Unicredit oltre le attese: miglior semestre in dieci anni e guidance aumentata


La banca milanese ha visto l’utile trimestrale arrivare a 2,010 miliardi di euro anche grazie alla riduzione dell’impatto derivante dalla Russia, mentre i ricavi dell’anno in corso sono previsti ancora in aumento.


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Unicredit batte le attese

Sesto trimestre consecutivo con una redditività in crescita e miglior primo semestre degli ultimi dieci anni. Con queste parole si apre il comunicato diffuso questa mattina da Unicredit, nel quale si evidenziano i risultati ottenuti nella prima parte dell’anno, così positivi da sorprendere le attese degli analisti.

Il secondo trimestre 2022 dell’istituto di Piazza Gae Aulenti si è chiuso con un utile di 2,010 miliardi di euro, mentre le attese del consensus pubblicato sul sito della stessa banca si fermava a 996 milioni, oltre ad essere superiori ai 274 milioni dei primi tre mesi dell’anno.

Sorpresi anche gli analisti di Barclays, viste le loro previsioni di 1,133 miliardi di utile netto, mentre da Banca Akros si erano fermati ad un risultato di 980 milioni.

“UniCredit ha continuato a ottenere ottimi risultati nel secondo trimestre, conseguendo la migliore performance per il primo semestre degli ultimi 10 anni, spinta da redditività in crescita, solida generazione organica di capitale e riduzione della base costi nonostante l'impatto dell'inflazione”, dichiarava nella nota il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel.

La diffusione dei dati ha attirato acquisti sul titolo subito in apertura di Piazza Affari, non riuscendo ad aprire nei primi minuti di scambia a Milano.

Gli altri dati

I ricavi trimestrali della banca si sono attestati a 4,780 miliardi di euro, superiori ai 4,512 del consensus e in crescita dell’8,9% su base annuale.

Vola del 25% l’Ebitda sul 2021, arrivando a 2,422 miliardi su attese di 2,097 miliardi, mentre il Cet 1 ratio al 15,63% si confronta con un 14% previsto dagli analisti.

Viaggia veloce anche la redditività, visto il Rote al 15,1% e una crescita del 7,1% anno su anno.

L’impatto della Russia

Se il primo trimestre era stato condizionato dalle svalutazioni in Russia, nel secondo periodo l’incidenza russa sui profitti è stato pari a 500 milioni, ottenuti grazie alla forza del rublo.

Escludendo l’impatto della Russia, segnala la nota della banca, l’utile netto del gruppo è stato pari a 1,5 miliardi di euro, con una robusta generazione organica di capitale di 67 punti base nel trimestre e un CET1 Ratio del 15,73%.

I ricavi netti del secondo trimestre, sempre escludendo l’impatto russo, i ricavi si sono attestati a 4,4 miliardi, segnando una crescita del 12,5% anno su anno, riflettendo l’elevata redditività aggiustata per il rischio in tutte le aree geografiche e sostenuti dalla crescita del margine netto di interesse attestatosi a 2,3 miliardi di euro e dalla diminuzione delle rettifiche su crediti che riflette “la solida qualità dell’attivo”.

Inoltre, i costi operativi si sono ridotti del 4,4%, mentre l’esposizione verso la Russia è stata complessivamente ridotta di circa 2,7 miliardi grazie ad azioni “proattive e disciplinate”.

“Il nostro business in Russia è funzionale e crediamo che il paese non rappresenti più una preoccupazione per i risultati economico-finanziari del gruppo”, sottolineava Orcel nel corso della call con gli analisti.

“Continuiamo a muoverci nella direzione del de-risking, ma lo facciamo in modo razionale e ordinato”, continuava Orcel, aggiungendo di “non aver cambiato la nostra posizione in proposito”.

La nuova guidance 2022

A “seguito dei robusti risultati finanziari e del contesto di tassi di interesse più favorevole”, da Unicredit hanno fissato una nuova guidance, esclusa la Russia.

In particolare, i ricavi netti sono visti oltre i 16,7 miliardi nel 2022, a fronte dei 16 miliardi delle previsioni diffuse a marzo, mentre il margine di interesse è visto a 9,2 miliardi, i costi a 9,5 miliardi, con un rapporto costi e ricavi del 55%.

In crescita anche le attese per l’utile netto, passate dai precedenti 3,3 miliardi ai 4 miliardi attuali, con le previsioni del costo del rischio sotto i 30 punti dai 30-35 punti base precedenti, e un Cet 1 ratio superiore al 13% (tra i 12,5 e il 13% il precedente).

“Potremo continuare a raggiungere queste performance finanziarie anche nei prossimi trimestri”, prevedeva Orcel, sottolineando come “il team sia motivato” e che “la banca progredisce”.

Anche se “le performance sono state impattate da un gran livello di incertezza ma non vedo per il futuro veri segnali di recessione”, aggiungeva il Ceo.

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