Lagarde: “siamo alla fine di un ciclo di politica monetaria”

Oggi la BCE ha deciso quasi all’unanimità un taglio dei tassi da 25 punti base, l’ottavo in un anno, e ora ci si interroga su quali saranno le prossime mosse dell’istituto di Francoforte.
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Decisione quasi unanime per la BCE
Tutto secondo attese per la Banca centrale europea che ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base. La decisione del consiglio “scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”, spiega il comunicato. In particolare, l’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo.
Il taglio è stato deciso quasi all’unanimità, spiegava la Presidente dell’istituto centrale, Christine Lagarde, nel corso della consueta conferenza stampa post meeting. “C'era un membro del Consiglio direttivo che non ha appoggiato la decisione. Ma a parte questo, è stata praticamente unanime, quindi definirei un consenso molto ampio o un sostegno praticamente unanime”, ha raccontato.
La Presidente ha poi smentito le indiscrezioni di un suo addio alla BCE prima del previsto. “Posso dirvi con assoluta certezza che sono sempre stata pienamente determinata a portare a termine la mia missione e sono determinata a portare a termine il mio mandato. Quindi, mi dispiace dirvi che non mi vedrete andar via".
Fine del ciclo di politica monetaria
Ora gli esperti si domandano quali saranno le prossime mosse di Francoforte. Alla domanda se la BCE avesse terminato il taglio dei tassi, Lagarde ha risposto: "Con il taglio di oggi e l'attuale livello dei tassi credo che stiamo giungendo alla fine di un ciclo di politica monetaria che ha reagito a shock complessi, tra cui il Covid, la guerra illegittima in Ucraina e la crisi energetica. Ma ovviamente, ora viviamo in un momento diverso, con attori diversi, partner diversi, politiche diverse. E continueremo ad analizzare e valutare”, ha affermato Lagarde.
"Siamo in una buona posizione sulla base dell'attuale andamento commerciale e dei tagli di 25 punti base che abbiamo deciso, in modo da poter affrontare le incertezze che ci attendono. Ma, come avete sentito nella dichiarazione di politica monetaria, decideremo riunione per riunione sulla base dei dati".
Approccio attendista
"A meno che le tensioni commerciali non tornino con prepotenza, il nostro sospetto è che la BCE preferisca attenersi a un approccio attendista durante l'estate", spiega Carsten Brzeski, global head of macro di Ing, che prevede: "Ci vorrà un po’ più di tempo per capire se gli attuali movimenti disinflazionistici siano solo episodi isolati o se segnalino una tendenza più ampia”.
"Allo stesso tempo”, continua Brzeski, maggiore sarà la resilienza dell'economia dell'eurozona e maggiore sarà la preoccupazione della BCE per il potenziale impatto inflazionistico degli stimoli fiscali tedeschi dal 2026 in poi. Siamo quindi molto curiosi di saperne di più sulla famosa direzione di marcia, sia per la BCE che per Lagarde”.
"L'enorme incertezza sul futuro del commercio globale potrebbe far apparire prudente l'approccio della BCE, sempre più dipendente dai dati”, spiega Natasha May, analista di JP Morgan. “Oggi il Consiglio direttivo ha mantenuto il suo solito copione, con un taglio dei tassi di 25 punti base accompagnato da poche o nessuna indicazione sul futuro percorso di politica monetaria. Tuttavia, a nostro avviso, questa strategia presta troppo poca attenzione ai rischi al ribasso per l'inflazione", ha aggiunto.
Tra gli analisti c’è chi dice pausa
"Sebbene la BCE abbia effettuato oggi un taglio dei tassi ampiamente atteso, non contiamo su un ulteriore taglio il mese prossimo”, prevede Irene Laura, economista di Schroders, in quanto “l'inflazione è stata inferiore alle attese a maggio, con un forte calo dell'inflazione dei servizi”.
Tuttavia, “in assenza di segnali che i dazi commerciali stiano indebolendo la crescita, prevediamo che la BCE probabilmente prenderà una pausa a partire da oggi. I mercati del lavoro rimangono tesi, la domanda interna sta guadagnando terreno, i prestiti stanno aumentando e si stanno formando venti favorevoli per la finanza pubblica”, aggiunge.
Due tagli nel 2025?
Secondo Simon Dangoor, Head of Fixed Income Macro Strategies di Goldman Sachs Asset Management, “poiché l’incertezza legata al commercio continua a rappresentare un rischio per la crescita economica dell’area euro e la disinflazione underlying sembra destinata a persistere, ci aspettiamo altri due tagli dei tassi, che potrebbero portare il tasso sui depositi all’1,5% entro fine anno”.
A questo punto, Dangoor spiega di essere impegnato nel monitoraggio “attento dell’evoluzione fiscale e i flussi dei fondi pensione, che potrebbero creare opportunità interessanti per gli investitori nel reddito fisso".
Futuri rialzi?
Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings, ritiene che ci siano “validi motivi per ritenere che l’attuale ciclo dei tassi della BCE abbia probabilmente raggiunto il punto più basso, intorno al 2%, a condizione che l’economia europea riesca ad assorbire lo shock derivante dai dazi statunitensi senza subire gravi perturbazioni”.
Guardando al futuro, secondo Broyer “l’evoluzione dell’inflazione potrebbe richiedere alla BCE di considerare nuovi aumenti dei tassi, potenzialmente già dalla fine del 2026”, previsione “sostenuta da fattori come il prossimo stimolo fiscale in Germania e i persistenti colli di bottiglia nel mercato del lavoro, che rappresentano rischi al rialzo per l’inflazione. Vale la pena notare che le aspettative di inflazione dei consumatori hanno già iniziato a risalire, sottolineando la necessità di mantenere alta l’attenzione in materia di politica monetaria”.
“L’euro è più forte di 10 centesimi rispetto al dollaro rispetto a quanto suggerirebbero i fondamentali. Ma non è qualcosa su cui la BCE possa, e debba, fare qualcosa, considerando che le attuali pressioni inflazionistiche (su alimentari e servizi) sono di origine interna”, conclude Broyer.
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