Affare Warner Bros, l’ombra di Trump dietro la mossa di Paramount contro Netflix

Affare Warner Bros, l’ombra di Trump dietro la mossa di Paramount contro Netflix

Mossa a sorpresa nella vicenda che vede al centro la società dei media me restano i timori antitrust e i dubbi su un conflitto di interesse da parte del presidente degli Stati Uniti.

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L’offerta ostile di Paramount per Warner Bros

Sembrava tutto deciso nell’affare che porterà Netflix ad impossessarsi di Warner Bros Discovery ma ieri Paramount si è lanciata sull’operazione presentando un’offerta per acquisire l’intera società con l’obiettivo di dar vita ad un colosso globale dei media.

L’offerta ostile prevede una valutazione pari a 108,4 miliardi di dollari per tutte le attività di Paramount, pari a 30 dollari per azione in contanti, mentre Netflix aveva ottenuto un accordo da 72 miliardi, pari a 28 dollari per azione, ma solo per alcuni degli asset del gruppo, in particolare quelli riguardanti la TV, i cinematografici e gli streaming.

L’offerta di Paramount verrà comunque esaminato dal consiglio di amministrazione di Warner, ma il board ribadiva ieri la raccomandazione favorevole all’accordo con Netflix, invitando gli azionisti a “non intraprendere alcuna azione” sulla nuova offerta.

A Wall Street intanto, il titolo Paramount ha chiuso la seduta di ieri con un +9%, Warner Bros Discovery il +4,4%, mentre Netflix ha perso il 3,4%.

L’ombra di Trump

L’offerta di Paramount è sostenuta dalla famiglia Ellison tramite finanziamenti provenienti da Affinity Partners: Larry Ellison è uno storico alleato di Donald Trump e la holding è guidata dal genero del presidente degli Stati Uniti, Jared Kushner. Inoltre, i finanziamenti arriverebbero anche fondi sovrani del Medio Oriente, fra cui Arabia Saudita, Qatar e Abu Dhabi, con cui Trump si è riunito spesso negli ultimi mesi per stringere accordi economici.

Kushner è stato consigliere della Casa Bianca durante il primo mandato di Trump e ha continuato a occuparsi di politica mediorientale durante la seconda amministrazione Trump, pur non avendo un titolo ufficiale. Quest'anno Trump ha proposto che gli Stati Uniti sgomberino la Striscia di Gaza, devastata dalla guerra, e la sviluppino come località balneare internazionale, facendo eco a un'idea ventilata da Kushner, che era un promotore immobiliare a New York prima del primo mandato di Trump. Affinity Partners ha beneficiato di un afflusso di denaro da parte di investitori mediorientali l'anno scorso, mentre Trump cercava di essere rieletto.

"La linea di demarcazione tra la gestione del governo e gli interessi commerciali della famiglia si allarga ogni giorno di più", sottolinea Scott Amey, consigliere generale del gruppo di interesse pubblico Project On Government Oversight. Trump dovrebbe "evitare di dire e fare qualsiasi cosa legata al potenziale accordo con la Warner Brothers, e stare alla larga da qualsiasi accusa che stia cercando di aiutare suo genero, che è legato alla Paramount", ha aggiunto.

Ieri Trump ha dichiarato ai giornalisti di non aver parlato con Kushner di Warner Bros Discovery, aggiungendo che né Netflix né Paramount "sono miei amici". Un giorno prima, Trump aveva detto che sarebbe stato coinvolto in una decisione sulla proposta di acquisizione da parte di Netflix.

All’attacco anche la politica. La senatrice del Partito Democratico Elizabeth Warren ha definito un’eventuale acquisizione "un allarme a cinque sirene", sostenendo che la presenza di finanziatori vicini al presidente Trump sollevi dubbi su "influenza politica e rischi per la sicurezza nazionale".

Il conflitto di interessi

Al pari dell’acquisizione da parte di Netflix, l'operazione Paramount-Warner Bros porterebbe con sé forti timori antitrust e dubbi sul conflitto di interessi di Trump.

"Se si dovesse tenere un corso di economia sui conflitti di interesse, questo sarebbe l’esempio principale", spiega Nell Minow, presidente di ValueEdge Advisors, aggiungendo che Trump dovrebbe ricusarsi da qualsiasi coinvolgimento nell'autorizzazione dell'affare.

Sebbene i presidenti degli Stati Uniti siano esenti dalla legge federale sul conflitto d'interessi, "di solito, ciò che vediamo è che i presidenti si separano dalle loro imprese e fanno di tutto per non essere coinvolti nelle imprese della loro famiglia per evitare che gli americani mettano in discussione le loro azioni", sottolinea Jordan Libowitz di Citizens for Responsibility and Ethics a Washington.

Per quanto riguarda i rischi per la concorrenza, l'unità antitrust del Dipartimento di Giustizia esaminerà l'accordo finale per garantire che non danneggi la concorrenza nel mercato dei media, tenendo sotto controllo i prezzi al consumo e assicurando agli inserzionisti un mercato equo.

La posizione delle due aziende

Paramount sostiene che la propria proposta garantisca 18 miliardi in più rispetto a quella di Netflix e un percorso regolatorio più semplice. "Crediamo che la nostra offerta creerà un'Hollywood più forte", ha dichiarato il CEO David Ellison, figlio del numero uno di Oracle Larry Ellison, aggiungendo che il progetto è "pro-Hollywood, pro-consumer e pro-competition".

Il co-CEO di Netflix, Ted Sarandos, ha definito l'offerta ostile "del tutto prevedibile", affermando tuttavia di essere fiducioso nel completamento dell'operazione. Il manager ha poi criticato i presunti 6 miliardi di sinergie indicate da Paramount, sottolineando che simili risparmi "vengono dai tagli di posti di lavoro", mentre Netflix "non sta tagliando posti, ma creando lavoro".

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: NFLX.US
Isin: US64110L1061
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Codice: PARA
Isin: US92556H2067
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