Generali e il senso strategico della fusione con Natixis

Indiscrezioni di stampa parlano di trattative tra le due società finalizzate alla nascita di un gigante del risparmio gestito che potrebbe sfidare il primato di Amundi.

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Generali e Natixis

Tengono ancora banco a Piazza Affari le indiscrezioni sul dialogo attualmente in atto tra Assicurazioni Generali e la francese Natixis per far nascere un gigante europeo del risparmio gestito che potrebbe valere oltre 2 miliardi di euro di asset under management, capace di sfidare il primato di Amundi (2.160 miliardi di euro di gestione).

Il rumor era arrivato ieri dal Financial Times e per ora non ci sono stati ancora né commenti né smentite dalle parti protagoniste e le stesse indiscrezioni indicano che il dossier sarebbe ancora in fase di studio.

Il dossier prevederebbe una fusione alla pari tra i francesi, più forti nel risparmio gestito, e gli italiani che potrebbero compensare in altri modi la differenza tra le sue masse, pari a circa 850 miliardi di dollari rispetto a ai 1.300 miliardi di asset di Natixis.

Le trattative, ancora allo stato preliminare, vedrebbero protagonista l’ad di Natixis, Tim Ryan, già Cief Investment Officer di Generali tra il 2019 e il 2021, per poi andare proprio a guidare i francesi.

Intanto il titolo Assicurazioni Generali guadagna ancora l’1% (27,56 euro) a Piazza Affari nonostante il rosso fisso del FTSE MIB (-1%), indebolito dai venti di dazi che soffiano dagli Stati Uniti.

Il senso strategico

L’interesse di Generali per Natixis è “ragionevole” secondo gli analisti di Equita Sim, che confermano la raccomandazione ‘hold’ sul titolo della Compagnia del Leone, con un target price sempre a 26,50 euro. Secondo la sim, la società può puntare “al segmento Investment Managers, che sarebbe coerente con la strategia di crescita del gruppo e permetterebbe di aumentare ulteriormente la scala della divisione A&WM”.

“In attesa di conoscere eventuali condizioni di un potenziale deal, riteniamo che l'operazione avrebbe senso dal punto di vista industriale e strategico, rafforzando ulteriormente il peso della divisione A&WM e le capacità di gestione della compagnia a servizio del business assicurativo”, proseguono dalla sim.

“Secondo quanto indicato da diverse fonti di stampa, non sarebbe ancora chiaro se un'integrazione potrebbe avvenire attraverso una partnership/jv o attraverso una piena acquisizione da parte di Generali. Ipotizzando una valutazione in area 10 volte il P/E (circa 4 miliardi di euro), riteniamo che un'eventuale operazione sarebbe assorbibile con risorse interne”, concludono da Equita.

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