Nasdaq intimorito da possibili nuovi dazi

L’amministrazione Biden sta valutando la possibilità di aumentare le restrizioni commerciali se alcune società continueranno a dare accesso alla Cina alle tecnologie più avanzate per la produzione di chip.

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Wall Street in rosso

Wall Street intimorita dalle prospettive di maggiori restrizioni commerciali sui chip cinesi, con i titoli tecnologici in profondo rosso. Se i future sul Nasdaq cedono l’1,5%, non se la passano meglio i contratti sullo S&P500 (-0,90%) e quelli sul Dow Jones (-0,20%).

Il dollaro continua a cedere nei confronti dell’euro, con il cross EUR/USD che sale (+0,30%) a 1,0934, mentre prosegue la corsa all’oro, stabile sopra quota 2.470 dollari l’oncia.

Crollano i tecnologici

A spingere al ribasso i future sul Nasdaq è il calo dei grandi nomi tecnologici come Nvidia (-4%), AMD (-4%), Tesla (-2%), Intel (-1%), Apple (-2%), Microsoft (-1%), Micron (-3%) e Broadcom (-5%) dopo le indiscrezioni pubblicate da Bloomberg.

Il media statunitense scrive che l'amministrazione Biden starebbe valutando l'applicazione delle più severe restrizioni commerciali possibili se aziende come Tokyo Electron e Asml (-8%) continueranno a dare accesso alla Cina alle tecnologie più avanzate per la produzione di chip. In particolare, facendo leva sul Foreign Direct Product Rule (FDPR), una legge introdotta nel 1959 per controllare gli scambi di tecnologia americana, gli USA punterebbero a imporre nuove limitazioni anche sui prodotti di fabbricazione estera che abbiano una minima parte di tecnologie prodotte nel Paese nordamericano.

“Biden sa che il 75% dell’elettorato americano è sfavorevole nei confronti della Cina in generale, quindi ha senso che parli di tariffe più elevate”, spiega Justin Onuekwusi, responsabile degli investimenti di St James Place.

“Si tratta di dazi più elevati, il che è di per può portare nuova inflazione”, evidenzia John Taylor, direttore del settore multisettoriale globale strategie di AllianceBernstein, ha detto in un'intervista a Bloomberg TV. Inoltre, aggiunge, questi timori si aggiungono alla “possibilità che il mercato sia diventato un po' troppo entusiasta della capacità della Fed di tagliare i tassi di interesse in un contesto in cui l'inflazione non è ancora scesa al livello target”.

Prese di profitto?

David Morrison, analista di mercato senior di Trade Nation, ipotizza che dietro al calo ci siano anche alcune prese di profitto. “Potrebbe essere che dopo il rally recente rally stiamo assistendo ad un pullback generalizzato, totalmente coerente con il consolidamento e le prese di profitto dopo aver raggiunto livelli record nei principali indici”, spiega Morrison.

L’ottimismo riguardo al taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e i dati deboli sull’inflazione hanno spinto gli investitori a spostare il denaro dalle azioni a mega capitalizzazione alle small cap. Nelle ultime quattro sessioni, infatti, il Russell 2000 ha battuto il Nasdaq 100 di quasi 12 punti percentuali, un’impresa che non si vedeva dal 2011.

Trump colpisce

Anche l’altro candidato alle elezioni presidenziali, Donald Trump, si è preso la scena e, parlando in un’intervista a Bloomberg Businessweek, ha messo in dubbio la necessità per Stati Uniti di difendere Taiwan, importante centro di produzione di semiconduttori, suggerendo che l’isola rivendicata dalla Cina dovrebbe pagare per la protezione degli USA.

Le parole dell’ex Presidente hanno affossato le azioni quotate negli USA di Taiwan Semiconductor Manufacturing, in calo del 5% nel pre market USA.

Notizie societarie e pre market USA

Nvidia (-4%): l’amministrazione Biden ha comunicato che sta valutando la possibilità di ricorrere alle più severe restrizioni commerciali se le società tecnologiche continueranno a concedere alla Cina l'accesso alla tecnologia avanzata dei semiconduttori, secondo quanto riportato da Bloomberg News.

Johnson & Johnson (-0,50%): ridotte le previsioni annuali 2024 di utili per azione a 10-10,10 dollari dal precedente range di 10,60-10,75 dollari. I ricavi nel secondo trimestre per 22,4 miliardi di dollari superano le stime del consenso di 22,3 miliardi (dati LSEG). Anche l’utile rettificato è stato superiore alle attese con 2,82 dollari per azione rispetto ai 2,70 dollari previsti.

VF Corp (+7%): venderà a EssilorLuxottica il marchio di streetwear Supreme per 1,5 miliardi di dollari per 2,1 miliardi di dollari.

GitLab (+12%): sta valutando la vendita dopo aver suscitato l'interesse di un'acquisizione, secondo quanto riferito da fonti della Reuters.

Five Below (-14%): l'amministratore delegato Joel Anderson si è dimesso e sarà sostituito con effetto immediato da Kenneth Bull ad interim.

Raccomandazioni analisti

Microsoft

Jefferies: ‘buy’ e prezzo obiettivo confermato a 550 dollari.

Meta

UBS: ‘buy’ e target price incrementato da 575 USD a 630 dollari.

Alphabet

UBS: ‘neutral’ e prezzo obiettivo alzato da 173 USD a 200 dollari.

Coca-Cola

UBS: ‘buy’ e prezzo obiettivo sempre a 74 dollari.

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