Banco BPM si accende di nuovo con nuove voci su un interesse di Unicredit


Il cda di Unicredit previsto per oggi potrebbe vagliare una possibile operazione con Banco BPM, anche se sulla fusione pesano il contesto internazionale e l’interesse di altri istituti potenzialmente interessati.


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Banco BPM in rally

Risiko bancario ancora al centro dell’attenzione di Piazza Affari, con nuove voci su una possibile operazione Unicredit/Banco BPM che rilanciano i rumor diffusi la scorsa settimana.

La giornata si apre con forti acquisti su Banco BPM che spingono il titolo fino a guadagnare oltre il 5% e un massimo di 3,71 euro per azione, per poi ripiegare leggermente.

Positiva anche Unicredit (+1,30%) così come tutto il settore bancario, sostenuto dai primi segnali di de-scalation arrivati in queste ore sul ritorno alle basi permanenti di alcune truppe russe impegnate in esercitazioni verso i confini ucraini, secondo quanto riferiva l’agenzia Interfax.

Il cda di Unicredit

Nell’agenda della banca milanese è prevista per oggi la riunione del consiglio di amministrazione che dovrà deliberare sul progetto di bilancio e sul bilancio consolidato.

Voci diffuse dal Messaggero non escludono una possibile informativa sull’operazione Banco Bpm da parte del Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, soprattutto in relazione a quanto avvenuto venerdì scorso.

Nelle ore successive alle ipotesi di un’Opa verso BPM, infatti, da Unicredit non era arrivata alcuna smentita, ma un’indicazione di valutazione di “tutte le opzioni strategiche disponibili”, con l’indicazione di mantenere informato il mercato in caso di “qualsiasi sviluppo concreto”.

Dal quotidiano romano, però, ipotizzano che le indiscrezioni dei giorni scorsi possano aver compromesso il blitz su Banco BPM con un’offerta da 4 euro per azione.

Nel fine settimana non erano emerse novità o informazioni circa riunioni straordinarie ad hoc, così come indicavano i rumor, lasciando dunque aperta la possibilità che la data odierna riservi qualche sorpresa.

L’interesse di Piazza Gae Aulenti per Banco BPM, comunque, resta ‘caldo’ alla luce anche di contatti avuti con Morgan Stanley, Jp Morgan e Mediobanca, anche se il lancio di un’Opa viene considerata non imminente, visto anche il difficile contesto internazionale.

Le difficoltà secondo Equita Sim

L’operazione Unicredit/Banco BPM potrebbe vedere ulteriori difficoltà oltre alla crisi ucraina. Secondo gli analisti di Equita Sim, il ‘matrimonio’ potrebbe essere “avversato sul fronte politico, anche alla luce del mancato accordo tra il Mef e Unicredit sul dossier Mps e su cui sia Unicredit che Banco Bpm rimangano potenziali interlocutori”.

Inoltre, il Ceo di Banco BPM, Giuseppe Castagna, avrebbe contattato il suo collega di Credit Agricole, Giampiero Maioli, con il fine di valutare una possibile fusione tra le due banche, mossa difensiva in caso di Opa ostile di Unicredit.

Il ‘rifugio’ di BPM in Francia arriverebbe in un contesto di partnership nella joint venture del credito al consumo Agos e di complementarità delle reti, rendendo “l’ipotesi di una business combination” che “avrebbe sicuramente senso dal punto di vista industriale”, sottolineano da Equita.

L’operazione creerebbe il secondo gruppo bancario italiano con una quota di mercato nazionale superiore al 12% per sportelli (davanti a Unicredit), con una forte presenza al nord Italia intorno al 16%, mentre in Lombardia raggiungerebbe Intesa Sanpaolo con una quota del 20%.

Per la sim milanese, però, “rimarrebbe comunque da valutare come un’operazione di questo tipo possa essere strutturata e se possa prevedere o meno un premio per gli azionisti di Banco BPM, eventualità che sarebbe invece garantita da un’Opa ostile da parte di Unicredit”.

Sulla base dei costi di Banco BPM, da Kbw calcolano un premio di acquisizione del 30% derivanti dall’operazione e circa 2 miliardi di euro di oneri una tantum per l’integrazione con Unicredit.

L’eps previsto dall’istituto prevede un aumento del 12% e la capacità in capo al nuovo gruppo di pagare un rendimento sul capitale di oltre il 10% l’anno nel 2023/2024, mantenendo il Cet 1 ratio proforma al di sopra del 13,5%.

L’utile per azione di Unicredit passerebbe da 1,88 a 2,11 euro, mentre il nuovo gruppo potrebbe pagare 2,195 miliardi di euro di dividendi nel 2024 ed effettuare 3 miliardi di buyback, per un total capital return yield del 13,4%, possibile aumento dei tassi nell’eurozona escluso.

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