Wall Street sollevata dall’approvazione della legge sul debito


Ora la legge per sospendere il tetto del debito fino al 2025 passa al Senato ma le previsioni parlano di un passaggio senza particolari difficoltà, facendo volgere lo sguardo alle prossime mosse della Federal Reserve.


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Wall Street piatta

Si ritirano i future sui principali indici di Wall Street dopo una mattinata (europea) caratterizzata da rialzi a seguito dell’approvazione alla Camera della legge per sospendere il tetto del debito USA e i cambi nelle previsioni circa una pausa nel processo di rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

A meno di un’ora dall’avvio ufficiale degli scambi a New York, il contratto sul Nasdaq e quello sul Dow Jones cedono lo 0,10%, con quello sullo S&P intorno la parità, non ‘scalfiti’ dalla diffusione dei dati macro previsti per oggi.

Si rafforza leggermente il dollaro nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD torna in parità a 1,0694.

Recuperano i rendimenti dei Treasury USA e il biennale migliora al 4,374%, con il decennale in scia al 3,625%.

Approvato l’accordo sul debito

Ieri una Camera divisa ha approvato la legge per sospendere il tetto del debito di 31.400 miliardi di dollari, scongiurando così il catastrofico default, con il sostegno della maggioranza sia dei Democratici che dei Repubblicani, alimentando l'ottimismo che possa passare al Senato prima del fine settimana.

L’accordo raggiunto dalle parti rimuove temporaneamente il limite di indebitamento del governo federale fino al 1° gennaio 2025 e questa tempistica consente al Presidente Joe Biden e al Congresso di accantonare la questione politicamente rischiosa fino a dopo le elezioni presidenziali del novembre 2024.

L’approvazione in Senato dovrebbe essere una “formalità” secondo Ray Attrill, responsabile della strategia di cambio della National Australia Bank e dovrebbe “superare l’ostacolo dei 60 voti, dopo alcune prese di posizione politiche e procedurali” da parte di alcuni esponenti politici, sottolineano gli analisti di BTIG.

Stop ai rialzi dei tassi

L’umore del mercato era stato sostenuto anche dalle dichiarazioni di alcuni membri della Federal Reserve, tra cui il presidente della Fed di Filadelfia, Patrick Harker, e il governatore e vicepresidente designato Philip Jefferson, con quest’ultimo che ha indicato che il rialzo dei tassi “salterà” alla riunione politica della Fed del 13-14 giugno.

Dichiarazioni che hanno cambiato di netto le previsioni degli operatori sulla prossima riunione e ora si attendono al 69,2% la conferma dell’attuale tasso rispetto al 36% di ieri.

“Al momento il mercato si concentra anche sulle tendenze macro di ampio respiro, come le opzioni di tapering da parte delle banche centrali”, ha dichiarato Sandrine Perret, gestore di portafoglio presso Unigestion, anche se secondo lui “non siamo ancora a quel punto, ma ci siamo quasi”.

Dati macro

Oggi erano attesi anche alcuni dati macro, particolarmente attesi in vista della riunione della Federal Reserve.

I dati ADP sull’occupazione non agricola del mese di maggio hanno mostrato una creazione di nuovi posti di lavoro (278 mila) oltre le attese degli analisti (170 mila), anche se leggermente inferiore al dato precedente (291 mila rivisto da un preliminare di 296 mila).

Praticamente in linea con le attese il dato sulle richieste iniziali di disoccupazione alla settimana al 26 maggio, risultate pari a 232 mila dalle 235 mila attese, in leggera crescita dalle 230 mila del dato precedente.

Tra gli altri dati in programma oggi, il costo unitario lavoro nel primo trimestre su base trimestrale sale del 4,2%, in aumento rispetto al precedente +3,3% (la previsione era +6,3%) e la produttività nel primo trimestre su base trimestrale scende del 2,1%, in calo rispetto al precedente +1,6% (la previsione era -2,7%).

Notizie societarie e pre-market USA

Salesforce (-5%): crescita nel primo trimestre dei ricavi dell’11% a 8,25 miliardi di dollari, il ritmo di crescita più lento degli ultimi 13 anni, mentre gli analisti si aspettavano 8,18 miliardi di dollari (dati Refinitiv).

Lucid Group (-7%): annunciata la raccolta di circa 3 miliardi di dollari attraverso un'offerta azionaria, di cui quasi due terzi proverranno dal Fondo pubblico di investimento dell'Arabia Saudita (PIF).

Macy’s (-6%): tagliate le previsioni di utili e vendite per l’anno fiscale in corso a causa di sconti maggiori e del calo della domanda dei consumatori per i suoi prodotti di alta gamma.

Advance Auto Parts (-2%): ha ridotto le sue prospettive di profitto per l’intero anno a causa dei costi elevati.

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