dell’operazione non le aveva impedito di essere al centro di indiscrezioni e ipotesi di altre operazioni simili. “In teoria, la maggior parte di quelle voci sono vere, in quanto in ogni singolo mercato guardiamo a ogni possibile target”, spiegava Orcel al FT. “L’interesse c’è”, aggiungeva, “ma nelle giuste condizioni che finora non abbiamo trovato e abbiamo avuto la disciplina per dire di no”.

Il manager poi lanciava un messaggio agli azionisti di Unicredit, spiegando che “nonostante il significativo miglioramento del prezzo delle azioni della banca l’abbia messa in una posizione migliore per concludere un’operazione rispetto a quando sono diventato ad tre anni fa, gli azionisti dovrebbero convincersi che un’acquisizione rappresenterebbe un uso migliore del capitale in eccesso piuttosto che restituendoglielo sotto forma di riacquisti e dividendi”.

In questi tre anni, infatti, il titolo della banca ha guadagnato oltre il 374%, passando dai 7,70 euro di inizio gennaio ai 36,55 euro di questa mattina (+0,20%).

Possibilità in Francia?

Nei giorni scorsi il Presidente della Francia, Emmanuel Macron, si era detto favorevole ad operazioni di consolidamento nel settore bancario europeo che coinvolgano anche istituti francesi. Parlando a Bloomberg, Macron affermava che eventuali M&A potrebbero riguardare anche Société Générale, terzo istituto nel Paese.

Le sue parole aumentavano le voci su un’operazione di Unicredit con SocGen, ma nell’intervista di ieri al FT Orcel ha negato questa possibilità.

Il manager ribadiva poi che, in assenza di una effettiva Unione Bancaria e di un comune mercato dei capitali, resta molto complicato effettuare operazioni cross-border, vista l’impossibilità di estrarre sinergie, sottolineando che ogni operazione di consolidamento ha bisogno dell’approvazione non solo dei regolatori ma anche dei governi. In questo senso, se l’ad aveva accolto con favore l’apertura di Macron ad eventuali operazioni, definendo “positivo l’impegno da parte di un importante leader europeo”, spiegava che “se le regole non cambiano, nessuno sarà interessato al di là del nazionale perché non si possono creare sinergie”.

Il buyback

Ieri, intanto, Unicredit annunciava di aver acquistato, nell'ambito della seconda tranche del programma di buyback 2023, dal 13 al 17 maggio 2024, complessivamente 5.103.139 azioni proprie al prezzo medio ponderato di 36,2377 euro.

Al 17 maggio, a partire dall'avvio della seconda tranche dello stesso programma, UniCredit ha acquistato un totale di 7.424.440 azioni, pari allo 0,44% del capitale sociale per un controvalore complessivo di 268.320.208,49 euro.

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