Wall Street impaurita ancora dalle banche


Le difficoltà di Deutsche Bank si aggiungono alle preoccupazioni per gli istituti finanziari statunitensi, situazione che potrebbe anche spingere le banche centrali a rivedere le loro politiche restrittive di questi mesi.


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Vendite a Wall Street

Wall Street in rosso sul ritorno delle paure diffuse dalla situazione del settore finanziario, oggi market mover sui mercati mondiali.

I future sul Dow Jones cedono l’1% quando manca meno di un’ora dal suono della campanella della borsa di New York, seguiti da quelli sullo S&P500 (-0,80%) e dal Nasdaq (-0,40%).

L’appetito al rischio si riduce sostenendo il dollaro, rafforzatosi nei confronti dell’euro (EUR/USD a -0,80%), mentre calano i Treasury USA, visto il tonfo del biennale (-4,83%) al 3,622%, mentre il decennale scende (3,20%) al 3,304%.

Corsa verso il rifugio che sostiene di nuovo l’oro, ormai intorno quota 2 mila dollari l’oncia.

Banche in calo

Mentre in Europa Deutsche Bank continua a crollare (-11%) e UBS cede il 6% a causa dei persistenti timori sul settore, le vendite colpiscono le principali banche statunitensi nel pre-market USA come JPMorgan (-2%), Citigroup (-3%), Bank of America (-2%), Goldman Sachs (-2%), Morgan Stanley (-2%) e Wells Fargo (-2%).

La già martoriata banca regionale First Republic Bank cede un altro 6%, mentre le azioni di Western Alliance Bancorp e PacWest Bancorp lasciano sul terreno il 4%.

Preoccupazioni sul settore

“La volatilità sta continuando perché le preoccupazioni sono ancora vive su quanto sia stabile il settore bancario statunitense”, spiega Susannah Streeter, responsabile del settore monetario e dei mercati di Hargreaves Lansdown.

“Sebbene i banchieri centrali e il Tesoro degli Stati Uniti stiano cercando di rassicurare i mercati sul fatto che saranno pronti a intervenire se necessario, gli investitori stanno prendendo atto del fatto che le autorità di regolamentazione, i banchieri centrali e il governo degli Stati Uniti sono ancora preoccupati per il potenziale di contagio”, aggiunge Streeter.

Nell’ultima settimana, le banche hanno preso in prestito 110,2 miliardi di dollari presso lo sportello di sconto della Federal Reserve, e questo ingente utilizzo di credito d’emergenza suggerisce che alcuni istituti di credito non sono in grado di ottenere fondi altrove.

“Potrebbe verificarsi un periodo in cui si assiste a un calo precipitoso della (disponibilità di) credito negli Stati Uniti”, ipotizza Arun Sai, senior strategist multi-asset di Pictet Asset Management, e “questo ci porta più vicini a un atterraggio duro, a una recessione statunitense”.

L’impatto della Fed

Tra le cause della situazione del settore finanziario viene evidenziata la scelta restrittiva da parte delle Banche centrali, secondo alcuni anche pronte terminare in anticipo le loro politiche di rialzi dei tassi. Nelle ultime settimane la Federal Reserve, la Banca centrale europea e la Banca d'Inghilterra hanno aumentato i tassi, come previsto, ma ognuna ha segnalato cautela in vista delle prossime mosse, lasciando gli investitori incerti sulla direzione che prenderà il costo del denaro.

“Le turbolenze potrebbero portare a un ulteriore inasprimento delle condizioni di finanziamento non innescato dalla politica monetaria e in quel caso forse dovremmo rallentare”, ha detto alla Reuters il banchiere centrale olandese Klaas Knot. D’altronde, anche il presidente della Fed, Jerome Powell, aveva lanciato un avvertimento simile mercoledì scorso, osservando che costi di finanziamento più elevati hanno ricadute più ampie per la crescita, l’indebitamento e gli investimenti.“Gli eventi verificatisi nel sistema bancario nelle ultime due settimane potrebbero portare a un inasprimento delle condizioni di credito per le famiglie e le imprese, che a sua volta influenzerebbe l’economia”, ha spiegato Powell.

Se dietro la situazione di stress di Silicon Valley Bank, il peggioramento del sentiment nei confronti delle banche regionali statunitensi e il sell-off di Credit Suisse ci sia la scelta della Fed, “è un argomento di discussione tra gli studenti di economia nei bar più che un cosa rilevante per i mercati, ma la rapidità con cui la crisi bancaria regionale degli Stati Uniti si è diffusa a una grande banca svizzera e la velocità con cui le aspettative sulla politica monetaria globale si sono adeguate, evidenziano quanto sia interconnesso il ciclo finanziario globale”, ha spiegato Kit Juckes, strategist valutario di Societe Generale.

Notizie societarie e pre-market USA

Block (-2%): la società del co-fondatore di Twitter Jack Dorsey continua a calare dopo essere diventata l’ultimo bersaglio dello short seller statunitense Hindenburg Research, il quale la accusa di sovrastimare il numero di utenti e di sottostimare i costi di acquisizione dei clienti.

Oncorus (+5%): ha registrato una perdita trimestrale rettificata di 81 centesimi per azione nel trimestre conclusosi a dicembre, quando l’aspettativa media di tre analisti per il trimestre era di una perdita di 76 centesimi per azione.

GSK (-3%): ieri un tribunale statale della California ha autorizzato gli esperti del querelante a testimoniare nella causa intentata da James Goetz, il quale sostiene di aver sviluppato un cancro alla vescica a causa dell’assunzione del farmaco contro il bruciore di stomaco Zantac della società britannica.

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