Wall Street attesa in verde ma il petrolio complica il lavoro della Fed

Gli alti livelli dei prezzi del petrolio aumentano i timori per l’inflazione anche negli USA e potrebbero spingere l’istituto centrale statunitense a proseguire per maggior tempo con la sua politica monetaria restrittiva.
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Wall Street positiva
Torna un poco di ottimismo a Wall Street in attesa dell’apertura ufficiale nel giorno dopo il ‘ciclone’ petrolio.
Oggi i future sui principali indici statunitensi scambiano in verde con guadagni di mezzo punto per quelli sui Nasdaq, mentre quelli sul Dow Jones e sullo S&P500 aggiungono rispettivamente lo 0,20% e lo 0,30%.
Mezzo punto percentuale in più anche per i Treasury USA, spingendo il decennale al 3,454% e il biennale appena sopra il 4%.
L’oro continua a ‘ballare’ intorno quota 2 mila dollari l’oncia e l’euro si rafforza nei confronti del dollaro, con la coppia EUR/USD a 1,0918 (+0,30%).
Il petrolio non cede
Ieri il balzo del petrolio aveva monopolizzato l’attenzione dei mercati dopo il taglio a sorpresa della produzione deciso domenica dall’OPEC+ e oggi le sue quotazioni sembrano non voler diminuire.
Il greggio WTI scambia ancora intorno agli 80 dollari superati ieri, mentre il Brent resiste a quota 85, con Goldman Sachs che ne prevede un rafforzamento fino ai 95 dollari a dicembre 2023 e oltre i 100 dollari a fine 2024.
La decisione di ridurre la produzione aveva “chiaramente colto di sorpresa gli operatori” per Carig Erlam, senior market analyst di Oanda, secondo il quale “la natura incerta delle prospettive sul greggio sarebbe già stata una ragione sufficiente per mantenere i livelli di produzione”, dopo che lo stesso cartello aveva indicato che “non ci sarebbero stati cambiamenti”.
“È chiaro che l'OPEC+ è molto più interessato al prezzo di quanto non abbia affermato in precedenza e non per quanto riguarda la fissazione di un prezzo equo, ma solo per fissare una soglia minima”, aggiunge.
Nel futuro ci potrebbero essere novità, dato che la decisione “rafforzerà il livello minimo dei prezzi” e “il cartello “non esiterà a intervenire di nuovo”, prevede Erlam.
Timori per l’inflazione
Le conseguenze del taglio dell’output di petrolio riacutizzavano i timori per l’inflazione e complicano ulteriormente il lavoro per le banche centrali.
Sul tema è intervenuto il Presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis, James Bullard, secondo il quale l’aumento dei prezzi del greggio potrebbe rendere più impegnativo il compito della Fed nel contrastare l’inflazione.
“Se avrà un impatto duraturo, penso sia una questione aperta”, in quanto “se i prezzi del petrolio oscillano ed è difficile tracciarli esattamente, potrebbero alimentare l’inflazione e complicare il nostro lavoro”, spiegava il banchiere.
Con le rinnovate preoccupazioni per l’inflazione, le scommesse degli operatori su un rialzo dei tassi di 25 punti base a maggio sono al 59,1%, mentre le probabilità di una pausa si sono attestate al 40,9%, secondo lo strumento Fedwatch del CME Group.
Notizie societarie e pre-market USA
Virgin Orbit (-27%): ha presentato istanza di fallimento ai sensi del Capitolo 11, dopo non essere riuscita a ottenere i finanziamenti a lungo termine necessari per riprendersi dal fallimento del razzo di gennaio.
Exela Technologies (-9%): calo del 9,3% su base annua del fatturato del quarto trimestre a 267,0 milioni di dollari e perdita netta del quarto trimestre di 194,1 milioni di dollari rispetto al -70,6 milioni di dollari di un anno prima.
Addex Therapeutics (+20%): il suo farmaco sperimentale per il trattamento del morbo di Parkinson ha mostrato effetti benefici sui sintomi non motori (NMS) nel corso di uno studio effettuato sugli animali.
Oncternal Therapeutics (-59%): interromperà lo sviluppo clinico dello studio in fase avanzata e iniziale della sua terapia antitumorale zilovertamab in combinazione con il farmaco ibrutinib di Johnson & Johnson a causa del dinamico cambiamento del panorama terapeutico.
Raccomandazioni analisti
Amazon
Jefferies: ‘buy’ e prezzo obiettivo fermo 135 dollari.
Tesla
Bernstein: confermato ‘sell’ e target price ancora a 150 dollari.
TD Cowen: ‘neutral’ e prezzo obiettivo aumentato a 170 USD rispetto ai precedenti 140 dollari.
FedEx
Credit Suisse: ‘buy’ e prezzo obiettivo fermo a 269 dollari.
The Goldman Sachs Group
Wells Fargo Securities: ‘buy’ e target price ridotto da 420 USD a 390 dollari.
Morgan Stanley
Wells Fargo Securities: ‘neutral’ e prezzo obiettivo in calo da 89 USD a 85 dollari.
Bank of America
Wells Fargo Securities: ‘buy’ e target price ridotto da 52 USD a 45 dollari.
Bank of New York Mellon
Wells Fargo Securities: ‘neutral’ e prezzo obiettivo a 52 USD dai precedenti 53 dollari.
Lululemon
UBS: confermato ‘neutral’ e target price aumentato da 335 USD a 399 dollari.
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