Banco BPM possibile target per M&A secondo JP Morgan

La banca americana ritiene che l’istituto guidato da Giuseppe Castagna possa essere appetibile da un istituto francese nel caso in cui andasse in porto la fusione tra Unicredit e Commerzbank.
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Banco BPM e gli scenari di M&A
Quali scenari per il settore bancario europeo apre la mossa di Unicredit su Commerzbank? Gli analisti di JP Morgan sembrano avere le idee abbastanza chiare e individuano come protagonista Banco BPM e alzano il target price sulla banca guidata da Giuseppe Castagna da 6 a 6,40 euro.
Per gli esperti statunitensi Unicredit potrebbe non essere ancora fuori da future operazioni di M&A sul mercato domestico e, se un’eventuale fusione con Commerzbank dovesse distrarla dall’Italia, Banco BMP rimarrebbe un possibile target per altri istituti. Tra questi, JP Morgan individua Credit Agricole, già proprietaria del 9% dell’istituto italiano e da molto tempo attivo nel nostro Paese.
“Se il governo tedesco appoggiasse l'acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit, sarebbe difficile per il governo italiano respingere l'acquisizione del Banco o di Mps da parte di una banca francese", commenta il broker che ritiene il Banco più appetibile tra le due. In aggiunta, l’istituto potrebbe sorprendere con una maggiore remunerazione degli azionisti, conclude JP Morgan.
Focus degli analisti
Intanto, il titolo Banco BPM guadagna il 2,70% a Piazza Affari quando mancano due ore alla chiusura di Piazza Affari, salendo fino a toccare i 6 euro per azione. Il prezzo è cresciuto del +21% da inizio 2024 rispetto al +9,30% del FTSE MIB.
Il consenso Bloomberg registra 7 ‘buy’, 7 ‘hold’ e 2 ‘sell’, con target price medio di 7,15 euro. Gli analisti di WebSim Intermonte mantengono il prezzo obiettivo su BAMI a 7,6 euro e analizzano i risultati del secondo trimestre, ritenendoli in linea con le stime.
“La top line si è attestata a 1,361 miliardi (+1,2% A/E), grazie a la NII che si è mantenuto elevato, ai proventi assicurativi superiori alle attese e al Fee Income, che ha beneficiato di elevate commissioni della banca commerciale, di un aumento delle commissioni da attività specialistiche e di maggiori commissioni da prodotti di investimento, per lo più guidate da maggiori operazioni di collocamento”.
Inoltre, concludono dalla sim, il rapporto costi/ricavi è stato del 49,2% nel trimestre (48% nel primo semestre) e l'utile netto è stato in linea con le stime, pari a 380 milioni.
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