Wall Street poco mossa, domani l’inflazione USA

Wall Street poco mossa, domani l’inflazione USA

Azionario indebolito dalle notizie provenienti dal fronte Nvidia e AMD mentre domani il dato sui prezzi di luglio potrebbe condizionare le scelte di settembre della Federal Reserve.

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Wall Street oggi

Wall Street poco mossa prima dell’avvio di una settimana ricca di dati macro, che potrebbero rivelarsi fondamentale per definire le aspettative sui tagli dei tassi di interesse della Federal Reserve entro la fine dell'anno.

Tra i future sui tre indici principali della Borsa di New York, quello che guadagna di più è quello sul Dow Jones, (+0,30%) quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni, mentre gli altri due (Nasdaq e S&P500) scambiano di poco sopra la parità.

Nell’azionario, restano deboli Nvidia (-1%) e Advanced Micro Devices (-3%) dopo aver concordato di versare agli Stati Uniti il 15% dei ricavi derivanti dalle vendite di chip di intelligenza artificiale alla Cina, in cambio di licenze di esportazione.

Il dollaro resta stabile nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD rimane intorno quota 1,1629, mentre il Bitcoin guadagna il 2% e si porta sopra i 120 mila dollari.

Tra le materie prime, l’oro continua il suo calo (-2%) e scende a 3.411 dollari l’oncia (future), mentre salgono i prezzi del petrolio: Brent a 67 dollari e greggio WTI a 64,20 dollari al barile.

Domani l’inflazione

L’appuntamento più importante è quello di domani quando verrà pubblicato il dato sull’inflazione di luglio che potrebbe offrire l’opportunità di valutare l'impatto dei dazi sui prezzi al consumo, in un contesto di crescenti segnali di raffreddamento del mercato del lavoro, mentre venerdì sarà il turno delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, che restituiranno indicazioni sui consumi del terzo trimestre.

I mercati swap attualmente scontano una probabilità superiore all'80% di un taglio dei tassi di un quarto di punto a settembre, con un'inflazione core prevista in aumento dello 0,3% a luglio rispetto a giugno.

"Si tratta di un numero che può probabilmente essere considerato accettabile per la Federal Reserve per procedere con un taglio a settembre", secondo Francesco Pesole e Frantisek Taborsky, strateghi valutari di ING Groep NV.

Kevin Gordon, senior investment strategist di Charles Schwab, afferma che alcuni temono che possa prendere piede una "tendenza alla stagflazione", che comporta un aumento sia dell'inflazione che del tasso di disoccupazione.

Rischio dazi

L'impatto dei dazi del Presidente Donald Trump sui prezzi al consumo è appena iniziato, secondo una ricerca di Goldman Sachs, aggiungendo così ulteriore incertezza a un mercato del Tesoro già in difficoltà a causa delle mutevoli scommesse sul ritmo dei tagli dei tassi di interesse.

Finora le aziende statunitensi hanno subito il grosso del colpo dei dazi di Trump, ma l'onere verrà sempre più scaricato sui consumatori man mano che le aziende aumentano i prezzi, prevedono gli economisti della banca, tra cui Jan Hatzius. I consumatori negli Stati Uniti hanno assorbito circa il 22% dei costi dei dazi fino a giugno, ma la loro quota salirà al 67% se i dazi più recenti seguiranno lo schema delle imposte degli anni precedenti, hanno scritto. Risultato netto: un'inflazione più rapida.

Il rapporto rafforza l'opinione diffusa tra gli economisti secondo cui i dazi di Trump alimenteranno l'inflazione, in un momento in cui la politica della Fed è diventata un argomento caldo non solo per gli operatori obbligazionari, ma persino per il presidente stesso. Trump ha infranto le convenzioni chiedendo pubblicamente alla Federal Reserve di tagliare i tassi, suggerendo le dimissioni del presidente della Fed Jerome Powell e aggiungendo un alleato – almeno temporaneamente – al comitato di politica monetaria.

L'analisi di Goldman, che suggerisce che le aziende si sono astenute da un aumento simultaneo dei prezzi, supporta la tesi secondo cui i dazi saranno in ultima analisi inflazionistici. La banca ha affermato che gli effetti dei dazi hanno finora incrementato il PCE core dello 0,2%, con un ulteriore 0,16% previsto a luglio e un ulteriore 0,5% nel resto dell'anno.

Secondo il rapporto, sebbene le imprese americane abbiano finora subito circa il 64% del danno causato dai dazi, la loro quota scenderà a meno del 10%, poiché trasferiranno una parte maggiore dei costi sui consumatori.

Agosto volatile?

I dazi imposti dal presidente Trump non sono stati sufficienti a frenare il rally del mercato azionario la scorsa settimana, con l'S&P 500 e il Nasdaq Composite che continuavano a oscillare intorno ai massimi storici.

Gli strateghi di Wall Street indicano altri fattori che alimentano il rialzo delle principali medie: l'ottimismo sul mercato dell'intelligenza artificiale e le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre.

"Agosto potrebbe essere un mese un po' volatile", ha dichiarato Gargi Chaudhuri, responsabile degli investimenti e della strategia di portafoglio di BlackRock per la regione americana.

"Non so se le eventuali flessioni che vedremo sul mercato saranno di lunga o media durata, forse più di breve", ha aggiunto, ritenendo che gli investitori potrebbero voler aggiungere investimenti a reddito fisso a breve termine ai loro portafogli per diversificare.

"Il nostro scenario di base rimane che l'aliquota tariffaria effettiva degli Stati Uniti si attesterà intorno al 15%, sufficiente a pesare sulla crescita e a far salire l'inflazione, ma non abbastanza da far deragliare l'economia statunitense o il rally azionario", prevede Ulrike Hoffmann-Burchardi, responsabile globale del settore azionario di UBS Global Wealth Management.

Notizie societarie e pre market USA

Nvidia (-1%) e Advanced Micro Devices (-3%): entrambi i produttori di chip pagheranno al governo statunitense il 15% dei ricavi delle vendite di chip in Cina, secondo fonti dei mass media.

Money Express (+56%): verrà acquistata da Western Union (+1%) in un accordo da 500 milioni di dollari interamente in contanti.

Rumble (6%): starebbe valutando un'offerta di circa 1,17 miliardi di dollari per il gruppo tedesco di AI cloud Northern Data, operazione che darebbe alla società il controllo dell'attività cloud ricca di GPU di ND.

AMC Entertainment (+5%): ricavi nel secondo trimestre pari a 1,40 miliardi di dollari, superiori ai 1,35 miliardi previsti dagli esperti (dati LSEG).

Raccomandazioni analisti

Apple

Loop Capital: neutral e prezzo obiettivo aumentato da 215 a 230 dollari.

Nvidia

Bernstein: buy e target price confermato a 185 dollari.

KGI Securities: buy e prezzo obiettivo incrementato da 186 a 207 dollari.

AirBnb

Jefferies: buy e target price ridotto da 165 a 160 dollari.

Expedia

Jefferies: neutral e prezzo obiettivo alzato da 185 a 210 dollari.

Ford Motor

Jefferies: sell e target price salito da 8 a 9 dollari.

Advanced Micro Devices

Citic Securities: buy e prezzo obiettivo alzato da 129 a 178 dollari.

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