Da Labubu a La-bear (market), Pop Mart brucia $13 mld in poche settimane

Il caso Labubu, il pupazzo diventato simbolo del capitalismo dell’hype, mostra quanto sia fragile il confine tra entusiasmo e correzione. Dopo un’ascesa vertiginosa che ha portato Pop Mart a superare in capitalizzazione giganti storici come Hasbro, Mattel e Sanrio, il titolo ha iniziato a perdere slancio, segnalando come le mode possano trasformarsi rapidamente in vulnerabilità per investitori e consumatori.
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Il potere dell’hype nel mondo del giocattolo
Mentre i mercati globali si interrogano sulla sostenibilità delle valutazioni legate all’intelligenza artificiale e sul rischio di una nuova bolla, come hanno sottolineato figure del calibro di Sam Altman e Bret Taylor, presidente del board di OpenAI, altre storie parallele mostrano la rapidità con cui l’euforia può trasformarsi in correzione.
Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro, uno degli esempi più emblematici è quello di Pop Mart, la società cinese che ha trasformato il pupazzo Labubu in un fenomeno finanziario globale. Come descritto in questo articolo, a fine agosto la capitalizzazione di Pop Mart aveva raggiunto 57,16 miliardi di dollari, superando colossi storici come Hasbro, Mattel e Sanrio messi insieme. In quel momento Hasbro valeva 11,44 miliardi, Mattel 5,97 e Sanrio 12,41: una sproporzione che da sola descrive il potere dell’hype.
Il modello blind box e il consumismo generazionale
Alla base del successo c’è il consumismo generazionale alimentato da TikTok e dalla logica delle blind box. Un meccanismo, spiega Debach, che spinge il consumatore a ripetere l’acquisto senza conoscere a priori quale prodotto troverà, inseguendo la speranza di ottenere il personaggio desiderato. Una logica così potente da contagiare anche aziende storiche come Kodak, che ha tentato di rilanciarsi con una mini-camera venduta nello stesso formato.
Il fenomeno dimostra come, quando la moda diventa sistema, si superi la soglia della sostenibilità. Ma la dipendenza da un unico trend rappresenta anche un rischio strutturale secondo Debach: quando la sorpresa si trasforma in abitudine, la magia perde la sua forza.
La corsa in Borsa e il ribaltamento
I numeri di Pop Mart raccontano l’ascesa e la correzione. Da inizio anno il titolo aveva guadagnato il 274%, inanellando quaranta nuovi massimi storici in otto mesi. Dal top del 26 agosto, però, è arrivata la brusca inversione: -25% in poche settimane, con oltre 13 miliardi di dollari di valore svaniti. Una cifra, sottolinea Debach, che equivale al 46% della somma delle capitalizzazioni di Mattel, Sanrio e Hasbro.
Una contrazione simile era già avvenuta a dicembre 2023, quando il titolo aveva perso proporzioni analoghe, ma allora la capitalizzazione si muoveva tra i 4 e i 2,9 miliardi. Oggi la scala è dieci volte più ampia. Intanto, i concorrenti restano pressoché stabili: Hasbro intorno ai 10 miliardi, Mattel a 5,6 e Sanrio a 11,7.
Pressioni tecniche e segnali di fragilità
Dal punto di vista tecnico, si legge nel report di eToro, settembre ha già segnato un calo del 20,8%, il peggior mese dal 2022, con la terza settimana consecutiva di ribassi. Eppure, il titolo continua a scambiare sopra le medie a 100 e 200 giorni da 380 sedute, un record assoluto per la società. La media a 100 giorni cerca ora di fungere da supporto, ma la vera incognita è se potrà reggere mentre l’interesse per Labubu scivola.
I Google Trends raccontano lo stesso copione: finché le ricerche aumentavano, il titolo accelerava. Ora che entrambe le curve si piegano verso il basso, la narrativa rischia di sgonfiarsi. Anche il mercato secondario mostra prezzi in calo. Pop Mart ha attribuito la correzione a un aumento dell’offerta, ma per il mercato si tratta di un campanello d’allarme: la scarsità, elemento chiave dell’hype, sembra venire meno.
JPMorgan ha recentemente declassato il titolo a “neutrale”, osservando che la valutazione fosse ormai “perfetta” e bastasse un segnale negativo, come il calo dei prezzi di rivendita o la debolezza nelle licenze, per innescare un sell-off. I catalizzatori individuati, come la nuova animazione o la versione aggiornata di Labubu prevista per Natale, sono stati giudicati insufficienti a sostenere l’euforia.
Una crescita concentrata e vulnerabile
La semestrale aveva certificato la forza del modello: ricavi più che triplicati a 13,9 miliardi di RMB e utili quadruplicati a 4,68 miliardi. Tuttavia, dietro a questa crescita restava una concentrazione eccessiva sulla linea The Monsters, che include Labubu e da sola vale 4,8 miliardi, oltre un terzo del fatturato. Una dipendenza che rappresenta un punto di vulnerabilità.
Come conclude Debach, il capitalismo dell’hype segue un copione ben noto: l’esplosione iniziale, l’entusiasmo delle community, i multipli che si moltiplicano. Poi la curva si appiattisce e ciò che sembrava eterno inizia a svanire. In un’epoca in cui le mode hanno cicli sempre più brevi, il rischio è che l’icona Labubu si consumi molto più velocemente del tempo necessario a costruirla.
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