Mps, spunta Bper Banca sulla strada del terzo polo


Indiscrezioni di stampa rilanciano la prospettiva M&A per Siena, ancora oggi protagonista a Piazza Affari dopo cinque sedute utili consecutive, anche se l’operazione con Bper non sembra priva di rischi secondo gli analisti.


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Mps in evidenza

Un tormentone destinato a durare probabilmente fino al prossimo anno quando il Mef dovrà uscire dal capitale e che periodicamente torna a riempire le pagine dei giornali (e dei siti internet), ma il mercato sembra crederci o far finta.

Almeno a parole, la strada che porta al terzo polo bancario italiano sembra molto trafficata e Monte dei Paschi di Siena continua a restare sotto i riflettori come grande ‘oggetto dei desideri’ di altri istituti, per poi ricevere (ufficialmente) dei no rotondi.

Altro giro, altra corsa: questa volta spunta il nome di Bper Banca come ‘sposa’ del matrimonio che ‘s’ha da fare’ e nuovamente sono le indiscrezioni di stampa a gonfiare le nuove ipotesi.

Risultato, il titolo Mps apre la seduta di questa mattina a Piazza Affari in rialzo di due punti e mezzo ad un massimo di 2,33 euro per azione, dopo cinque chiusure positive consecutive, recuperando così i livelli persi a marzo scorso e guadagnando il 24% in sei mesi.

Più incerta Bper Banca, in calo di mezzo punto dopo circa mezz’ora di scambi, scesa a 2,46 euro per azione, anche se in crescita del 26% rispetto ai livelli di dicembre.

Direzione Bper Banca

Fonti finanziarie de La Repubblica parlano di un “consenso politico e di sistema acquisito”, almeno a “livello preliminare”, per un’aggregazione con Banco Bpm e Mps che “piace sia al Tesoro, primo socio di Siena, che a Unipol e Fondazione BDS”, insieme poco sotto il 30% di Bper.

Un aiuto potrebbe arrivare anche da altri istituti come MCC e Unicredit, pronti a ‘sacrificarsi’ per “dare una mano all’operazione”, rilevando fino a un quarto delle filiali senesi così da “agevolare” il ‘matrimonio’.

Tempi? L’attesa è per “l’allineamento degli astri”, ovvero il maturare degli eventi, anche se la data di scadenza è per il 2024 quando terminerà la proroga dei due anni concessa dall’Unione europea, forse a giugno anche se non è mai stata specificato esattamente.

Bocche cucite da tutti i fronti, considerando anche che procrastinare è uno sport molto apprezzato e perché in fondo le priorità del governo sono altre, almeno per il momento.

I rischi secondo gli analisti

“L’articolo non indica le tempistiche di una potenziale operazione, che tuttavia ragionevolmente sarebbe ipotizzabile dal 2024”, ribadiscono da Equita Sim.

Sull’operazione, però, pesa “un certo rischio di esecuzione vista la dimensione relativa della bidder (Bper) rispetto alla target”, sottolineano dalla sim.

Nonostante le difficoltà, da Equita definiscono “credibile” un deal di questo tipo, in quanto potrebbe “trovare il supporto del primo azionista Unipol, che potrebbe in questo modo espandere ulteriormente il network bancassicurativo, anche se prima sarà necessario definire i rapporti con Axa, attuale partner di Mps (fino al 2027) e che secondo le indiscrezioni gode di un’opzione put di valore fino a 1 miliardo”.

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