Volkswagen ringrazia la carenza di chip: boom degli utili con l’usato


Il gruppo ha annunciato un calo della produzione nei prossimi mesi, ma la redditività crescerà a livelli record. Fortissimo il contributo all’utile della controllata VW Financial Services (usato, leasing e flotte), che naviga nell’oro grazie alla fortissima domanda di veicoli usati


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Il Ceo Diess ha alzato i target: per il 2021 punta a un margine operativo fra il 6% e il 7,5%.

La carenza di chip sta mettendo in difficoltà l’apparato produttivo di Volkswagen, ma non la sua capacità di generare reddito, che, al contrario, crescerà ulteriormente anche grazie alle distorsioni della supply chain. Quando 10 giorni fa il principale gruppo automobilistico mondiale ha annunciato i conti del primo semestre 2021, il Ceo Herbert Diess ha parlato di risultati record. L’utile operativo (prima delle voci straordinarie) ha raggiunto 11,4 miliardi di euro, contro i 10 miliardi dello stesso periodo del 2019, l’ultimo anno pre-Covid.

Diess ha sottolineato l’importante contributo dei modelli premium (fra i marchi di Volkswagen figurano Porsche e Audi) che generano un ritorno, in termini di utile operativo sui ricavi, a doppia cifra. La buona performance di vendite dei modelli di lusso ha permesso al management di annunciare una revisione al rialzo degli obiettivi di redditività per l’intero esercizio 2021: ora il target è un utile operativo di gruppo compreso fra il 6% e il 7,5% dei ricavi, rispetto al precedente target di 5,5-7%. Questo nonostante Volkswagen abbia annunciato che le vendite complessive di veicoli nel 2021 saranno inferiori alle previsioni a causa della carenza di semiconduttori.

Dalla controllata VW Financial Services poco meno del 20% dell’utile di gruppo.

Quello su cui nessuno ha acceso i riflettori è che poco meno del 20% dell’utile operativo del gruppo verrà dalla controllata Volkswagen Financial Services, che raggiungerà nel 2021 un risultato operativo di 4 miliardi di euro, in anticipo di ben quattro anni rispetto agli obiettivi del piano industriale, che indicavano un utile di quelle dimensioni per il 2025. Il merito di questo successo va proprio alla carenza di chip, che ha rallentato la produzione di nuove auto dirottando la domanda sulle auto usate.

Volkswagen Financial Services è una delle principali società finanziare captive dell’industria automotive mondiale e da sempre rappresenta una fonte stabile di utili per il gruppo di Wolfsgburg. La sua specialità è il leasing automobilistico, la gestione delle flotte e il marketing dei veicoli usati.

Intervistato da Bloomberg, il Cfo di Volkswagen Financial Services, Frank Fiedler, ha spiegato che sul mercato c’è una fortissima domanda di auto usate quasi nuove, che porta le loro valutazioni a prezzi ben più alti del previsto. “Con alcune auto usate facciamo partire un secondo programma di leasing, perché non abbiamo abbastanza vetture nuove per i nostri clienti”.

Le cose stanno andando così bene che Volkswagen Financial Services prevede nel giro di poco tempo di superare le rivali LeasePlan Corp (olandese) e Ald (francese controllata da Société Générale) e diventare la numero uno in Europa nella gestione delle flotte.

L’usato: un business da 900.000 veicoli l’anno.

Inoltre VW Financial Services punta a centralizzare il marketing delle auto usate nel Continente. Si tratta di un business da circa 900.000 veicoli all’anno. L’intenzione, ha spiegato Fiedler, è di sfruttare le differenze regionali nei prezzi utilizzando la raccolta di dati e l'intelligenza artificiale per ottimizzare l’attività. La divisione prevede anche di espandere i servizi di mobilità tra cui il noleggio a breve termine.

L'utile operativo di Volkswagen Financial Services è più che raddoppiato a 2,3 miliardi di euro nel primo semestre, grazie a un aumento del 23% dei nuovi contratti e a costi più bassi sui rischi di credito. VW Financial Services aveva precedentemente previsto un utile operativo di 2,8 miliardi di euro per l'intero anno.

L'anno scorso l'azienda ha aumentato di 500 milioni di euro gli accantonamenti per le potenziali inadempienze di credito a causa della pandemia. Ma i clienti che si sono trovati in difficoltà con i pagamenti sono stati molto meno del previsto.

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