Webuild sotto i riflettori grazie ai nuovi ordini già oltre i suoi target


La società ha ottenuto ordini nel primo trimestre già oltre le proprie previsioni per l’intero anno e superando anche le performance dello stesso periodo per il 2021 e 2022.


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Luci su Webuild

Apertura positiva per il titolo Webuild a Piazza Affari, in netta controtendenza rispetto alle vendite di questa mattina sul Ftse Mib (-1%) grazie ai risultati comunicati sui nuovi ordini del primo trimestre, già oltre la guidance stabilita dalla società.

Le azioni della società di costruzioni guadagnano oltre l’1% e toccano un massimo di 2 euro, recuperando così le perdite degli ultimi giorni.

Se il bilancio del mese di aprile resta negativo per Webuild (-2%) alla borsa di Milano, la performance del 2023 vede il titolo in crescita di oltre il 38% rispetto agli 1,43 euro di inizio gennaio.

Volano gli ordini

I primi tre mesi del 2023 hanno visto in nuovi ordini arrivare a 11,4 miliardi, compresi i 6,3 miliardi di progetti per cui risulta migliore offerente, già oltre le previsioni della stessa società per l’intero anno, compresa tra i 10 e 10,5 miliardi di euro, e superando anche le performance dello stesso periodo per il 2021-2022.

Oltre il 60% dei nuovi ordini, spiega il comunicato diffuso ieri a mercato chiuso, “proviene dall’estero” in mercati quali Australia, paese chiave in cui il gruppo ha recentemente finalizzato l’acquisizione della società australiana Clough, gli Stati Uniti, Arabia Saudita e altri paesi dell’Europa.

In Italia, gli ordini acquisiti e in corso di finalizzazione ammontano a 4,1 miliardi relativi principalmente a progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

A questi si aggiungono i lavori relativi alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e delle connesse opere ferroviarie e stradali per un valore complessivo stimato in circa 11 miliardi di euro, di cui il 45% di pertinenza del gruppo.

Si tratta di “una raccolta ordini notevole”, sottolineano gli analisti di Exane BNP Paribas, i quali confermano la raccomandazione outperform sul titolo Webuild, con prezzo obiettivo a 2,1 euro.

A questo punto, aggiungono da Exane, “le nostre stime su nuovi ordini a circa 13,3 miliardi per l’esercizio in corso "potrebbero essere prudenti alla luce delle dinamiche registrate da inizio anno”.

Le previsioni 2023-2025

Sulle ali dell’ottimismo per questi risultati, la società conferma i target del biennio 2023-2025 di 10,5-11 miliardi di ricavi e 990-1.050 di Ebitda a fine periodo, già interamente coperti dal backlog ordini attuali, e una solida struttura finanziaria di cassa netta e 57 miliardi di backlog ordini.

Per il 2023, inoltre, l’execution dei progetti in corso e l'importante order intake conseguito consentono di confermare la guidance finanziaria per il 2023: ricavi fra 9 e 9,5 miliardi e un Ebitda compreso fra 720 e 760 milioni.

Previsioni che, specificano da Webuild, si basano sull’assenza di cambiamenti rilevanti sia nella crisi geopolitica relativa al conflitto militare in Ucraina che nell’evoluzione dell'’emergenza sanitaria e non assumono dinamiche estreme di disruption dello scenario macroeconomico.

Ancora contratti

Ieri, intanto, la controllata australiana Clough ha annunciato un nuovo contratto del valore complessivo di 147 milioni di euro (238 milioni di dollari australiani).

Il contratto, ottenuto in joint venture al 60% con la società di ingegneria Jacobs, prevede il potenziamento del processo di trattamento dei fanghi del Woodman Point Water Resource Recovery Facility (WRRF) di Perth, il più grande impianto di trattamento acque reflue del Western Australia per il recupero di questi fanghi e la produzione dei cosiddetti biosolidi, chimica verde per la rigenerazione dei suoli e biogas per la produzione di energia.Il completamento dei lavori è previsto dalla società entro la metà del 2026, a cui seguiranno la messa in esercizio e il collaudo del nuovo sistema, per permettere l’entrata in funzione piena entro la fine del 2026.

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