UniCredit, Tribunale UE conferma condanna su cartello con altre banche

Sette istituti europei sono accusati di essersi scambiati informazioni al fine di ottenere vantaggi concorrenziali nell’ambito dell'emissione, del collocamento o della negoziazione di titoli pubblici.
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Confermata multa a UniCredit
Intesa illegale nel settore dei titoli di Stato. Questa era l’accusa con cui la Commissione europea decise di multare UniCredit e altre banche, decisione confermata dal Tribunale UE che però ha ridotto la pena per l’istituto di Piazza Gae Aulenti.
I fatti si sono svolti tra gennaio 2007 e novembre 2011, quando UniCredit, Ubs, Natixs, Bank of America, Portigon (già WestLB) e NatWest (già Royal Bank of Scotland) avevano collaborato e scambiato informazioni al fine di ottenere vantaggi concorrenziali nell’ambito dell'emissione, del collocamento o della negoziazione di titoli pubblici.
Secondo la decisione dell'antitrust UE, i trader delle banche si scambiavano informazioni sui prezzi e sui volumi offerti nel periodo precedente le aste e sui prezzi mostrati ai loro clienti o al mercato in generale tramite chat multilaterali sui terminali Bloomberg.
Nel caso della UniCredit, il tribunale rileva che il comportamento anticoncorrenziale e iniziato 17 giorni più tardi rispetto alla data indicata dalla Commissione.
La riduzione delle multe
La Commissione aveva deciso una multa per UniCredit per 69,442 milioni di euro, ora ridotta dal tribunale a 65 milioni, mentre per Nomura l’ammenda era da 129,573 milioni, passata a 125,646 milioni.
Nessuna multa per Bank of America, Natixis e NatWest, in quanto per le prime due il potere della Commissione di imporre sanzioni pecuniarie era prescritto, mentre l’ultima aveva rivelato l’intesa alla stessa Commissione. L'importo dell'ammenda inflitta a Portigon era stato limitato a zero in quanto aveva un fatturato negativo nel corso dell'ultimo esercizio finanziario, cifra servita a determinare il massimale dell'importo dell'ammenda. Confermata, infine, la multa di 1172,378 milioni inflitta a Ubs.
Per quanto riguarda Nomura, il Tribunale dichiara che la Commissione e incorsa in un errore nella determinazione di uno degli elementi dell'ammenda, laddove ha rifiutato di utilizzare i dati esatti che tale banca le aveva fornito.
Sei delle sette banche (tutte tranne la NatWest) hanno adito il Tribunale dell'Unione europea chiedendo l'annullamento della decisione della Commissione o la riduzione dell'importo delle ammende loro inflitte.
La decisione nel dettaglio
Tra le ragioni che hanno portato alla decisione del tribunale ci sono la valutazione che si tratta di un'infrazione "unica e continuata,gli scambi riguardano informazioni commercialmente sensibili", mentre le pratiche di fissazione dei prezzi e di ripartizione della clientela sul mercato tanto primario quanto secondario dei Tse presentano un grado "particolarmente elevato di dannosità per la concorrenza". Di conseguenza, la Commissione "non era tenuta a ricercare né a dimostrare gli effetti sulla concorrenza dei comportamenti controversi dei trader".
Il Tribunale ricorda che "l'eventuale operato anticoncorrenziale di un dipendente è attribuibile all'impresa di cui fa parte. Pertanto, le banche sono responsabili del comportamento dei loro trader".
Infine, il Tribunale conferma "l'interesse della Commissione a constatare l'infrazione nei confronti di Bank of America e di Natixis, alle quali non è stata inflitta alcuna ammenda. Infatti, la loro identificazione nella decisione ha potuto contribuire ad accertare l'infrazione o a spiegare la portata dei comportamenti illeciti dei trader"
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