Wall Street verso apertura in rosso dopo i dati sul lavoro

I posti di lavoro creati nel settore non agricolo sono stati maggiori rispetto alle previsioni del consensus e a quello precedente, confermando così la forza dell’economia statunitense a dispetto delle politiche monetarie restrittive fatte di aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
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Il report sul lavoro USA
L’economia americana continua a ‘macinare’ posti di lavoro, raffreddando eventuali illusioni di un rallentamento della politica monetaria restrittiva da parte della Federal Reserve.
Il report odierno ADP sul lavoro stima un numero di buste paga nel settore non agricolo di 235 mila, dato superiore sia alle attese (150 mila) che a quello precedente (127 mila).
Inferiori alle previsioni i numeri delle richieste iniziali di disoccupazione, fermatesi a 205 mila mentre gli analisti se ne attendevano 225 mila e il dato precedente arrivava a 223 mila.
I future dei principali indici di Wall Street aumentavano le perdite, con flessioni per quelli sul Nasdaq (-0,60%), il Dow Jones (-0,50%) e lo S&P 500 (-0,50%).
La forza del mercato del lavoro USA spingeva gli investitori verso lidi più sicuri, con il dollaro che guadagnava nei confronti dell’euro (EUR/USD a 1,0569 a -0,5%), mentre aumentavano dell’1% i rendimenti dei titoli di Stato, con il decennale a 3,754% e il biennale a 4,4555%.
Verbali e tassi Fed
Ieri l’attesa era tutta per la diffusione delle minute della Federal Reserve relative all’ultima riunione, dai quali emergeva che i funzionari sono concordi sulla necessità di proseguire sulla strada dei rialzi dei tassi di interesse, ma in maniera graduale e flessibile per non compromettere la crescita economica.
La Fed ritiene necessarie “ulteriori prove” per confermare che l’inflazione sia sotto controllo”, sottolinea Victoria Scholar, responsabile degli investimenti di Interactive Investor.
Pertanto “si prevede che la Fed continuerà ad aumentare i tassi d'interesse e che la politica dei falchi continuerà a rappresentare un ostacolo per le azioni fino al 2023”.
Gli operatori del mercato monetario prevedono ora una probabilità del 60,5% di un aumento dei tassi di 25 punti base al 4,50%-4,75% a febbraio, ma vedono ancora i tassi al di sotto del 5% entro giugno.
“Continuiamo a prevedere tre ulteriori rialzi dei tassi di 25 punti base a febbraio, marzo e maggio, per un picco del tasso dei fondi del 5-5,25%”, scrivono da Goldman Sachs in una recente nota, mentre secondo gli esperti di Jefferies “senza una riduzione sostanziale della domanda di lavoro, la Fed non si sentirà a suo agio nel fare una pausa, tanto meno nel tagliare i tassi”.
Diminuiscono i licenziamenti
Nel giorno dopo l’annuncio di 18 mila licenziamenti da parte di Amazon, anche il dato sul taglio al personale mostra una tendenza positiva per il mondo del lavoro a stelle e strisce.
Nel mese di dicembre ci sono stati circa 43.600 tagli di posti di lavoro, secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, segnando così un calo del 43% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 76.835 licenziamenti, e un +129% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Nonostante il miglioramento, il dato di dicembre rappresenta il secondo numero più alto di tagli di posto di lavoro mensili del 2022, oltre a segnare l’ottava volta in cui i licenziamenti sono stati superiori rispetto al mese corrispondente dell’anno precedente.
“L'economia nel suo complesso sta ancora creando posti di lavoro, anche se i datori di lavoro sembrano pianificare attivamente una recessione. Le assunzioni sono rallentate poiché le aziende adottano un approccio cauto all'inizio del 2023”, spiegava Andrew Challenger, vicepresidente senior di Challenger, Gray & Christmas.
Resta la ‘ferita’ del settore tecnologico, nel quale sono stati licenziati 16.193 persone a dicembre, per un totale di 97.171 nel 2022 (+649% rispetto al 2021), rappresentando così la categoria nella quale è stato ridotto il maggior numero di personale.
Notizie societarie e pre-market USA
Amazon (+2%): annunciati 18 mila licenziamenti, numero superiore ai 10 mila precedentemente indicati nel mese di novembre.
General Motors (+0,20%): sorpassa Toyota e sale al primo posto nelle vendite di auto negli Stati Uniti nella classifica 2022.
Bed Bath & Beyond (-17%): oggi ha dichiarato che sussistono dubbi sostanziali sulla sua capacità di continuare ad operare, pertanto continuerà a prendere in considerazione tutte le alternative strategiche necessarie tra cui la ristrutturazione o la ricerca di ulteriori capitali, ammettendo, però, che “queste misure potrebbero non avere successo”.
Walgreens Boots Alliance (-2%): perdita netta di 3,72 miliardi di dollari (4,31 dollari per azione) nel trimestre conclusosi al 30 novembre, rispetto a un utile di 3,58 miliardi di dollari (4,13 dollari per azione) di un anno prima.
NovoCure (+73%): ha annunciato il raggiungimento l’obiettivo primario nel corso della terza fase di sperimentazione della sua terapia contro il tumore al polmone non a piccole cellule.
Raccomandazioni analisti
Amazon
UBS: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto da 125 USD a 165 dollari.
Microsoft
Jefferies: conferma ‘buy’ e target price fermo a 270 dollari.
UBS: ‘neutral’ e prezzo obiettivo diminuito a 250 USD dai precedenti 300 dollari.
JP Morgan
RBC: ‘buy’ e target price confermato a 130 dollari.
SalesForce.com
Jefferies: ancora ‘buy’ e prezzo obiettivo di nuovo a 230 dollari.
Oracle
Jefferies: da ‘neutral’ a ‘buy’ con target price aumentato a 105 USD dai 90 dollari precedenti.
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