Wall Street in cerca di recupero dopo il dato sull’inflazione

Wall Street in cerca di recupero dopo il dato sull’inflazione

I prezzi negli USA nel mese di febbraio hanno mostrato un leggero rallentamento e in linea con le previsioni, ma sui mercati prevalgono le incertezze circa la situazione legata al settore finanziario.

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Inflazione e Fed

In mezzo alla tempesta delle banche americane, oggi era atteso il dato importante sull’inflazione che potrebbe guidare le decisioni della Federal Reserve, alimentando le speranze di una sospensione dei rialzi dei tassi.

Nel mese di febbraio l’Indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato al 6,0% a febbraio, in calo rispetto all’aumento del 6,4% del mese precedente e in linea con le previsioni, mostrando così segni di raffreddamento dopo l'aumento dei prezzi di inizio anno.

Si tratta del dato più ‘lento’ per i prezzi al consumo dal settembre 2021.

Attese rispettate anche per l’inflazione ‘core’, quella senza i prezzi più volatili (senza cibo ed energia), risultata al +5,5% dal +5,6% recedente.

Numeri sotto osservazione da parte della Federal Reserve in vista della prossima riunione del FOMC, e a questo punto, l’istituto centrale “potrebbe confermare i 25 punti base di rialzo”, secondo le previsioni di oggi di MPS Capital Services, i cui analisti ormai escludono rialzi da 50 punti base.

Le scommesse dei trader su un mantenimento del livello attuale dei tassi nella riunione del 21-22 marzo sono rimaste al 23%, mentre quelle su un aumento di 25 punti base si sono attestate al 77%.

Wall Street positiva

La diffusione del dato manteneva il recupero in atto da questa mattina per i future sui principali indici di Wall Street, dopo i crolli di ieri.

I contratti sul Nasdaq guadagnavano lo 0,50% a circa un’ora dall’avvio delle contrattazioni di New York, seguiti sullo stesso trend da quelli sul Dow Jones e da quelli sullo S&P500.

Dopo un leggero balzo post-dati, il dollaro tornava in parità nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scambiava a 1,072.

In crescita i rendimenti dei Treasuries, con il decennale che sale del 2% (al 3,583%) e il biennale che balza del 6% al 4,30%.

Timore per le banche regionali

Il dato sull’inflazione arriva mentre proseguono le turbolenze sui mercati causate dalle tensioni presenti nel settore bancario a seguito del fallimento di Silicon Valley Bank e di Signature Bank.

Le principali banche statunitensi hanno perso nelle ultime tre sessioni di negoziazione quasi 190 miliardi di dollari, con First Republic Bank, 14° istituto finanziario nel paese con 212 miliardi di dollari che ieri è scivolata di oltre il 60%, anche se oggi rimbalzava nel pre-market USA (+40%).

Altri istituti regionali hanno sofferto, in particolare Western Alliance (-47,06% e oggi +29%), la banca di Cleveland KeyCorp (-24,36%, oggi +17%) e la texana Comerica Bank (-27,67% e oggi +11%).

Secondo Patrick O'Hare, Chief Market Analyst di Briefing.com “c’è ancora il timore che queste banche regionali possano affrontare un crollo dei loro depositi perché i clienti sono stati presi dal panico per quanto è appena accaduto”.

Il drammatico crollo della Silicon Valley Bank e le diffuse turbolenze di mercato dei giorni successivi sono “parte del processo” di inasprimento delle condizioni finanziarie a livello mondiale dopo anni di denaro a basso costo, secondo il co-presidente di Morgan Stanley Edward Pick, anche se ha aggiunto che “potrebbero esserci delle sorprese, delle reazioni”.

Notizie societarie e pre-market USA

Tesla (+2%): l’amministratore delegato Elon Musk e il produttore cinese di veicoli elettrici e batterie BYD Co Ltd hanno smentito una notizia diffusa dai media secondo cui si sarebbe interrotta la loro collaborazione per la fornitura di batterie.

Momentive Global (+20%): la proprietaria di SurveyMonkey sarà acquisita da un consorzio guidato da Symphony Technology Group in un accordo interamente in contanti che valuta l’azienda di software a circa 1,5 miliardi di dollari. Gli azionisti riceveranno 9,46 dollari per azione, un premio del 45,76% rispetto a quanto riportato dai media in ottobre, e oltre la chiusura di ieri (7,72 dollari).

United Airlines (-6%): prevede una perdita nel primo trimestre e ricavi totali per migliaia di posti disponibili nel primo trimestre in aumento del 22-23% rispetto all’anno precedente, più limitato rispetto al +25% previsto in precedenza.

Univar (+13%): secondo fonti del Wall Street Journal verrà acquisita dal fondo Apollo Global Management in un’operazione valutata a 8,1 miliardi di dollari, debito incluso.

Raccomandazioni analisti

Nike

Morgan Stanley: ‘buy’ e prezzo obiettivo fissato a 140 contro 138 dollari precedenti.

PNC Financial Services

BofA Securities: ‘sell’ e target price diminuito da 150 USD a 132 dollari.

FedEx

BMO Capital: confermato ‘neutral’ e prezzo obiettivo alzato a 210 USD rispetto ai precedenti 180 dollari.

Biogen

RBC Capital Markets: ‘buy’ e target price aumentato a 350 USD rispetto ai precedenti 335 dollari.

JD.com

Barclays: ‘buy’ e prezzo obiettivo passa da 72 USD a 74 dollari.

Nomura: ‘buy’ e target price ridotto da 82 USD a 70 dollari.

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