Wall Street oscilla, il Bitcoin sempre in calo

Wall Street oscilla, il Bitcoin sempre in calo

Volatilità alla Borsa di New York prima dell’apertura ufficiale con il focus ancora sui timori per le valutazioni elevate, i dubbi sulla capacità della spesa per l'intelligenza artificiale di dare i suoi frutti e le prospettive sempre più deboli di un taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti il ​​mese prossimo.

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Wall Street oggi

Borsa statunitense che prova a reagire anche se rischia di terminare la sua peggiore settimana dal mese di aprile, indebolita ancora dai timori per le valutazioni elevate che continuano a spingere al ribasso gli asset più speculativi, tra cui i titoli azionari tecnologici e le criptovalute.

Così, i future sul Nasdaq e quelli sullo S&P500 scambiano sopra la parità (+0,20% e +0,30%) quando manca un’ora all’avvio delle contrattazioni, dopo una mattinata passata in rosso, mentre aggiungono mezzo punto percentuale quelli sul Dow Jones.

Non si ferma la picchiata del Bitcoin e la principale tra le valute digitali perde il 9% e scende a 83 mila dollari, trascinando con sé il resto del settore.

Biglietto verde in parità nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scambiata a 1,1519, con l’indice del dollaro di nuovo sopra 100.

Dal fronte dei metalli preziosi, l’oro cede quasi un punto percentuale e scende a 4.052 dollari l’oncia (prezzo spot), con l’argento che fa peggio (-3,30%) e si porta a 49 dollari.

Calano anche i prezzi del petrolio: Brent a 62,80 dollari e greggio WTI a 58,40 dollari.

Svendita razionale dopo il rally

La debolezza del sentiment del mercato è dovuto ancora dai timori per le valutazioni elevate, dai dubbi sulla capacità della spesa per l'intelligenza artificiale di dare i suoi frutti e dalle prospettive sempre più deboli di un taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti il ​​mese prossimo.

"Si tratta di una svendita razionale dopo il rally dei titoli tecnologici di quest'anno", spiega Rory McPherson, Chief Investment Officer di Magnus Financial Discretionary Management. "Potrebbe spingersi ancora oltre, dato che il mercato non è ancora ipervenduto. Le prospettive della Fed sulla politica dei tassi alla prossima riunione saranno assolutamente cruciali", ha aggiunto.

Il crollo di ieri

Ieri, l'indice di riferimento S&P 500 ha registrato la sua maggior inversione di tendenza intraday dal picco della crisi dei dazi di aprile, secondo i dati raccolti da Bloomberg. L'indicatore è ora sceso del 5% rispetto al suo picco più recente.

Le quotazioni di Nvidia sono state su un’altalena di ben 7 punti percentuali andando a chiudere in calo di oltre il 3 per cento. Il ceo di Nvidia, Jensen Huang, ha affermato che la domanda per i processori Blackwell dell’azienda è “fuori scala”, contribuendo – almeno inizialmente – ad alleviare la preoccupazione che il recente raffreddamento dei titoli azionari legati all’AI.

Cosa è successo? Nessuna motivazione particolare. "Il sollievo per i risultati di Nvidia non è durato a lungo, perché gli investitori non sono riusciti a scrollarsi di dosso il timore che il boom dell'IA possa essere andato oltre", secondo Dan Coatsworth, responsabile mercati di AJ Bell.

Probabilmente, nonostante i conti oltre le attese, c’è ancora “troppa gente pesantemente investita in tech e IA e speranzosa che Nvidia gli levasse le castagne dal fuoco. E così, esauritosi il fuoco di paglia, il mercato ha perso supporto, e il passaggio in negativo di Nvidia ha inferto un pesante colpo al sentiment. Evidentemente la fase correttiva della prima metà di novembre non ha ancora riequilibrato a sufficienza il mercato”, spiega Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, che ritiene che l’attuale fase correttiva sia di natura più tecnica che fondamentale (per quanto i dubbi sull’effettiva sostenibilità degli investimenti in AI siano più che legittimi) nell’ambito di un trend che rimane rialzista.

"Tutte le classi di attività sono fragili da un po' di tempo", evidenzia Neil Birrell, Chief Investment Officer di Premier Miton Investors, che aggiunge: "Nel mercato azionario ha prevalso una mentalità di acquisto al ribasso, ma quando le valutazioni sono elevate e c'è molta leva finanziaria nel sistema, a un certo punto i trader del momentum e gli investitori al dettaglio si faranno da parte. Sembra che sia questo il caso questa settimana".

John Flood, partner di Goldman Sachs, ricorda che dal 1957 ci sono stati otto casi, incluso quello di ieri, in cui l'S&P 500 ha aperto con un rialzo di oltre l'1%, per poi invertire la rotta e chiudere in rosso. Tuttavia, la performance media dopo quegli episodi è stata positiva, con un guadagno di almeno il 2,3% nel giorno e nella settimana successivi e un avanzamento del 4,7% nel mese successivo.

Il nodo Fed

La giornata di ieri è stata caratterizzata anche dalla reazione nervosa ai dati del mercato del lavoro che hanno mostrato un tasso di disoccupazione negli Stati Uniti aumentato a settembre toccando i massimi a 4 anni, anche se si sono creati più posti di lavoro (119 mila) di quanto gli economisti si aspettassero.

Dopo una prima reazione positiva ai payrolls, il mercato ha iniziato a interrogarsi sugli effetti di tali riscontri sulla Fed, con ulteriori incertezze sul fatto che la banca centrale statunitense taglierà i tassi d’interesse a dicembre.

I future sui fed funds adesso indicano una probabilità solo del 30 per cento di una sforbiciata, anche perché dai verbali della Fed arrivati a metà settimana è emersa una profonda spaccatura tra falchi e colombe. Lo strumento FedWatch di CME Group indica una previsione dei trader per un taglio a dicembre pari al 43,4% dal 98,1% di un mese fa.

Hani Redha, gestore di portafoglio di PineBridge Investments, ha definito la reazione del mercato ai dati sull'occupazione e agli utili di Nvidia "altamente controintuitiva". "Attribuirei questo fenomeno principalmente a un posizionamento troppo elevato e a una maggiore sensibilità a queste chiacchiere sulla bolla dell'intelligenza artificiale, che ritengo esagerate", ha affermato, aggiungendo che ci sono settori del mercato che sono giustamente sotto pressione e non supportati dai fondamentali. "Forse ieri Nvidia era una specie di bancomat: persone che vendevano quello che potevano, per realizzare guadagni, per coprire perdite speculative altrove", ha aggiunto.

Notizie societarie e pre market USA

Gap (+4%): vendite comparabili nel terzo trimestre aumentate del 5%, battendo le aspettative di una crescita del 3,26% (dati LSEG).

Copart (-3%): ricavi nel primo trimestre fiscali pari a 1,16 miliardi di dollari, inferiori agli 1,17 miliardi previsti, penalizzato dal calo del valore dei veicoli e dalla debolezza della domanda di auto usate.

New Fortress Energy (-20%): perdita netta nel terzo trimestre di 293,4 milioni di dollari, contro un utile di 11,3 milioni dell'anno precedente.

Oge Energy (-2%): ha quotato circa 8 milioni di azioni a 43 dollari, con uno sconto del 2,6% rispetto alla chiusura di ieri.

BJ's Wholesale Club (+2%): utile per azione rettificato di 1,16 dollari nel trimestre, battendo le stime degli analisti di 1,09 dollari, grazie alla forte crescita delle vendite digitali e all'aumento delle entrate derivanti dalle quote associative.

Raccomandazioni analisti

Nvidia

Wedbush: buy e prezzo obiettivo alzato da 210 a 230 dollari.

UBS: buy e target price confermato a 235 dollari.

Apple

UBS: neutral e prezzo obiettivo sempre a 280 dollari.

Alphabet

Wermann di DZ Bank raccomanda nuovamente il titolo con una valutazione buy.

Walmart

RBC: buy e target price ribadito a 116 dollari.

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