Unicredit non ha paura della crisi in Ucraina: dividendo e buyback confermati
L’istituto milanese è la banca italiana più esposta in Russia ma alla luce dell’analisi delle sue attività nel paese ha confermato sia la distribuzione del dividendo da 1,2 miliardi di euro che il riacquisto di azioni proprie per 2,458 miliardi.
La pubblicazione dell’esposizione in Russia
Unicredit sempre sotto osservazione dei mercati, con i venti di guerra che battono forte sulle attività della banca, la più esposta in Russia tra gli istituti italiani.
Ieri sera da Piazza Gae Aulenti pubblicavano il dettaglio delle sue esposizioni nel paese, dove Unicredit Bank Russia deteneva a fine 2021 una posizione creditoria autofinanziata di 7,8 miliardi di euro, un RWA di 9,4 miliardi di euro e un patrimonio di 2,5 miliardi.
Comprese le coperture sui cambi, l’esposizione diretta della filiale russa (UCBR) risulta ridotta a circa 1,9 miliardi di euro.
A Piazza Affari, intanto, il titolo Unicredit scatta subito in apertura, arrivando a guadagnare oltre il 7% e toccando 9,62 euro per azione, cavalcando l’onda positiva odierna dei mercati europei.
Altri dettagli sull’esposizione
L’esposizione cross border nei confronti della clientela russa resta attualmente intorno ai 4,5 miliardi di euro, al netto delle garanzie di circa 1 miliardo di euro da parte di Export Agencies pubbliche non russe, rappresentando circa 3 miliardi di euro di RWA.
L’esposizione riguarda soprattutto le principali multinazionali russe, in valuta EUR e USD, e regolate con contratti disciplinati da leggi internazionali e soggetti a tribunali internazionali.
Per quanto riguarda le sanzioni, spiegano da Unicredit, le controparti rappresentano meno del 5% dell’esposizione cross border complessiva, anche considerando l’esposizione mark-to-market in derivati verso le banche russe pari a 300 milioni di euro (al netto del collaterale).
Con il crollo del rublo, inoltre, la massima perdita nel caso in cui la valuta russa dovesse avvicinarsi allo zero è di circa 1 miliardo di euro.
Nel caso in cui la totalità della massima esposizione non possa essere recuperata e venga azzerata, ovvero lo scenario ‘estremo’ calcolato dalla banca, l’impatto sul CET1 ratio di Unicredit a fine 2021 (15,3%) sarebbe di circa 200 punti base.
In tale scenario, la “solida posizione di capitale” consentirebbe alla banca di “assorbire questo impatto senza scendere al di sotto del 13%”, sottolineano da Unicredit.
Confermati dividendo e buyback
Alla luce di questi dati, Unicredit ha confermato il dividendo in contanti proposto per il 2021, pari a 1,2 miliardi di euro, mantenendo un CET1 ratio superiore al 13% anche nello scenario peggiore.
L’ottimismo per il futuro nonostante l’aggravarsi della crisi Ucraina spinge la banca a confermare anche l’intenzione di eseguire il riacquisto di azioni fino all’importo precedentemente concordato di 2,458 miliardi di euro, a condizione che il CET1 proforma di fine 2021 resti sopra il 13%.
Nel caso in cui l’impatto finale sul capitale delle esposizioni russe rimanga inferiore a 200 punti base, aggiungono, permetterà di utilizzare fino ad un importo equivalente per il riacquisto di azioni.
Il “riacquisto, o almeno parte di esso”, avverte Benjie Creelan-Sandford, analista di Jefferies, “potrebbe ora essere ritardato in attesa di chiarezza su eventuali perdite legate alla Russia”.
La banca, presente in Russia dal 2005, ha già “saputo in passato adattarsi e operare nel pieno rispetto di contesti sanzionatori” e continuerà a “monitorare da vicino gli sviluppi del paese, in piena collaborazione con le autorità di regolamentazione”, avvalendosi di un “team di esperti che hanno già definito piani di emergenza consistenti per proteggere il personale operativo nell’area, i clienti in tutta Europa e gli azionisti”.
La view degli analisti
Secondo gli analisti di Banca Akros, la scelta di Unicredit sui dividendi va in direzione opposta rispetto all'austriaca Raiffeisen Bank, che ha sospeso la distribuzione degli utili ai soci a causa della sua posizione in Russia,
Inoltre, “l'impatto patrimoniale pur superiore a quello di Société générale sembra comunque gestibile grazie alla solida posizione di capitale di Unicredit”, aggiungevano dall’istituto.
“Le indicazioni fornite confermano la solidità patrimoniale di Unicredit e la sua capacità di remunerazione degli azionisti, anche nell'attuale contesto di mercato” sottolinea Equita Sim convinta che, anche con perdite di 4 miliardi di euro dall'esposizione in Russia, Unicredit sia in grado di completare il buyback programmato.
Dal picco del 10 febbraio, ricordano dalla sim milanese, “Unicredit ha perso in Borsa oltre il 40% della capitalizzazione a fronte di un -30% della media delle principali banche quotate”.
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