Zampata Unicredit su Commerzbank: Orcel sale al 21%
La banca milanese tira dritto incurante delle resistenze in Germania e chiede l’autorizzazione alla BCE di poter salire fino al 29,9% del capitale del secondo istituto tedesco.
Unicredit sale in Commerzbank
Incurante delle resistenze in Germania, Unicredit prosegue dritta nella sua ‘campagna tedesca’ e sale ancora nel capitale di Commerzbank. Il colpo di scena arriva a metà mattinata con una nota diffusa da Piazza Gae Aulenti nella quale si annuncia la sottoscrizione di strumenti finanziari su una quota pari a circa l’11,5%, raggiungendo così il 21% circa del capitale della banca tedesca.
La banca ha anche presentato istanza regolamentare alla Banca centrale europea per l'acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9%, presagendo così nuove future operazioni. Da Unicredit specificano che la sua esposizione in Commerzbank può essere aumentata o ridotta in funzione “dell’esito delle interlocuzioni” con la banca tedesca, “i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania”.
Infine, il regolamento in azioni degli strumenti sottoscritti oggi può avvenire solo subordinatamente all'ottenimento delle relative autorizzazioni, sottolinea Unicredit in una nota.
La notizia muove il mercato, con Commerzbank che prima recupera il calo di questa mattina, poi torna nuovamente negativa e cede l’1,8% a 15,425 euro. Peggiora Unicredit, già in rosso nel corso delle prime ore di scambi, arrivando a perdere oltre il 2,90%, sotto quota 37 euro.
Creare valore
Nella nota la banca milanese cerca di rassicurare gli animi in Germania, ribadendo che “ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in Unicredit, a beneficio dell'intera Germania e di tutti i suoi stakeholders. Ciononostante, come avvenuto per Unicredit stessa, lo sviluppo di tale potenziale richiede l'adozione di azioni concrete”.
Oltre a condividere l’idea della Commissione europea circa la necessità di un’unione bancaria forte, da Unicredit aggiungono che “la crescita e la competitività del sistema bancario tedesco sono fondamentali sia per l'economia tedesca che per l'Europa nel suo complesso”.
“In ciascuno dei 12 mercati in cui è presente in Europa, Unicredit ha dimostrato di essere un operatore di mercato responsabile, impegnato e serio. Con riferimento in particolare alla Germania, il Gruppo è presente nel paese da quasi 20 anni, fornendo supporto ai propri dipendenti e servendo i propri clienti con una gamma di prodotti completa e competitiva”, conclude la nota.
Reazioni
Arrivate le prime reazioni dalla Germania, in particolare Stefan Wittmann, membro del consiglio di sorveglianza di Commerzbank, definendo la mossa di Unicredit un “atto aggressivo completamente inappropriato”. Wittmann ha ribadito la sua determinazione a combattere qualsiasi accordo con gli italiani: "Ci aspettiamo lo stesso dal nostro Governo".
Stesso tono usato dal sindacato tedesco Verdi, il quale ha sottolineato la sua determinazione a difendere la banca dall'acquisizione, affermando che avrebbe usato tutti i mezzi per tenere la banca fuori dalle mani di un rivale più grande. "Il nostro compito è chiaro. Combatteremo con tutti i mezzi per l'indipendenza", ha detto un portavoce del sindacato all’agenzia Reuters, ribadendo di essere “fermamente contrari alla strategia aggressiva di Unicredit".
Apprezzamento per la mossa è stato espresso dal vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo il quale la banca italiana "fa bene a muoversi" sul mercato interno UE. In un'intervista a Class Cnbc, il Ministro afferma che "essere europeisti soltanto a chiacchiere lascia un po' a desiderare" e che "non ci si può sorprendere se qualche italiano va ad acquistare altrove".
"Spesso si chiede all'Italia di aprire le porte a privatizzazioni, a presenze di stranieri, e poi quando le imprese italiane vanno fuori i confini si dice 'allora no', bisogna difendere la realtà di quei paesi", ha concluso Tajani.
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