Wall Street prevista in rosso con Intel che affonda


Mentre continua la stagione delle trimestrali a New York, i dati sulla spesa dei consumatori di dicembre negli USA mostrano un rallentamento, numeri sotto osservazione da parte della Federal Reserve in attesa del meeting della prossima settimana.


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Wall Street in rosso

Wall Street verso un’apertura sotto la parità dopo i guadagni di ieri sostenuti dai risultati delle trimestrali delle società tecnologiche.

I future sul Nasdaq cedono mezzo punto a circa meno di un’ora dall’avvio delle contrattazioni, seguito in rosso dai contratti sul Dow Jones (-0,10%) e sullo S&P500 (-0,30%).

Poco mossa la coppia EUR/USD (-0,10%), scambiata 1,087, mentre il Treasury decennale sale dell’1% (al 3,522%) e il biennale aggiunge lo 0,50% (al 4,199%).

Continua la stagione degli utili e oggi i riflettori sono tutti per Intel, in crollo nel pre-market dopo aver mancato le attese sui conti del quarto trimestre.

Dati macro

Oggi erano attesi i dati sulla spesa dei consumatori USA del mese di dicembre, i quali hanno mostrato un cammino di crescita economica più lento verso il 2023, unito ad un calo dell’inflazione che potrebbe dare alla Federal Reserve la possibilità di rallentare ulteriormente il ritmo dei suoi aumenti dei tassi di interesse la prossima settimana.

La spesa per i consumi, che rappresenta più di due terzi dell’attività economica degli Stati Uniti, è scesa dello 0,2% il mese scorso, secondo i dati del Dipartimento del Commercio USA, mentre gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto un calo dello 0,1%.

Inoltre, c’era attesa per il dato sui prezzi delle spese per i consumi personali (PCE), risultato in aumento dello 0,1% il mese scorso, dopo un aumento simile a novembre e nei 12 mesi fino a dicembre, è risultato in crescita del 5,0% dopo il 5,5% di novembre.

Escludendo le componenti volatili di cibo ed energia, l’indice dei prezzi PCE è aumentato dello 0,3% dopo essere salito dello 0,2% a novembre, mentre l’indice dei prezzi PCE core è aumentato del 4,4% su base annua a dicembre, dopo il 4,7% di novembre.

Inflazione e recessione

I dati erano sotto osservazione della Fed per determinare le sue scelte future di politica monetaria, in vista del meeting del FOMC del primo febbraio, dopo quelli di ieri sul PIL, risultato ancora ‘resistente’ alle strette sui tassi.

Una nota di Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia, sottolinea come l’economia USA “continui a stupire gli operatori di mercato che solo qualche mese fa annunciavano una pronta recessione, eventualità che al momento resta improbabile stando ai fondamentali macroeconomici e alle future mosse di politica monetaria della Federal Reserve che preannunciano un rilassamento dei rialzi del costo del denaro nelle prossime riunioni”.

Con l’appuntamento della prossima settimana tassi di interesse dovrebbero quindi passare dall’attuale livello compreso tra il 4,25-4,5% fino al 4,5-4,75% e, per le prossime riunioni, IG si aspetta “almeno altri 2 aumenti da 25 punti base portando i tassi al 5-5,25% (livello terminale per il processo di incremento del costo del denaro)”.

I dati economici, prevede Vetrella “faranno certamente ritornare alla carica i membri più ‘falchi’ all’interno del FOMC che sosterranno il mantenimento della stretta monetaria della Fed (giustificandola con la forza dell’economia) in modo da evitare la ripresa delle pressioni inflazionistiche che sono risultate pari al +6,5% a/a nel mese di dicembre”.

Pertanto, “nulla sembra far credere che l’economia americana debba soffrire più di un modesto rallentamento della crescita dovuto al normale ciclo economico che nell’anno passato ha dovuto sopportare innumerevoli esternalità negative (guerra in Ucraina, crisi energetica, inflazione e stretta monetaria)”, aggiunge l'analista.

In conclusione, secondo il manager di IG i mercati azionari potrebbero continuare “a rimanere in osservazione ancora per qualche mese in attesa di un sostenuto slancio al rialzo una volta che le pressioni inflazionistiche continueranno a mostrare un deciso rallentamento e le banche centrali stabilizzeranno il costo del denaro ad un livello non troppo deleterio per la crescita economica”.

Notizie societarie e pre-market USA

Intel (-10%): quarto trimestre terminato con una perdita di 664 milioni di dollari rispetto all’utile di 4,62 miliardi relativi allo stesso periodo del 2021, mentre il calo dell’utile netto per l’intero 2022 è stato del 60% con 8 miliardi di dollari rispetto ai 19,9 miliardi del 2021.

American Express (+5%): prevede un utile 2023 di 11 dollari per azione rispetto alle stime di Refinitiv IBES di 10,55 dollari.

Visa (+1%): utile adjusted nel primo trimestre pari a 2,18 dollari per azione, oltre i 2,01 dollari previsti.

Colgate Palmolive (-3%): utile annuo di 77 centesimi rispetto ai 79 centesimi dell’anno precedente, anche se ha fatto meglio delle previsioni del mercato di 76 centesimi. Fatturato oltre le stime, con 4,63 miliardi rispetto alle attese di 4,58 miliardi.

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