Wall Street ripartirà domani dopo il peggior anno dal 2008

Wall Street ripartirà domani dopo il peggior anno dal 2008

L’esordio della borsa di New York nel 2023 avverrà nella giornata di domani e il nuovo anno si aprirà ancora nelle incertezze che avevano caratterizzato il 2022.

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Il 2022 a Wall Street

Wall Street chiusa nella giornata di oggi, pertanto la prima seduta del 2023 è programma in calendario domani martedì 3 gennaio.

Il 2022 si era concluso con i tre principali indici di New York appena sotto la parità dopo una partenza negativa, mentre l’anno vede perdite a doppia cifra per lo S&P500 (-19,5%) e per il Nasdaq (-33%), mentre cede il 9% il Dow Jones: per Wall Street si è trattato del peggiore anno dal 2008.

“L’azionario ha registrato una performance debole nella parte finale del 2022 e nell’ultima settimana non c’è stato alcuno sviluppo, solo contrattazioni incerte senza convinzione o direzione e sembra che gli investitori siano posizionati per un inizio di trimestre di grande incertezza, il che è giusto”, racconta Craig Erlam di Oanda.

Per quest’anno, “molto dipenderà dai dati economici e da come le aziende intendono adattarsi a una recessione potenzialmente imminente. I dati verso la fine del 2022 non sono stati così promettenti come si sperava e la comunicazione della Fed e di altri soggetti è rimasta più falco delle attese”, conclude Erlam.

Dollaro e petrolio vincenti

Il 2022 ha visto il dollaro USA portare a termine il quarto anno positivo degli ultimi cinque, con una crescita dell’8,20% contro un paniere di sei principali valute, miglior risultato degli ultimi sette anni, mentre rispetto all’euro è cresciuto del 5,90%.

Anno positivo anche per le quotazioni del greggio, al suo secondo anno consecutivo di guadagno spinto dalla guerra in Ucraina e dalle speranze sulla domanda in Cina.

Il Brent ha scambiato in un range di 64 dollari, il più ampio dal 2008, e ha chiuso con un guadagno di circa l’8% dopo il balzo del 50% arrivato nel 2021.

Crescita nel 2023 pari al 5% circa per il WTI, dopo che l’anno precedente era salito del 55%.

Nel corso dell’anno appena iniziato, saranno fondamentali il divieto di vendita di greggio e prodotti petroliferi da parte della Russia ai paesi che applicheranno il price cap e il potenziale rimbalzo della domanda in Cina.

Tra gli altri asset più importanti, l’oro ha guadagnano il 9,5% nel trimestre appena terminato e il 2022 si è concluso sullo stesso livello di fine 2021.

Anno record per i rendimenti dei titoli del Tesoro, sospinti dal deciso rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve: il decennale è passato dall'1,496% della fine del 2021 al 3,879% di venerdì scorso.

Gli appuntamenti della settimana

Questa settimana il calendario economico prevede una serie di dati macro importanti, il cui culmine arriverà venerdì con il report sull’occupazione.

Il ritmo di crescita dei salari negli USA sarà un indicatore del deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro, requisito fondamentale per indurre la Federal Reserve a rallentare la propria strategia restrittiva in tema di politica monetaria.

Mercoledì il calendario prevede i verbali dell’ultima riunione di dicembre della FED, nella quale 17 dei 19 partecipanti hanno previsto un tasso di fine ciclo (terminal rate) oltre il 5%.

Infine, importanti saranno anche il dato dell’ISM manifatturiero (mercoledì) e servizi (venerdì), entrambi attesi in calo secondo il consenso raccolto da Bloomberg.

Anno “duro”

Ieri la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, avvisava il mondo dei rischi per il 2023.

“Per la maggior parte dell’economia mondiale, questo sarà un anno duro, più duro di quello che ci lasciamo alle spalle”, questo perché “le tre grandi economie, Usa, Ue, Cina, stanno tutte rallentando contemporaneamente”, mentre gli Stati Uniti, “i più resilienti, potrebbero evitare la recessione”.

Negli Usa, “vediamo che il mercato del lavoro rimane abbastanza forte. Questa è, tuttavia, una benedizione a metà perché se il mercato del lavoro è molto forte, la Fed potrebbe dover mantenere le strette sui più a lungo per far scendere l’inflazione”, precisava Georgieva.

Nel suo ultimo World Economic Outlook pubblicato ad aprile 2022, il Fondo monetario internazionale prevedeva una crescita globale del 3,6% nel 2022 e nel 2023, al ribasso rispetto al 4,4% e del 3,8% del report di gennaio dello stesso anno.

Notizie societarie

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Euroseas

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