Cosa Sapere Prima di Investire in ETF sul Petrolio


Come investire nel greggio con gli ETF sul petrolio: cosa sono, quali sono le loro caratteristiche e tutto quello che devi sapere.


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L'oro nero che attira gli investitori

Tra le materie prime, il petrolio è tra gli investimenti più allettanti per gli investitori. Prima di qualsiasi investimento è fondamentale capire come funziona un ETF sul petrolio, quali sono i rischi e i potenziali vantaggi. Dubbi leciti, ai quali cercheremo di rispondere in questo articolo. L’oro nero non è certo una novità per buona parte dei portafogli degli italiani, e ci si domanda se investire sul petrolio sia conveniente e in che modo lo si possa fare in maniera efficace. Prima di aprire una qualsiasi posizione, ogni investitore dovrebbe analizzare con attenzione le proprie intenzioni di investimento e la situazione sul mercato.

Anche i piccoli investitori possono investire sul petrolio grazie agli ETF, fondi di investimento a gestione passiva che si muovono seguendo le variazioni di prezzo del petrolio sul mercato.

Vediamo dunque come funzionano e come sceglierli.

ETF come funzionano

Gli Exchange traded fund sono diventati lo strumento finanziario preferito da un numero crescente di investitori, sia istituzionali che privati. Trasparenza, facilità di scambio, efficienza fiscale e bassi costi sono le caratteristiche dietro a questo successo.

L'ETF (acronimo di Exchange Traded Fund) rappresenta uno strumento finanziario derivato in grado di replicare l'andamento di un bene o asset, definito sottostante. Un ETF può essere legato all’andamento di molteplici asset class, come azioni, indici o materie prime. Differenza fondamentale tra ETF ed ETC (Exchange Traded Commodities) è che questi ultimi richiedono un sottostante fisico corrispondente e garantito dall’emittente.

Gli ETF sono quotati in Borsa, e per l’Italia il mercato di riferimento è ETFplus, gestito appunto da Borsa Italiana. Gli ETF sono caratterizzati da una gestione di tipo passivo: questo aspetto rende molto economica la gestione di questi fondi rispetto ai fondi attivi.

In ottica di diversificazione degli investimenti, può essere efficace aggiungere nel proprio portafoglio anche questi prodotti.

Tipologie di ETF sul petrolio

La domanda e, di conseguenza, il prezzo del petrolio sono legati all'andamento del ciclo economico globale e in particolare di quelli dei Paesi principali (Stati Uniti e Cina). Il motivo è evidente, poiché le fasi di espansione economica si caratterizzano per l'elevata attività di produzione di energia e di utilizzo di carburanti per il trasporto. Ne consegue che, in periodi di crescita si assiste a trend rialzisti del prezzo del greggio; al contrario, nelle fasi di recessione e di crisi il prezzo del greggio cala. Un comportamento molto diverso è quello di un’altra materia prima molto apprezzata dagli investitori: l’oro. Più che dal ciclo economico, il prezzo del metallo giallo è condizionato dalla speculazione finanziaria e dalla sua storica funzione di bene rifugio.

Tornando agli ETF sul petrolio, ne esistono di varie tipologie e gli investitori si chiedono quale sia l'ETF migliore per investire sulla quotazione del greggio.

Tra le prime cose che saltano all’occhio di chi cerca un ETF sul petrolio c'è sicuramente il fatto che di ETF sul petrolio ne esistono veramente tanti, e solo limitandoci a quelli quotati su Borsa Italiana possiamo contare circa 25 ETF che consentono di prendere posizione sul greggio: c'è senza dubbio modo di spaziare con diversi prodotti ben diversificati.

Ecco i principali tipi di ETF sul petrolio disponibili:

  • ETF petrolio long (per puntare sul rialzo)
  • ETF petrolio short (per puntare sul ribasso)
  • ETF petrolio a leva (amplifica i movimenti del sottostante)
  • ETF petrolio WTI (benchmark statunitense)
  • ETF petrolio Brent (benchmark europeo)
  • ETF petrolio hedged (offre la copertura contro il rischio cambio)
  • ETF su derivati del petrolio (ad esempio benzina).

ETF sul Petrolio come scegliere

Come scegliere tra i vari tipi di ETF sul petrolio? Per capire come scegliere l’opzione migliore gli analisti consigliano l’attenta valutazione di quattro parametri:

  • Liquidità: In caso di asset come il petrolio, è necessario scegliere un prodotto liquido. Un ETF con un'ottima capitalizzazione e scambiato ogni giorno per buoni volumi consente di essere venduto in qualunque momento.
  • Costo: Il costo totale di un Etf può essere approssimativamente suddiviso in costi di proprietà (holding costs) e costi di transazione. I costi di proprietà includono le commissioni e altri fattori che influiscono sul rendimento relativo al benchmark replicato. I costi di transazione comprendono commissioni e spread bid/ask.
  • Tasse: il Paese di origine dell’ETF può influire sul costo, considerando che sugli investimenti esteri vengono applicate tasse maggiori. Un ETF petrolio quotato su Borsa Italiana è invece armonizzato col regime fiscale italiano.
  • Leva finanziaria: Gli ETF con leva moltiplicano sia i potenziali guadagni che il potenziale rischio di perdite. Presso la Borsa di Milano sono presenti ETF Petrolio a Leva 2, a Leva 3, a Leva 5 e a Leva 7.

Quali sono i rischi degli ETF petrolio?

Ogni investimento porta con sé una certa quantità di rischio. I rischi più comuni legati agli ETF petrolio sono i seguenti:

  • Scarsa liquidità: Più il valore complessivo del fondo è basso, più il rischio aumenta, perché in momenti di scarsa liquidità, lo spread tra domanda e offerta può essere molto alto;
  • Volatilità: Il petrolio è un asset ad alta volatilità, dato che ad influenzarlo è anche l'andamento del ciclo economico globale;
  • Crisi: Le crisi politiche (interne o internazionali) dei Paesi produttori di greggio si riflettono sul prezzo del petrolio stesso;
  • Rischio cambio: Il rischio cambio è presente quando la valuta della nazione dove investite si riduce o aumenta nei confronti dell’euro.

ETF Petrolio: differenza tra Brent e WTI

In ambito internazionale non esiste un unico parametro di riferimento per il prezzo del barile. Le due tipologie più diffuse si differenziano per prezzo, luogo di estrazione e qualità.

  • Petrolio greggio Brent: estratto dal mare del nord ed è il riferimento per il mercato europeo
  • WTI (West Texas Intermediate): estratto da Texas, Louisiana, Nord Dakota (Stati Uniti), prodotto di qualità tendenzialmente superiore ed è il riferimento per il mercato americano

Anche se si tratta della stessa commodity va posta attenzione sul prodotto sottostante che replica il prezzo dell’ETF, anche se negli ultimi anni, entrambi gli ETF legati a queste due tipologie di petrolio hanno fatto registrare un andamento alquanto simile.

Quanto investire negli ETF Petrolio

La diversificazione degli investimenti in portafoglio è sempre consigliabile. In questo modo si può controbilanciare un investimento andato storto. Come si può immaginare, non esiste una quota predefinita “ideale”, ma gli analisti suggeriscono solitamente di destinare alle commodity una quota del patrimonio compresa tra il 3% e il 5%.

Consigliamo di tenere sempre a mente che gli ETF sul petrolio sono considerati un investimento ad alto rischio, perché molto volatili e quindi destinare una parte minoritaria del portafoglio a questo tipo di titolo.

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