Valutazioni azionarie, inflazione e rendimenti: relazioni non scontate

Alla vigilia della riunione della Fed, le attese di un nuovo taglio dei tassi si intrecciano con il dibattito sull’andamento dell’inflazione e sui riflessi che questa può avere sulle valutazioni azionarie. Analizzando gli ultimi quarant’anni di dati, emerge come le relazioni tra prezzi al consumo, rendimenti obbligazionari e multipli di mercato siano tutt’altro che lineari.
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Inflazione e multipli di mercato
Alla vigilia della riunione della Fed che con ogni probabilità vedrà i policymaker optare per un taglio dei tassi di interesse, è plausibile che l’inflazione resti sopra il target del 2% ancora per un certo periodo. A raccontarlo è Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, secondo cui ci saranno conseguenze rilevanti sulle azioni e sulle loro valutazioni.
Il confronto tra le valutazioni delle azioni statunitensi e l’andamento dell’inflazione dei prezzi al consumo negli ultimi quarant’anni mostra come non esista una relazione significativa tra dinamica inflattiva e multipli di mercato. Finché i prezzi si mantengono in un intervallo compreso tra il 2% e il 4%, non sembrano incidere in maniera determinante sulle valutazioni.
Attualmente, le valutazioni si collocano nella parte alta dello spettro (punto rosso nel grafico sottostante), ma non in un’area anomala. Anche in caso di inflazione oltre il 2%, le azioni non risulterebbero necessariamente penalizzate.
Rendimenti obbligazionari come riferimento
Il discorso cambia se si osserva il rapporto tra valutazioni azionarie e rendimenti obbligazionari. I Treasury decennali, in quanto attività prive di rischio, rappresentano un parametro utile per misurare asset più rischiosi come le azioni.
Guardando ai dati degli ultimi quarant’anni, a rendimenti obbligazionari più contenuti sembrano corrispondere valutazioni azionarie più elevate. Tuttavia, restringendo lo sguardo al periodo successivo al 2000, questa relazione appare meno evidente. Probabilmente, nota Flax, ciò dipende dal fatto che i rendimenti si sono mossi in un intervallo più ristretto, riducendo così l’impatto diretto sulle valutazioni azionarie.
Questa analisi dimostra come le correlazioni finanziarie non siano immutabili nel tempo, nemmeno quando sembrano logiche o consolidate.
Gestione del rischio e prospettive di lungo termine
Affidarsi esclusivamente alla relazione tra due variabili può fornire una visione incompleta secondo Flax. Le metriche osservate spesso non colgono le aspettative già incorporate nei prezzi, che giocano un ruolo centrale nelle dinamiche di mercato.
Per interpretare correttamente uno scenario di investimento è necessario analizzare un ventaglio più ampio di dati, senza concentrarsi troppo sugli indicatori di breve periodo. La diversificazione di portafoglio e una gestione del rischio attenta restano quindi strumenti essenziali per affrontare le incertezze del mercato.
Le valutazioni iniziali si confermano decisive soprattutto nell’analisi dei rendimenti di lungo periodo: un elemento che ribadisce l’importanza di guardare oltre la contingenza, mantenendo una prospettiva strategica sugli investimenti.
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