Unicredit in luce con l’ipotesi scudo anti-spread targato BCE

Unicredit in luce con l’ipotesi scudo anti-spread targato BCE

Tornano i rumor su un possibile intervento dell’istituto centrale europeo a difesa dei paesi ‘periferici’ in caso di shock da spread e partono gli acquisti nel settore bancario, con la banca milanese in prima fila.

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Banche alla riscossa

Inizio di settimana positivo per le banche europee, sostenute dalle ipotesi di un nuovo intervento della Banca centrale europea in caso di nuovi picchi dello spread nei paesi europei.

L’indice europeo del settore guadagna oltre il 2%, seguito dal suo omologo italiano grazie alla corsa di Unicredit, Fineco, Intesa Sanpaolo, Banca Generali e Mediolanum, tra le migliori di Milano.

Acquisti anche oltralpe, dove Société Générale e Crédit Agricole proseguono di slancio, mentre a Francoforte balza Commerzbank (+4%), sui rumor di una possibile cessione dell’istituto da parte dello stato tedesco, operazione a cui Unicredit era stata interessata prima dello scoppio della guerra in Ucraina.

BCE pronta a intervenire?

Nella settimana del meeting del Banca centrale europea, da Bloomberg rilanciano l’ipotesi di un intervento da parte dell’istituto centrale finalizzato a proteggere il debito dei paesi periferici dell’eurozona, nel caso in cui arrivassero forti rialzi dello spread.

“Non è la prima volta che si torna a parlare di uno schema di protezione BCE sul debito pubblico dei paesi europei, specialmente a seguito del termine del programma App previsto a fine giugno e alle aspettative di un rialzo dei tassi da parte della Bce a partire da luglio”, ricordano gli analisti di Equita Sim.

Un nuovo schema BCE finalizzato a ridurre l’impatto sullo spread “sarebbe una notizia positiva per il settore bancario”, aggiungono dalla sim milanese, ricordando che “uno shock sul fronte spread ha storicamente penalizzato il settore”.

“L'esposizione media dei titoli governativi rapportata al Cet1 delle banche si attestava nel primo trimestre 2022 in area 110%, tuttavia con valori molto eterogenei, dal 76% di Intesa Sanpaolo a oltre il 250% della Popolare di Sondrio e di Mps”, concludono da Equita.

Unicredit a ‘caccia’ di compratori

Nel frattempo, Piazza Gae Aulenti prosegue la ricerca di un compratore per le sue attività in Russia, andando oltre gli investori locali e concentrandosi su paesi come la Cina e l’India.

La notizia è stata riportata dalla Reuters, secondo la quale l’istituto milanese sta intensificando i suoi sforzi per lasciare il paese.

Alla base dell’estensione della ricerca fuori dalla russa è dovuta soprattutto alle sanzioni occidentali decise nei confronti di Mosca, rappresentando un forte ostacolo all’uscita dal paese di Unicredit.

L’indiscrezione sarebbe “positiva per il titolo Unicredit”, sottolineano da WebSim, ricordando che “per quanto riguarda la Russia, nel primo trimestre 2022 la banca aveva contabilizzato impatti per circa 92 bps (Cet1 ratio), su un totale stimato di 128 bps”.

Pertanto, dalla sim mantengono sul titolo la raccomandazione ‘neutral’, con prezzo obiettivo a 12,50 euro, mentre oggi scambia a 10,85 euro.

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