Moderna sotto torchio per il prezzo dei vaccini


Quotazioni in ribasso dopo che il fondo britannico LGIM ha chiesto che alla prossima assemblea il management spieghi perché le dosi sono state vendute ad alcuni Paesi poveri a prezzi più alti che ai Paesi ricchi. La società fa ricorso alla Sec per bloccare l’iniziativa.


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L’investitore vuole conoscere il peso dei finanziamenti del governo Usa.

Dopo cinque sedute consecutive di ribasso in cui ha perso complessivamente il 10,6%, Moderna sembra indirizzata oggi verso il sesto calo: negli scambi pre-market al Nasdaq il titolo della società biotech del vaccino anti-Covid a tecnologia mRNA sta scendendo dell’1,4% a 243,5 dollari. A deprimere le azioni è la notizia che la società ha ingaggiato una battaglia legale per respingere la proposta di un azionista che chiede di rendere disponibile la tecnologia del vaccino ai Paesi più poveri.

L’investitore, il fondo britannico Legal & General Investment Manager (LGIM), ha anche chiesto che alla prossima assemblea il management di Moderna spieghi agli azionisti in che modo la società determina il prezzo di vendita dei vaccini, tenuto conto degli ingenti finanziamenti a fondo perduto ottenuti dal governo degli Stati Uniti.

Secondo un articolo pubblicato domenica dal Financial Times, la risposta della società è stata di netta chiusura: Moderna si è rivolta alla Sec, l’organismo di controllo dei mercati azionari Usa, chiedendole di escludere le proposte del fondo britannico dall’ordine del giorno dell’assemblea.

Botswana, Tailandia e Colombia hanno pagato fra 27 e 30 dollari a dose.

Secondo il New York Times, Moderna ha ricevuto complessivamente circa 2,5 miliardi di dollari da più agenzie del governo americano. Legal & General Investment manager si dice preoccupato della politica di prezzi di Moderna, che, afferma il fondo, ha fatto pagare il vaccino al Botswana, alla Tailandia e alla Colombia fra i 27 e i 30 dollari a dose, un prezzo superiore di quello chiesto ai Paesi più ricchi.

In una lettera inviata alla Sec, Moderna dice di avere già fornito agli azionisti informazioni sulle modalità con cui viene fissato il prezzo dei vaccini al governo americano e sottolinea in generale la sua scelta di non far valere i diritti di proprietà intellettuale durante la pandemia e il suo “impegno globale per l'accesso al vaccino”. La società giustifica la richiesta di escludere le proposte del fondo inglese dall’ordine del giorno dell’assemblea, dicendo che entro il 15 febbraio fornirà ulteriori informazioni su come vengono fissati i prezzi dei vaccini.

Il prezzo dei vaccini per i Paesi poveri è un tema caldo per i produttori del siero. Elizabeth Warren, la parlamentare americana che guida i democratici al Senato, si è espressa più volte perché Moderna e Pfizer “facciano di più per ridurre le inaccettabili disparità nell’accesso globale al vaccino per il Covid”.

Il rialzo di Moderna, Pfizer e BioNTech.

Secondo il Financial Times, Moderna e Pfizer l’anno prossimo realizzeranno complessivamente ricavi per 93 miliardi di dollari dalla vendita dei vaccini. Dall’inizio del 2021 le azioni Moderna sono salite del 120%, quelle di Pfizer del 60% e quelle della tedesca BioNTech  di quasi il 200%.

Moderna, che ha come unica fonte di ricavi il vaccino anti-Covid, dovrebbe chiudere il bilancio 2021 con 17,5 miliardi di dollari di ricavi e un utile netto di 11,2 miliardi. Secondo le stime del consensus degli analisti, il margine operativo è del 70%. Le vendite sono previste in crescita l’anno prossimo a 20,5 miliardi e l’utile a 13,9 miliardi.

Gli analisti stimano poi una caduta dei ricavi nel 2023 a 12,6 miliardi. Di conseguenza, fra gli esperti c’è una certa prudenza: su 19 analisti censiti da MarketScreener, otto raccomandano di comprare e cinque di vendere, sei sono neutrali. La media dei target price è 270 dollari.

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