Wall Street, si riaccende dopo i dati macro

Wall Street, si riaccende dopo i dati macro

Dopo l’effetto Powell di ieri, i dati sull’inflazione attesi per oggi fanno virare in positivo i future, lasciando presagire un’apertura positiva per la borsa americana.

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Wall Street positiva

Dopo una mattinata trascorsa intorno la parità, i future di Wall Street tornano a crescere.

A circa un’ora dall’avvio delle contrattazioni, i contratti sul Nasdaq guadagnano lo 0,70%, seguiti da quelli sullo S&P500 con una crescita di mezzo punto percentuale, mentre il Dow Jones aggiunge lo 0,20%.

Le chiusure di ieri avevano visto lo S&P500 arrivare a 4.084 punti (+3,1%), posizionandosi al di sopra della media mobile in 200 giorni per la prima volta dallo scorso aprile e ai massimi da settembre. Il Nasdaq aggiungeva il 4,4% (11.468 punti), mentre il Dow Jones saliva del 2,18% (34.589,77).

Dopo le “prese di profitto di questa mattina”, spiega Rick Meckler, partner di Cherry Lane Investments a New Vernon, New Jersey, “non sarei affatto sorpreso di vedere il mercato continuare il suo rally”.

Dati macro

L’accelerazione è arrivata dopo la diffusione di alcuni dati macro, sotto osservazione da parte della Fed nel decidere le sue mosse future.

Focus sul dato dell’indice dei prezzi per le spese principali del mese di ottobre, risultato a +0,2% e in calo rispetto al precedente +0,5%, mentre quello dei prezzi ‘core’ PCE ha rallentato più del previsto su base mensile, scendendo a +0,2% dal +0,3% previsto e del +5% su base annuale dal 5,2% precedente.

Diminuiscono più delle attese le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA relative alla settimana dal 26 novembre 2022. I ‘claims’ sono risultati pari a 225 mila unità, in diminuzione di 16.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 241.000 (rivisto da un preliminare 240.000), anche se risulta migliore delle attese degli analisti che erano per richieste pari a 235 mila unità.

Poco prima era stato diffuso il rapporto Challenger, Gray & Christmas, nel quale le principali società statunitensi hanno indicato nel mese di novembre un taglio di circa 76.835 posti di lavoro.Il dato rappresenta un aumento del 127% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 33.843 licenziamenti e un aumento del 417% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Novembre segna la sesta volta quest'anno in cui i tagli sono stati più elevati nel 2022 rispetto al mese corrispondente dell'anno precedente.

Tassi e bond

Il mercato aveva ricevuto ieri ciò che speravano da Powell, ovvero la possibilità di un rialzo inferiore dei tassi Fed rispetto a quanto fatto finora, già a partire dalla prossima riunione del FOMC previsto il 13 e il 14 dicembre.

Powell aveva anche avvertito che la lotta contro l’inflazione non è terminata, oltre ad indicazioni di un tasso terminale “un po' più alto” rispetto al 4,6% atteso lo scorso settembre.

A questo punto, gli operatori vedono al 91% la possibilità di un aumento di 50 punti base a dicembre, con il tasso finale che dovrebbe raggiungere il 5% nel maggio 2023.

La prospettiva di una stretta monetaria inferiore a quelle precedenti di 75 punti base ha scatenato gli acquisti anche sui Treasuries Usa, portando i rendimenti in calo, con quelli dei Treasuries a 10 anni al 3,618% e i tassi a cinque anni in flessione al 4,343%.

Notizie societarie e relativi movimenti nel pre-market USA

SalesForce (-7%): le sue previsioni sul trimestre in corso sono state inferiori alle attese, mentre si è dimesso il co Ceo, Bret Taylor.

SnowFlake (-5%): si attende un quarto trimestre con ricavi non superiori ai 540 milioni di dollari rispetto ai 555 milioni attesi dal consensus.

Dollar General Corp (-5%): ha ridotto le sue previsioni di profitto annuale e ora si aspetta utili per azione per l’anno fiscale 2022 in aumento di 7-8% rispetto alle precedenti indicazioni di 12-14%.

Synopsys (+6%): oltre le stime il fatturato (+11%) e l’utile del quarto trimestre dell’anno.

G-III Apparel Group (-28%): si attende un minore profitto per l’esercizio 2023 e utili nel terzo trimestre al di sotto delle stime di Refinitiv, a causa dell’impatto dell’inflazione sulla spesa dei consumatori e sulle catene approvvigionamento.

Raccomandazioni analisti

Apple

UBS: ancora ‘buy’ e prezzo obiettivo fermo a 180 dollari.

SalesForce

Wedbush: ‘buy’ e target price ridotto da 215 USD a 200 dollari.

Morgan Stanley: ‘buy’ e prezzo obiettivo diminuito a 250 USD dai precedenti 273 dollari.

Raymond James: ‘buy’ e target price in calo da 225 USD a 200 dollari.

Deutsche Bank Securities: ‘buy’ e prezzo obiettivo a 200 USD dai 220 precedenti.

SnowFlake

Deutsche Bank Securities: ‘buy’ e target price lievemente ridotto a 185 dollari (190 precedenti).

Piper Sandler: ‘buy’ e prezzo obiettivo diminuito da 218 a 200 USD.

Okta

Deutsche Bank Securities: ‘buy’ e target price ridotto da 90 USD a 80 dollari.

RBC Capital Markets: ‘buy’ e prezzo obiettivo aumentato a 80 USD rispetto ai 70 dollari precedenti.

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