La guerra frena le mire di Unicredit su Banco BPM

La guerra frena le mire di Unicredit su Banco BPM

Fonti della Reuters rilanciano la possibile offerta di Unicredit di fine febbraio verso Banco BPM, ma il crollo delle quotazioni della banca milanese a seguito dell’invasione dell’Ucraina avrebbero fermato l’operazione.

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Sempre caldo l’interesse per Banco BPM

Unicredit non avrebbe mai rinunciato ad acquisire Banco Bpm, ma lo sviluppo della situazione in Ucraina avrebbe frenato le ambizioni sulla banca milanese.

Secondo fonti della Reuters, infatti, la perdita di oltre un quinto del proprio valore del titolo Unicredit avrebbe spinto al congelamento di qualunque ipotesi di operazione di M&A.

Solo due settimane fa, l’ad Andrea Orcel stava lavorando ad un progetto finalizzato alla ‘presa’ della banca di Piazza Meda, mettendo sul piatto circa 7 miliardi di euro.

L’operazione era sul punto di partire verso la fine di febbraio, aggiungono queste fonti, soprattutto dopo che Orcel aveva consultato la BCE e la Banca d’Italia.

Quando sembrava che tutto fosse pronto, le notizie che arrivavano dall’Ucraina mettevano un freno a quella che potrebbe essere una delle principali operazioni sul mercato italiano.

Il crollo di Unicredit

Questi piani erano subordinati ad un forte apprezzamento del titolo Unicredit, vista anche la necessità di dover offrire un premio sui titoli Banco Bpm di almeno il 40%, aggiungeva un’altra fonte dell’agenzia.

Dopo l’ingresso delle forze russe in Ucraina del 24 febbraio, il titolo Unicredit cedeva oltre il 20% nelle sedute successive e ancora non sembra volersi riprendere.

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Un altro ‘colpo’ dal rally di BAMI

A quel punto, “l’operazione risultava sospesa” e a Unicredit non restava che “attendere che il titolo si riprenda e che il contesto geopolitico si stabilizzi” raccontava ancora la fonte della Reuters.

Sul mercato pesavano i 14,2 miliardi di euro di esposizione del gruppo in Russia, calcolati alla fine del primo semestre dello scorso anno.

Come se non bastasse, a rendere meno ‘appetibile’ Banco BPM arriva il rally di metà febbraio delle azioni della banca di Piazza Meda, balzate dopo le voci di un imminente offerta proveniente da Piazza Gae Aulenti, balzo frenato solo dall’arrivo della guerra quando partiva il crollo di Unicredit.

Il 15 febbraio, infatti, le azioni BAMI sprintavano fino ad un massimo di 3,63 euro proprio sull’ipotesi offerta di Unicredit, infrangendo i ‘sogni’ della banca milanese.

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Il partner ideale per Unicredit

Il terzo gruppo bancario a guida Giuseppe Castagna aveva avuto sempre un ‘posto speciale’ nel ‘cuore’ di Orcel, il quale l’aveva subito inserita nella lista dei desideri fin da quanto si era seduto per la prima volta sulla poltrona di ad Unicredit.

L’acquisizione permetterebbe di colmare il divario con il grande duellante, Intesa Sanpaolo, soprattutto a seguito dell’operazione UBI Banca che ha permesso alla banca torinese di portare al 22% la sua quota sul mercato italiano, il doppio di quella di Unicredit.

Con circa 4 milioni di clienti, Banco BPM porterebbe in dote il 6,7% del mercato nazionale, ma a far venire l’acquolina in bocca a Orcel è soprattutto il 12% detenuto in Lombardia, punto dolente della presenza di Unicredit, visto il misero 6% attuale.

Nessun commento, per ora, è arrivato dalle due banche sulla vicenda, ma con il futuro mutare della situazione in Ucraina, il matrimonio all’italiana delle banche potrebbe tornare d’attualità.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: UCG.MI
Isin: IT0005239360
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Codice: BAMI.MI
Isin: IT0005218380
Rimani aggiornato su: Banco Bpm

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