Unieuro chiude l’esercizio in utile, stacca cedola record ma crolla in Borsa
Profondo rosso in Borsa per il titolo, in flessione del 6,7% a fine mattinata. I risultati economico finanziari al 28 febbraio approvati dal cda confermano cifre da recorda anche grazie agli «effetti non ripetibili» delle azioni intraprese contro Covid-19. La società ha annunciato di essere al lavoro sul nuovo piano strategico e si aspetta investimenti significativi nel biennio 2021/2022 per supportare la trasformazione digitale in chiave omnicanale.
Ricavi al massimo storico e maxi-cedola da 2,60 euro per azione
Unieuro crolla a Piazza Affari nonostante l’approvazione del bilancio consolidato e del progetto di bilancio al 28 febbraio 2021 da parte del Consiglio di amministrazione. A fine mattinata il titolo precipita a -5,82% scambiato a 24,58 euro.
Nell’esercizio 2020/21 la società ha realizzato ricavi al massimo storico di 2,7 miliardi (+9,8% rispetto a 2,4 miliardi del precedente esercizio), anche i ricavi netti si attestano a 53,6 milioni contro i 25,6 milioni di un anno fa.
I risultati economico-finanziari confermano cifre da record, anche grazie agli effetti non ripetibili delle azioni intraprese per contenere l'impatto della pandemia, con EBIT Adjusted a 86,8 milioni (+48% rispetto all’esercizio 2019/2020), utile netto adjusted a 66,9 milioni (+58,8%) e una cassa netta per 154,8 milioni rispetto ai 29,6 milioni del 29 febbraio 2020.
«In virtù dell’eccezionale redditività», il cda ha deliberato la proposta all’assemblea di un dividendo ordinario di 2,60 euro per azione, per massimi complessivi 54,2 milioni che compensa gli azionisti per il mancato dividendo del 2020.
L’outlook sull’anno
La società ha annunciato di essere al lavoro sul nuovo piano strategico e si aspetta investimenti significativi nel biennio 2021/2022 per supportare la trasformazione digitale in chiave omnicanale.
Secondo il management, l’esercizio 2021/22 sarà in buona parte influenzato dalla velocità e dagli esiti della campagna vaccinale attualmente in corso. «Una volta esauritisi tali trend, a tutti gli effetti eccezionali, è presumibile che la domanda di prodotti appartenenti alla categoria Grey (in particolare informatica e telefonia) possa rallentare, trovando tuttavia compensazione in una accelerazione del comparto White, storicamente correlato all’andamento del Pil destinato a riprendersi nel periodo postpandemia. A partire da settembre, la categoria Brown beneficerà inoltre della migrazione allo standard Dvb-T2 Hevc, decisa dal Governo per liberare frequenze televisive a beneficio della telefonia 5G e destinata ad imprimere un forte impulso al segmento TV».
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