USA, l’occupazione tiene ma Wall Street viaggia verso un’apertura in rosso

USA, l’occupazione tiene ma Wall Street viaggia verso un’apertura in rosso

Le buste paghe non agricole di giugno sono risultate maggiori rispetto alle previsioni degli analisti, mostrando la forza dell’economia statunitense, nonostante i timori di recessione restino elevati.

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Il rapporto sul lavoro USA

Il focus odierno era tutto per i dati sul mercato del lavoro, quasi fossero un fondo di caffè capace di indicarci il prossimo futuro in tema di andamento dell’economia USA e di conseguenza dell’inflazione, ormai diventato lo spauracchio ovunque.

I numeri diffusi oggi dal Ministero USA del lavoro hanno sorpreso le previsioni degli analisti, indicando 372 mila nuove buste paga del settore non agricolo nel mese di giugno, superando le 268 mila attese, mentre il dato precedente è stato rivisto leggermente al ribasso (384 mila) rispetto alle precedenti 390 mila. Stabile, invece, il tasso di disoccupazione (3,6%).

Intanto, il tasso di interesse dei titoli USA a dieci anni schizza dopo i dati sul lavoro (3,60%), come si impenna quello a 2 anni (3,1040%), con la curva che resta invertita per il quarto giorno consecutivo.

Sale anche il dollaro nei confronti dell’euro, con la coppia EUR/USD scambiata a 1,0129.

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Wall Street verso apertura negativa

La mattina pre-dati sul lavoro era stata caratterizzata dall’incertezza dei future USA, costantemente in rosso fisso.

Quando manca circa mezz’ora dalla campanella di Wall Street, i dati macro non sostengono i future, con quelli sul Dow Jones e sullo S&P 500 in flessione di mezzo punto, mentre quelli sul Nasdaq 100 soffrono maggiormente (-1%).

Azionario e pre-market

Tesla (-0,30%): le consegne della casa di Elon Musk in Cina sono salite ad un livello record a giugno, arrivando a 78.906 veicoli (+145% dal mese precedente), superando così i problemi causati dalle restrizioni decise dal governo per fermare la diffusione del Covid 19 a Shanghai.

Twitter (-4%): Elon Musk potrebbe rinunciare all’acquisizione da 44 miliardi di dollari del social e aprire una lunga battaglia legale, in quanto “i numeri sugli account spam non sono verificabili”, secondo il Washington Post.

Occidental Petroleum (+2%): Warren Buffett ha acquistato questa settimana altri 12 milioni di azioni, portando così la quota della sua Berkshire Hathaway a detenere il 18,7% della compagnia petrolifera.

Novavax (+2,40%): ieri aveva chiuso a +15% dopo aver annunciato l’approvazione da parte della Commissione europea dell'Autorizzazione all'Immissione in Commercio condizionata (CMA) estesa per Nuvaxovid, il vaccino contro il Covid-19, negli adolescenti in Europa di età compresa tra i 12 e i 17 anni.

GameStop (-5%): ha annunciato l’interruzione del rapporto di lavoro con il direttore finanziario Michael Recupero, dopo il +15% della chiusura di ieri.

Levi Strauss (+4%): ha riportato risultati del secondo trimestre migliori del previsto, pertanto ha aumentato il suo dividendo da 0,10 a 0,12 dollari per azione.

Robinhood (-0,60%): ha annunciato l’abilitazione di depositi e prelievi di tutti gli asset di criptovalute quotati.

Raccomandazioni analisti

Twitter. La ricerca di Wedbush conferma la raccomandazione e mantiene il giudizio ‘neutral’, con prezzo obiettivo rivisto al ribasso: fissato a 43 dollari rispetto ai precedenti 54 USD.

Microsoft. Piper Sandler è positivo sul titolo e consiglia ‘buy’: prezzo obiettivo diminuito da 352 a 312 dollari.

Levi Strauss. JPMorgan Chase è positivo sul titolo e consiglia ‘buy’ ma ha ridotto il target price da 27 USD a 22 dollari.

Walmart. Barclays è positivo sul titolo e consiglia ‘buy’.

È recessione secondo Goldman Sachs

Pessimismo per il futuro, invece, da Goldman Sachs. Gli analisti della banca americana hanno ridotto la stima del PIL Usa per il secondo trimestre, portandolo allo 0,7% dal precedente 1,9%, a seguito del dato relativo ai primi tre mesi dell’anno (-1,6%), portando così economia a stelle e strisce dritti ad una recessione per il primo semestre.

Previsioni ridotte anche da Wells Fargo, la quale si attende un 2022 in contrazione dello 0,2% (-0,5% precedente), con la crescita che dovrebbe tornare nel 2023, pari allo 0,9%, mentre le stime precedenti per il prossimo anno erano di +1,5%.

“La verità, semplicemente, è che il secondo semestre molto probabilmente sarà caratterizzato dal rallentamento della crescita e dall’aumento dei tassi”, scrivevano gli analisti di Bank of America guidati da Michael Hartnett.

“I mercati orso terminano con una recessione o con un evento che porta la Fed a ribaltare la sua politica… il mercato orso non è finito e il Big Low (grande minimo) deve essere ancora toccato”, prevedono dalla banca americana.

Timori di recessione “esagerati”

Segnali ‘di pace’ economica erano arrivati ieri dal membro della Federal Reserve, Christopher Waller, il quale aveva definito “esagerati” i timori di recessione.

Waller, però, aveva ribadito la sua posizione a favore di un aumento del tasso di riferimento di 75 punti base nel corso della prossima riunione della Fed prevista il 26 e il 27 luglio.

“L'inflazione è troppo alta e non sembra scendere”, spiegava il banchiere, pertanto “dobbiamo passare a un'impostazione molto più restrittiva in termini di tassi di interesse e di politica, e dobbiamo farlo il più rapidamente possibile”.

Meno ‘falco’ del solito, inoltre, era stato ieri James Bullard, presidente della Fed di S. Louis, oltre che componente dell’istituto centrale, il quale aveva suggerito un “possibile atterraggio morbido per l’economia”.

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