Nuovi segnali positivi dall’inflazione USA

Nuovi segnali positivi dall’inflazione USA

I prezzi alla produzione negli Stati Uniti si sono raffreddati più delle previsioni nel mese di marzo, confermando così il dato di ieri sull’inflazione al consumo, mentre domani si attenderanno le trimestrali delle grandi banche USA per valutare la situazione del settore dopo le crisi delle scorse settimane per gli istituti regionali.

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I nuovi dati sui prezzi USA

Ancora dati macro nell’agenda odierna, con il focus incentrato soprattutto sull’inflazione e sul lavoro.

A marzo l’indice dei prezzi alla produzione è cresciuto del 2,7% su base annuale, confermando un raffreddamento rispetto al precedente +4,8% (rivisto dal 4,4%) e oltre le attese (+3%), mentre mensilmente cala ulteriormente (-0,5%) dall’anteriore -0,1%, con le previsioni che parlavano di un +0,1%.

Dal fronte del lavoro, diffuso anche il dato sulle prime richieste di indennità di disoccupazione, risultate 239 mila alla settimana terminata il 7 aprile, in aumento rispetto alle precedenti 228 mila e oltre le attese degli analisti (232 mila).

A Wall Street, intanto, i future sui principali indici rafforzavano il tenue verde che li caratterizzava nel corso della mattinata, con il contratto sul Nasdaq in crescita di mezzo punto percentuale, quello sul Dow Jones a +0,20% e quello sullo S&P500 a +0,30%.

Balzo dell’euro nei confronti del dollaro dopo i dati e la coppia EUR/USD sale di circa mezzo punto percentuale a 1,1036.

In calo i Treasury USA, visto il -0,60% del biennale (3,9474%) e il -0,30% del decennale (3,411%).

Fed e banche

Ieri il sentiment del mercato in finale di seduta era stato condizionato dai verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve, dai quali emergeva come l’istituto centrale consideri centrali le condizioni del credito nel determinare le sue prossime mosse, concentrando la sua attenzione soprattutto alle trimestrali delle grandi banche USA.

Dalle minute, infatti, emergeva come i componenti del FOMC temono il pericolo recessione per fine anno proprio a causa della situazione del settore creditizio.

Anche se il focus rimane sulle banche regionali, l’attenzione si concentrerà domani sui risultati di Citigroup, Wells Fargo e JP Morgan, dopo che a inizio settimana Bank of South Carolina aveva rilasciato numeri caratterizzati da margini ridotti e “aumenti precipitosi dei costi dei depositi per far fronte all’intesa concorrenza tra banche, broker e Tesoro”.

Ancora più importanti dei dati sull’utile, dovrebbero essere le indicazioni sugli accantonamenti, sulle politiche di erogazione del credito e sulle eventuali presenze di perdite latenti nel portafoglio dei bond portati a scadenza.

Dati Refinitiv IBES indicano una previsione degli analisti di un calo degli utili del 5,2% nel primo trimestre per le società dell’S&P500, il peggiore dal terzo trimestre 2020, mentre le società finanziarie componenti l’indice dovrebbero registrare una crescita degli utili pari al 4,3% nel periodo.

Inflazione e tassi di interesse

Prima delle minute, gli indici di New York avevano reagito positivamente al dato sui prezzi al consumo, il più basso dal maggio 2021 con il 5% su base annua, anche se l’inflazione ‘core’ si era dimostrata ancora persistente, segnalando addirittura un rialzo (+5,6% annuale).

Persistenza dell’inflazione di fondo che potrebbero spingere la Fed ad aumentare di altri 25 punti base i tassi di interesse nella prossima riunione (3 maggio), rialzo dato al 61,9% (post dati odierni) dal CME FedWatch Tool.

“C’è sicuramente un certo ottimismo sul fatto che i prezzi stiano andando nella giusta direzione e che l’inflazione stia rallentando”, ha commentato Michael Hewson, capo analista di mercato presso CMC Markets UK, anche se “tuttavia, a fronte di questa sorta di immobilità dei prezzi core, è difficile immaginare che l’inflazione scenda abbastanza rapidamente da giustificare il tipo di rapido riprezzamento che spingerebbe la Fed a iniziare a tagliare i tassi solo pochi mesi dopo l’ultimo rialzo dei tassi”.

Segnali contrastanti

“Il report sull’inflazione ha presentato molti segnali contrastanti”, scriveva in una nota Edward Moya, analista del broker londinese Oanda, sottolineando come l’inflazione sia “ancora troppo alta” e con le scommesse sul taglio dei tassi che “sono ancora aggressivamente prezzate dai mercati”.

“L’opinione del mercato è un po' divisa se si tratterà di un 'hawkish hold' o di un 'dovish hike'”, spiega Aninda Mitra, responsabile macro Asia e strategia di investimento presso BNY Mellon Investment Management.

“Da qualsiasi punto di vista la si guardi, probabilmente non si tratterà di una serie di rialzi, ma di un altro per raggiungere il picco prima di iniziare a rivalutare, o si rivaluta ora, o si rialza e poi si rivaluta”, ha aggiunto.

“Riteniamo che la FED possa propendere, almeno per la prossima riunione di maggio, verso un nuovo rialzo del costo del denaro di 25 punti base portando i tassi di riferimento al 5%-5,25%, sulla scia della persistenza dell’inflazione core su livelli elevati”, mentre “nel comunicato e in conferenza stampa Jerome Powell utilizzerà toni molto accomodanti, aprendo le porte a un cambiamento di politica monetaria”, prevede Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

Notizie societarie e pre-market USA

Alibaba (+2%): SoftBank Group Corp ha deciso di vendere quasi tutte le sue azioni detenute nel gigante cinese, secondo quanto riportato dal Financial Times, facendo crollare il titolo della società cinese di e-commerce a Hong Kong.

Delta Air Lines (+2%): ha previsto un utile superiore alle aspettative per il secondo trimestre, citando prenotazioni “record” per i viaggi estivi, compresa una forte domanda di viaggi internazionali.

Warner Bros Discovery (+1%): il 23 maggio lancerà il suo atteso nuovo servizio di streaming, chiamato ‘Max’, che combina l'intrattenimento sceneggiato di HBO Max con i reality show di Discovery.

Harley-Davidson (-4%): il suo direttore finanziario Gina Goetter lascerà la società alla fine di aprile per assumere il ruolo di CFO di Hasbro, mentre il vicepresidente e tesoriere David Viney ricoprirà il ruolo di direttore finanziario ad interim.

ConocoPhillips (+0,10%): prevede di generare circa 115 miliardi di dollari di free cash flow da distribuire nei prossimi 10 anni e di espandere la produzione di petrolio e gas fino al 5% all’anno nello stesso periodo.

GlucoTrack (-36%): dichiara di voler offrire azioni in un’offerta pubblica non rivelandone l’entità e i proventi

saranno utilizzati principalmente per il capitale circolante e per scopi aziendali generali.

Imperial Petroleum (+6%): propone di scorporare due dei suoi vettori drybulk sotto una holding denominata C3is Inc., operazione da completare nel secondo trimestre 2023.

ViewRay (-23%): ridotte le previsioni di fatturato per l’anno fiscale 2023 a una crescita compresa tra lo zero e il 15%, rispetto alle precedenti previsioni di aumento tra il 25% e il 40%.

Raccomandazioni analisti

The Goldman Sachs

Barclays: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto da 437 USD a 495 dollari.

Bank of America

Barclays: ‘buy’ e target price ridotto da 48 USD a 39 dollari.

JP Morgan

Barclays: ‘buy’ e prezzo obiettivo in calo da 189 USD a 179 dollari.

Morgan Stanley

Barclays: ‘buy’ e target price ridotto da 125 USD a 112 dollari.

PNC Financial Services

Barclays: ‘buy’ e prezzo obiettivo da 218 USD a 167 dollari.

Wells Fargo

Barclays è positivo sul titolo e consiglia Buy. Il prezzo obiettivo è stato rivisto al ribasso ed è ora fissato a 54 USD rispetto ai precedenti 64 USD.

Pfizer

Barclays ha confermato il giudizio Neutral sul titolo. Nessun aggiornamento sostanziale del prezzo obiettivo che passa da 44 USD a 43 USD.

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