Unieuro, multa da 4 milioni dall’Antitrust per pratiche scorrette nelle vendite online


Quattro società sono state multate dall’Agcm per le loro condotte messe in atto sui loro siti di e-commerce definite ingannevoli e aggressive nei confronti dei consumatori.


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La multa dell’Agcm

Società dell’e-commerce nel mirino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) con l’accusa di condotte ingannevole nei confronti degli utenti, dopo la sanzione già decisa nei confronti di Amazon nelle scorse settimane.

L’Antitrust, infatti, ha inflitto una multa a Unieuro e alla sua controllata Monclick del valore di 4 milioni di euro, oltre a sanzionare Leroy Merlin (3 milioni) in Italia e Mediamarket (300 mila euro).

A Piazza Affari, intanto, il titolo Unieuro aveva iniziato la seduta con una crescita dello 0,50%, per poi virare in negativo dopo circa un’ora dall’avvio delle contrattazioni, toccando un minimo di 20,30 euro per azione.

Le accuse alle 4 società

L’Autorità ha accertato condotte qualificabili come ingannevoli e aggressive, in quanto suscettibili di ingannare i consumatori e di condizionarli indebitamente nella fase di acquisto o nell’esercizio dei loro diritti contrattuali.

Le quattro società, spiegano dall’Agcm, “hanno posto in essere – soprattutto nel periodo di emergenza sanitaria per il Covid 19 – alcune condotte scorrette, differenziate per ciascuna impresa ma tutte riconducibili a due pratiche commerciali scorrette”.

In particolare, la prima riguarda le criticità relative al momento dell’offerta di prodotti sul sito Internet, mentre l’altra riguarda alcune disfunzioni registrate nel post-acquisto online.

Al momento dell’offerta, le società fornivano informazioni inesatte e ingannevoli sull’effettiva disponibilità dei prodotti venduti online e sui relativi prezzi, con indicazioni inesatte e ingannevoli riguardo i tempi di consegna, l’addebito del pagamento o il blocco del plafond prima della conclusione del contratto, oltre all’annullamento unilaterale degli ordini di numerosi consumatori.

Per quanto riguarda la seconda pratica, le società vengono accusate di ritardo o addirittura di mancata consegna dei prodotti, di diffusione di informazioni ingannevoli sullo stato delle spedizioni, ritardi e ostacoli in relazione all’esercizio dei diritti di rimborso, l’omessa o inadeguata assistenza post-vendita rispetto alle richieste dei consumatori, di ritardi e ostacoli nell’esercizio dei diritti di recesso e di rimborso.

Il corretto sviluppo dell’e-commerce

“L’intervento dell’Antitrust”, spiega la nota diffusa oggi, “si inquadra in un filone più ampio, volto ad assicurare il corretto ed equilibrato sviluppo dell’e-commerce, connotato dalla spersonalizzazione del rapporto d’acquisto e dalla posizione di inevitabile asimmetria informativa in cui versa il consumatore".

Secondo l’Autorità in quest’ambito “è ancora più necessario assicurare la correttezza delle relazioni commerciali, attraverso una chiara e completa rappresentazione delle caratteristiche delle offerte che si pubblicizzano e del conseguente vincolo contrattuale e dei diritti dei consumatori, per consentire una scelta commerciale pienamente consapevole dapprima in ordine all’acquisto e poi all’esecuzione del rapporto contrattuale”.

“Questi diritti”, sottolineano dall'Antitrust, “assumono particolare rilevanza a causa dello stato di emergenza dovuto alla propagazione del Covid-19, periodo in cui sono state adottate misure di contenimento che hanno comportato significative restrizioni alla libertà di spostamento delle persone e alle attività commerciali al dettaglio spingendo moltissimi consumatori a rivolgersi al canale online”.

A questo punto, l’Antitrust ha stabilito un limite di 60 giorni entro i quali le quattro società dovranno informare l’Autorità sulle iniziative assunte per superare gli elementi di criticità riscontrati nelle loro attività.

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