Unicredit, vigilia di trimestrale: le previsioni degli analisti

La banca milanese sarà la prima delle grandi società italiana quotate a Piazza Affari a diffondere i dati del secondo trimestre 2024 e tra gli esperti le previsioni restano ottimistiche.
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Unicredit ai massimi dal 2011
Entra nel vivo la stagione delle trimestrali per le società quotate a Piazza Affari e la prima delle grandi attese alla prova dei conti è Unicredit, con il consiglio di amministrazione di Piazza Gae Aulenti previsto domani riunirsi per esaminare i numeri del secondo trimestre (e del semestre), per poi comunicarli al mercato mercoledì 24 luglio.
Il titolo della banca arriva all’appuntamento dopo aver completato la sua quinta settimana positiva di seguito, superando quota 38 euro, livello che non vedeva dall’agosto 2011. Da inizio anno la crescita è del 55%, a cui andrebbe aggiunto un ulteriore 5% circa rappresentato dal ricco dividendo già pagato nel corso dell'anno ai propri investitori, tra le migliori di un FTSE MIB che si ‘limita’ ad un +12,70% per questo 2024.
Il consenso Bloomberg aggiornato registra sul titolo 20 ‘buy’, 6 ‘hold’ e nessun ‘sell’, con un target price medio cresciuto a 42,89 euro da 32,90 euro di inizio anno.
Le previsioni sulla trimestrale
La banca ha pubblicato le stime di consenso degli analisti che stimano per il secondo trimestre un utile netto di 2,3 miliardi di euro e ricavi a 6 miliardi, con l’utile per il 2024 visto a 9 miliardi e i ricavi a 23,5 miliardi.
“Ci aspettiamo un altro trimestre solido e consistente con la guidance di utile netto prevista per l'intero 2024 superiore a 8,5 miliardi, che riteniamo venga nuovamente ribadita dalla società”, scrivono da Equita Sim dopo aver alzato il loro target price sul titolo lo scorso 10 luglio, portandolo così a 42 euro, e ribadendo la raccomandazione di acquisto.
In particolare, gli esperti della sim si attendono che, come anticipato dal management, anche il secondo trimestre 2024 sarà “un altro trimestre molto solido sul fronte delle commissioni, seppur ragionevolmente in calo rispetto a un primo trimestre eccezionalmente forte”. Lato costi operativi, è atteso un leggero incremento a livello di trimestre su trimestre a fronte della tipica stagionalità trimestrale e del rinnovo del contratto bancario in Austria, in parte compensato dall'effetto positivo delle azioni di efficientamento implementate dalla società.
Anche Goldman Sachs aveva alzato il suo prezzo obiettivo su Unicredit, portandolo da 44,5 a 45,5 euro, mostrando fiducia sul futuro del titolo “nonostante il rally segnato da inizio anno”, in quanto “continua a offrire considerevole valore rispetto alle altre banche europee”.
A fine giugno, JP Morgan aveva alzato da 42 a 43 euro il target price su Piazza Gae Aulenti, confermando la raccomandazione ‘overweight’ dopo un recente incontro con la società. “I messaggi sono stati rassicuranti”, avevano spiegato gli analisti, sottolineando anche come Unicredit fosse “ben posizionata” per affrontare i tagli dei tassi e che il titolo scambiasse su valutazioni basse.
Infine, gli esperti Mediobanca Research avevano scelto Unicredit quale titolo preferito tra le banche italiane, posizionando il loro target price a 43 euro con giudizio ‘outperform’, vedendo un potenziale di rialzo a livello di consenso del mercato per quanto riguarda le commissioni. Nel complesso, da Piazzetta Cuccia si attendono un secondo trimestre 2024 con una solida performance e con un margine di interesse resiliente.
Aggregatore per l’M&A bancario
Unicredit potrebbe svolgere un ruolo di aggregatore per future operazioni di Merge and Acquisition (M&A). Ne sono convinti gli analisti di Barclays, grazie al capitale in eccesso da 6,5 miliardi di euro a sua disposizione.
Barclays, nel ribadire il suo giudizio ‘overweight’ sulla banca milanese, ha anche alzato il prezzo obiettivo a 44,30 euro dal precedente 43,10 grazie alla revisione delle stime per il biennio 2025-2026, con utile netto rettificato in crescita dell'1% nel 2025 a 8,713 miliardi di euro dopo un +2% che dovrebbe essere messo a segno a fine 2024, a quota 8,952 miliardi, previsione appena migliorata dalla precedente stima a 8,761 miliardi).
Infine, il broker britannico prevede che il settore finanziario italiano dovrebbe mostrare complessivamente “conti solidi, con ricavi che rimangono sostenuti dal margine d'interesse, anche se in lieve calo”.
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