UniCredit, prossimo obiettivo Bper Banca secondo media

L’operazione porterebbe diverse opportunità per la banca milanese e questo periodo potrebbe essere il più adatto alla luce dell’andamento degli ultimi giorni del titolo Bper.
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UniCredit punta Bper Banca
Risiko bancario sempre bollente in Italia, con le ipotesi di nuove fusioni che continuano a uscire sui media italiani. Se ieri la protagonista delle ultime indiscrezioni era stata Banca Monte dei Paschi di Siena con Banco Bpm, oggi La Stampa ipotizza una nuova preda per UniCredit, situata alla fine della strada che porta a Modena.
Il quotidiano scrive che le mire dell’ad Andrea Orcel si sarebbero spostate verso Bper Banca, dopo che l’istituto guidato da Gianni Franco Papa ha appena incassato il via libera alla fusione con Banca Popolare di Sondrio.
A Piazza Affari, intanto, con il Ftse Mib negativo (-0,60%) l’apertura di Piazza Affari vede i due titoli andare in direzione opposta: se le azioni Bper Banca guadagnano mezzo punto percentuale nei primi minuti di scambi (a 10,12 euro), UniCredit parte in rosso (-1%) e scende a 62,15 euro.
Le opportunità
La Stampa sottolinea che il gruppo emiliano capitalizza come Banco Bpm (20 miliardi di euro) e con UniCredit non ci sarebbero sovrapposizioni territoriali particolari, permettendo così alla banca milanese di crescere nel segmento delle Pmi, oltre ad aumentare la propria presenza in un’area ricca come quella che va dall’Emilia Romagna al Veneto.
A questo si aggiunge l’andamento degli ultimi giorni del titolo Bper che ha perso più di quello di UniCredit, pertanto ci sarebbe spazio per crescere, attirando così l’attenzione di Piazza Gae Aulenti sul dossier. Anche se l’operazione risulterebbe cara, rendendo necessario un premio importante, in questa fase di integrazione con BP Sondrio l’istituto emiliano sarebbe più vulnerabile.
I problemi
Quindi tutto facile? Ovviamente no. Tra gli elementi che possono complicare l’operazione c’è la questione dell’azionariato di Bper, con Unipol vicina al 20% del capitale più un altro 4,7% dei derivati e la Fondazione di Sardegna (7,4%), a cui si aggiunge il 9,9% di proprietà dello stesso istituto emiliano: questo nocciolo duro potrebbe blindare il controllo del gruppo, anche se Orcel non esclude di poterlo aggirare.
Un ostacolo potrebbe arrivare dall’ad Carlo Cimbri, il quale aveva affermato che l’istituto andrà avanti per la sua strada, in quanto “Abbiamo la nostra strategia e su questa cercheremo di portare i migliori risultati possibili”, anche se poi aggiungeva che “nel futuro tutto è possibile”.
Sullo sfondo resta quello che potrebbe essere l’ostacolo maggiore, ovvero la posizione del governo. La Stampa ritiene che “difficilmente” l’esecutivo potrebbe intervenire con il golden power così come fatto su UniCredit con Banco Bpm, bloccando l’operazione, in quanto, politicamente, Bper resta meno rappresentativa per la Lega e Fratelli d’Italia.
La carta Intesa Sanpaolo
In attesa di un’eventuale mossa di Orcel, Cimbri si sarebbe mosso con Intesa Sanpaolo incontrando l’ad Carlo Messina per cercare di dare un segnale al mercato.
Secondo La Stampa, Cimbri avrebbe parlato con Messina anche di un patto su Arca, la sgr parte del gruppo emiliano dal 2019 e l’obiettivo sarebbe quello di coinvolgere la banca torinese per frenare UniCredit.
Messina, però, si è sempre mostrato cauto su un eventuale coinvolgimento della banca da lui guidata in operazioni di M&A. Il banchiere aveva spiegato di non aspettarsi “mosse significative nei prossimi mesi: nel 2026 vedremo cosa può succedere ai nostri concorrenti che non hanno chiuso operazioni nel 2025”, aggiungendo che l’istituto “non sarà parte di alcun tipo di consolidamento nel settore bancario e assicurativo”.
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