Borsa Italiana: come incassare i dividendi
Guardiamo come si calcola il rendimento, con o senza tasse. Ecco tutte le tempistiche per comprare azioni e incassare.
Quando comprare per aver diritto al dividendo
Per aver diritto a incassare i dividendi delle società di Piazza Affari, è importante avere le azioni in portafoglio nel giorno dello stacco della cedola.
La data di stacco o "ex-date" è la data proposta all'assemblea dei soci dal consiglio di amministrazione nel momento in cui i conti dell'intero esercizio sono approvati dal board. La data di stacco è il giorno in cui le società registrano chi ha diritto a ricevere il dividendo.
È importante aver acquistato il titolo entro l’ultimo giorno di quotazione utile prima dello stacco della cedola, in quanto se si compra il titolo nel giorno dello stacco non si ha diritto a incassare il dividendo.
Hanno quindi diritto a ricevere il dividendo solo gli azionisti che si trovano ad avere in portafoglio le azioni all’apertura della seduta di Borsa del giorno fissato per lo stacco. Anche se si vende il titolo nel giorno stesso della data di stacco, si mantiene il diritto a ricevere il dividendo. Questo perché, in quella data, il titolo viene quotato già "ex dividendo".
Puoi trovare il calendario dividendi Borsa italiana aggiornato con gli ultimi dividendi resi noti dai componenti del Ftse Mib.
Se ad esempio l’azione X pagherà agli azionisti il dividendo lunedì 4 ottobre, le azioni dovranno essere acquistate almeno l’ultimo giorno di quotazione prima dello stacco, venerdì 1 ottobre. Solitamente i dividendi vengono staccati di lunedì, quindi si dovrebbe acquistare il venerdì precedente al giorno dello stacco. Chi acquista il titolo il lunedì, giorno di stacco del dividendo, non ha diritto a ricevere il dividendo. Infine, nel giorno di pagamento, generalmente fissato dopo 2 giorni lavorativi di Borsa aperta (in gergo, t+2), l'azionista riceve i soldi. Nel nostro esempio, mercoledì 6 ottobre.
Tassazione dividendi e calcolo del rendimento
Quando si tratta il tema dividendi non si può che parlare di dividend yield, ovvero del rendimento percentuale del valore della cedola. È dato dal rapporto tra il dividendo pagato da una società quotata in Borsa per il prezzo del titolo. Maggiore è il valore del dividend yield, maggiore sarà il rendimento.
Il dividendo, in quanto reddito di natura finanziaria, viene tassato al 26%, quindi l’azionista si troverà sul conto corrente il dividendo decurtato da questa imposta. Essendo un reddito da capitale non può andare a compensare eventuali minusvalenze precedenti presenti nello zainetto fiscale, come accade invece con i redditi diversi.
Se invece è una società estera a staccare il dividendo, quest'ultimo è tassato prima nel Paese di origine, con l'aliquota locale, e poi su quel che rimane viene applicata anche la tassazione italiana del 26% (si parla di doppia tassazione sui dividendi esteri).
Se i tuoi investimenti sono in regime amministrato, non è necessario dichiarare il dividendo nella tua dichiarazione dei redditi. In questo caso, la banca gestisce i calcoli e il pagamento delle tasse al Fisco per te, accreditando l'importo del dividendo già al netto delle tasse. Questo regime si applica automaticamente a meno che tu non richieda esplicitamente un'opzione diversa.
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