Eni N.1 al mondo per dividendi da energia
Il rendimento del 7,6% offerto dal Cane a sei zampe è il più alto fra le big del settore Oil in Usa e in Europa. Al secondo e al terzo posto la francese TotalEnergies e l’americana Exxon
La classifica di Barron’s parte dall’indice S&P500 Dividend Aristocrats.
La rivista americana Barron’s ha stilato una classifica delle società dell’indice S&P500 più interessanti dal punto di vista del dividendo. Ovviamente per il lettore la “ciccia” è la tabellina con i nomi delle compagnie e i rendimenti, ma prima di arrivarci deve leggere la spiegazione del metodo adottato per la ricerca. Spiega Barron’s che andare a caccia di titoli ad alto rendimento da dividendo può essere pericoloso, perché nel mucchio ci possono essere società in difficoltà che il dividendo lo potrebbero tagliare nel vicinissimo futuro. Quindi, i criteri di selezione sono due: 1) società di cui ci si può fidare perché hanno pagato un dividendo consistente per almeno 25 anni di fila; 2) società le cui azioni hanno messo a segno quest’anno una bella performance.
Il risultato di questo lavoro vede ai primi posti i due colossi americani dell’energia, Exxon Mobil e Chevron. La prima è salita dall’inizio dell’anno del 49%, la seconda del 38%. Exxon Mobil paga un dividendo del 5,7%, Chevron del 4,6%. Le due società fanno parte dell’indice S&P500 Dividend Aristocrats.
Incuriositi, abbiamo proseguito per conto nostro l’indagine sulle società europee del settore energia per arrivare a una piacevole conferma: fra tutte, Eni è quella che offre il rendimento più alto. Il gruppo italiano del Cane a sei zampe vanta una performance di Borsa dall’inizio del 2021 di +45% e con il dividendo di 0,84 euro che offre un rendimento del 7,6%.
Subito dietro viene la francese TotalEnergies, con l’azione che dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 25% e un rendimento da dividendo del 6,7%.
La spagnola Repsol offre un dividendo pari al 5,7% e la sua performance dal 1° gennaio è +23%.
Il dividendo dell’anglo-olandese Royal Dutch Shell è pari al 4,1% e la società, con l’azione scambiata alla Borsa di Amsterdam, è salita del 33% dall’inizio del 2021.
La britannica Bp ha una performance dal 1° gennaio del 32% e offre un rendimento del 5%.
La politica di Eni e il prezzo del petrolio.
La politica di remunerazione degli azionisti di Eni è stata annunciata in modo molto trasparente lo scorso 19 febbraio: il Ceo Claudio Descalzi ha reso noti alcuni parametri chiave del piano industriale 2021-2024. Con un prezzo del petrolio a 50 dollari Eni prevede di realizzare in quattro anni un flusso di cassa operativo di 39 miliardi. Con il Brent a 43 dollari il gruppo del Cane a sei zampe garantisce un dividendo minimo di 36 centesimi ad azione, che ovviamente sarà più alto in proporzione alle quotazioni del greggio.
Inoltre le quotazioni di Eni potranno beneficiare di un programma di buyback di 300 milioni l’anno con un prezzo medio annuo del Brent di 56 dollari al barile, che salirà a 400 milioni l’anno a partire da 61 dollari e a 800 milioni dai 66 dollari.
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