Wall Street ottimista mentre le banche centrali restano protagoniste

Wall Street ottimista mentre le banche centrali restano protagoniste

Ieri la Fed aveva alzato i tassi di interesse di 25 punti base e oggi un aumento è stato deciso anche dalla Banca centrale svizzera e da quella norvegese.

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Wall Street rimbalza

Wall Street verso un’apertura positiva nella seduta post-meeting della Federal Reserve caratterizzata da un’altra stretta monetaria.

A circa un’ora dall’avvio delle contrattazioni ufficiali, i future sul Nasdaq guadagnano lo 0,80%, seguiti da quelli sullo S&P500 (+0,40%) e quelli sul Dow Jones (0,10%).

In calo i Treasury USA, con decennale che cede lo 0,60% al 3,479% e il biennale in calo dello 0,40%, appena sotto il 4%, mentre il dollaro si indebolisce nei confronti dell’euro (EUR/USD +0,30% a 1,0889).

Oggi erano attesi i dati sulle richieste settimanali di disoccupazione, possibile termometro dello stato di forza del mercato del lavoro.

Alla settimana al 18 marzo, le nuove richieste sono state 191 mila, dato di poco sotto le attese degli analisti (197 mila) e praticamente in linea con quello precedente (192 mila).

Decisioni della Fed

Ieri la Federal Reserve ha aumentato di altri 25 punti base i tassi di interesse, portandoli in un intervallo compreso tra il 4,75% e il 5%, non cogliendo di sorpresa i mercati finanziari che precedentemente avevano goduto di un allentamento dello stress finanziario.

“La crisi delle banche regionali ha comunque scongiurato il rialzo di 50 bp, dato per scontato dai mercati solo due settimane fa”, sottolinea Antonio Tognoli di Cfo Sim.

Inoltre, la Fed ha rivisto leggermente al ribasso le stime di crescita per il 2023 e il 2024 rispettivamente al +0,4% e al +1,2% e il tasso di disoccupazione ora è atteso quest’anno al 4,5% (il dato di febbraio è pari al 3,6%). “L’aumento di ieri porta a 475 bp complessivi il rialzo dei tassi negli ultimi 12 mesi (mai accaduto negli ultimi 50 anni) e questo spiega in parte lo stress finanziario che alcune banche hanno dovuto gestire”, aggiunge Tognoli.

Yellen affossa gli indici

Ieri, comunque, i principali indici USA hanno chiuso in negativo, spaventati non dalle parole del numero uno della Fed, quanto le dichiarazioni successive del Segretario del Tesoro Janet Yellen, durante l’audizione al Senato.

Alla domanda se il Tesoro stesse valutando la possibilità di estendere l’assicurazione sui depositi oltre i massimali la risposta della Yellen è stata: “Non è una cosa che abbiamo preso in considerazione. Non è una cosa che stiamo considerando”.

Sentenza che ha gelato i mercati, con il governo che esplicitamente riporta come un assegno in bianco agli istituti finanziari non sia parte dei piani, sebbene nei precedenti commenti si fosse lasciato intendere l’esatto opposto.

“Comunicazione non chiara che ha portato i mercati ad accelerare al ribasso”, secondo Tognoli..

Previsioni sui tassi

Una ricerca di Citi Economics intitolata ‘Una Fed dovish oggi non significa una Fed dovish domani’ mantiene le sue previsioni sui tassi terminali statunitensi al 5,5%-5,75% sulla scia della decisione di ieri.

Gli economisti di Citi riconoscono le modifiche da ‘colomba’ apportate alla dichiarazione della Fed di marzo, che includeva un nuovo passaggio sul possibile impatto dei “recenti sviluppi” sulle condizioni del credito, oltre che del presidente Powell.

A questo punto, però, Citi Economics mantiene la sua previsione di un tasso terminale più alto, anche se i prezzi di mercato stanno scendendo al di sotto del 5% e le proiezioni della Fed mostrano che il tasso terminale rimarrà al 5,1%.

Previsioni, precisa la nota di ricerca di Citi, basata sull’aspettativa di almeno qualche altro mese di inflazione core molto forte.

Le altre banche centrali

Oggi, intanto, erano attese le altre banche centrali che mancavano all’appello dopo la Banca centrale europea e la Fed.

La Bank of England ha aumentato i suoi tassi di 25 punti base così come atteso del mercato

Prima della BoE, la Banca nazionale svizzera (BNS) proseguiva nella sua lotta contro l’inflazione (3,4%) malgrado le turbolenze sui mercati finanziari mondiali ed ha deciso un ulteriore aumento da 50 pb, portando così il suo tasso +1,00% al +1,50%.

Si tratta del quarto rialzo per l’istituto elvetico dopo quelli effettuati il 16 giugno, il 22 settembre e il 25 dicembre 2022, cambiando così politica monetaria dopo sette anni.

Prima di tutte, a dare il via alle ‘danze’ restrittive era stata la Banca centrale norvegese, alzando il suo tasso di 25 pb e portandolo al 3%, in linea con le attese di quasi tutti gli economisti intervistati dalla Reuters, per poi affermare di puntare ad un ulteriore rialzo a maggio ed a un successivo, raggiungendo così il 3,5% nel corso della prossima estate.

Notizie societarie e pre-market USA

Coinbase (-12%): ha ricevuto dalla SEC una ‘Wells Notice’”, una lettera che può precedere una citazione in giudizio, con la quale richiede alla società notizie in merito a presunte irregolarità e violazioni legali.

Ford (+1%): ha annunciato una perdita di 3 miliardi di dollari quest’anno per la sua unità di business per i veicoli elettrici, ma rimane sulla buona strada per raggiungere un margine ante imposte dell'8% entro la fine del 2026.

Accenture (+4%): ha annunciato l’intenzione di tagliare 19 mila posti lavoro nei prossimi 18 mesi e si attende una crescita dei ricavi annuali tra l’8% e il 10% rispetto alle precedenti previsioni di 8-11%.

General Mills (+1%): ha alzato le sue previsioni di vendita annuali dopo aver registrato un fatturato trimestrale migliore del previsto, beneficiando degli aumenti di prezzo e della domanda di snack, cereali per la colazione e prodotti per animali domestici.

Context Therapeutics (-8%): ha deciso di interrompere lo sviluppo del suo farmaco principale ONA-XR e non si concentrerà più principalmente sui tumori femminili.

Raccomandazioni analisti

Amazon

UBS mantiene il giudizio Buy del titolo. Il prezzo obiettivo è ancora fissato a 127 USD.

Nvidia

KGI Securities: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato da 265 USD a 291 dollari.

Truist Securities: ‘buy’ e target price aumentato a 289 USD rispetto ai precedenti 266 dollari.

BMO Capital: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato da 255 USD a 305 dollari.

TD Cowen: ‘buy’ e target price incrementato da 260 USD a 300 dollari.

Nike

KGI Securities: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato da 146 USD a 150 dollari.

Williams Trading: ‘neutral’ e target price sale da 111 USD a 120 dollari.

Guggenheim: ‘buy’ e prezzo obiettivo incrementato da 135 USD a 145 dollari.

Jefferies & Co.: ‘buy’ e target price a 160 USD rispetto ai precedenti 140 dollari.

Piper Sandler: ‘neutral’ e prezzo obiettivo sale da 105 USD a 112 dollari.

UBS: ‘buy’ e target price in crescita da 151 USD a 155 dollari.

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