Titoli growth e value: qual è la differenza?

I titoli growth trattano generalmente a multipli più alti dei value ma "promettono" un forte aumento di ricavi e utili. In genere sono società molto esposte a business in crescita come i tech. I titoli value non promettono forti boom di utili e fatturato ma dalla loro hanno un business solido, resiliente ai cicli economici e con un buon flusso di dividendi. Spesso le utility vengono indicate come appartenenti a questo gruppo.
Osservare il rapporto price/earnings e price/book value
La discussione tra investimento value e growth è tra le più antiche all’interno della finanza. Spesso messi in contrapposizione, cerchiamo di comprendere quali sono le caratteristiche principali dei titoli value e growth partendo da un multiplo essenziale: il rapporto price/earning. Di cosa si tratta?
Il price/earning ratio (abbreviato in P/E) è dato dal rapporto tra il prezzo di mercato del titolo azionario e l’utile per azione della società. Ad esempio, una società ha un utile di 20 milioni di euro e ha emesso 2 milioni di azioni. Abbiamo un rapporto utile per azione (anche noto come earnings-per-share, o EPS) pari a 10. Se il titolo quota 150 euro, significa che il titolo tratta 15 volte gli utili.
Solitamente bassi rapporti di multipli (price/earning, price/book value) sono tipici di un azione value. Chi acquista un’azione value investe in comparti stabili con tassi di crescita degli utili più contenuti. I settori value per eccellenza sono il comparto finanziario e le utilities.
Viceversa le azioni growth presentano tassi di crescita più elevati, rapporti p/e e p/bv molto elevati, con prospettive molto brillanti. Queste proporzioni elevate dimostrano come l'ottimismo verso le azioni growth da parte del mercato sia alto. Chi investe in azioni growth scommette sul forte potenziale di crescita, selezionando ad esempio settori come tecnologia e fintech: il mercato ha elevate attese di crescita per i prossimi anni in questi settori e i prezzi incorporano le aspettative.
Quella appena fatta non è una distinzione netta, dato che all’interno di ciascun settore possono esserci società che si possono collocare in una o nell’altra categoria.

Titoli Growth: multipli elevati a fronte di attese di crescita elevate
Le azioni growth trattano a multipli superiori rispetto a quelle growth. Il mercato implicitamente stima che la società in futuro produrrà utili tali da giustificare un prezzo del titolo più alto della media, pur non avendo uno storico di solida crescita degli utili.
I titoli growth sono generalmente più volatili e maggiormente soggetti a variazioni di prezzo consistenti, anche in un arco temporale ridotto: per questo è considerato più adatto a investitori con maggiore propensione al rischio.
Se compro il titolo Tesla, Amazon o Alphabet, i titoli tratteranno a multipli sugli utili molto più elevati rispetto ai titoli value e con molta probabilità non verranno distribuiti dividendi: credo però nel forte potenziale del business e quindi nella possibilità che la società generi utili in futuro sempre in crescita.
Titoli Value: adatti a investitori di medio lungo-periodo
Le azioni value appartengono a società che già producono utili con meno potenziale di crescita ma con maggiore stabilità degli stessi nel tempo.
Generalmente sono società value quelle appartenenti a settori considerati ormai maturi, società solide con un business stabile.
Su Borsa Italiana, un esempio di azione value è il titolo Enel: l’azione riesce a dare risultati positivi nel medio lungo-periodo, gli utili sono più stabili e anche più resilienti a condizioni avverse del mercato. Di contro, il rendimento non sarà alto. In genere però queste società staccano importanti dividendi e quando vado a valutarne l'acquisto devo contare il loro flusso nel tempo, e il loro probabile reinvestimento.
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