Inflazione in crescita negli USA, ma meno delle attese

I dazi iniziano a mostrare il loro impatto sui prezzi USA anche se i numeri di giugno ancora non indicano una crescita significativa e alcuni analisti ritengono che le tariffe ancora non abbiamo mostrato appieno il loro peso sull’inflazione.
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Lieve aumento dei prezzi negli USA
Aumenta l’inflazione negli Stati Uniti, iniziando a mostrare così il peso della guerra commerciale di Donald Trump sui prezzi, anche se per ora si tratta di una crescita limitata e inferiore alle attese per il quinto mese consecutivo.
I dati diffusi oggi hanno mostrato un’inflazione in aumento a +2,7% a giugno su base annuale, crescita superiore a quella attesa dagli economisti (+2,6%) e del +2,4% del mese precedente, mentre mensilmente ha accelerato a +0,3% dal +0,1% precedente, in linea con le previsioni.
Tolte le componenti più volatili (dato core), il mese scorso l’IPC su base mensile è salito a +0,2% (+0,3% atteso e +0,1% precedente) e +2,9% annualmente (+3% atteso e +2,8% precedente).
Sollievo ma restano i rischi
Elias Haddad di BBH, sottolinea che “le pressioni inflazionistiche derivanti dall'aumento dei dazi rimangono contenute. Tuttavia, dubitiamo che gli ultimi dati sull'indice dei prezzi al consumo riflettano appieno gli effetti dei dazi sull'inflazione, considerando che si stima che l'aliquota tariffaria effettiva media statunitense sia aumentata dal 2,4% di gennaio al 20,6% al 14 luglio, il livello più alto dal 1910”.
Neil Dutta, responsabile della ricerca economica statunitense per Renaissance Macro Research, ha dichiarato a Bloomberg Television di vedere segnali di debolezza economica in questo rapporto perché, mentre i prezzi di alcuni beni stanno aumentando, la debolezza di alcuni servizi suggerisce una fragilità tra i consumatori.
Elias Haddad, senior markets strategist di Brown Brothers Harriman, ha osservato che l'effetto dei dazi sull'inflazione è stato limitato per ora, ma ribadisce che "l'aumento delle tariffe statunitensi rappresenta un rischio al ribasso per la crescita degli Stati Uniti e un rischio al rialzo per l'inflazione".
Wall Street oggi
Dopo la diffusione del dato, i future sul Nasdaq e quelli sullo S&P500 aumentavano la crescita della mattinata, portandosi rispettivamente a +0,60% e +0,40%, mentre i contratti sul Dow Jones restavano intorno la parità.
Il dollaro cedeva nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD saliva (+0,15%) a 1,168.
Il Bitcoin ritraccia (-4%) dai record storici toccati ieri e scende a 117 mila dollari.
Dal fronte materie prime, l’oro resta a 3.360 dollari l’oncia mentre salgono di poco i prezzi del petrolio: Brent a 69 dollari e greggio WTI a 67 dollari l’oncia.
Le trimestrali delle big bank
Il calendario delle trimestrali di Wall Street prevedeva oggi i risultati di JP Morgan, Wells Fargo e Citigroup, mentre domani saranno attese Goldman Sachs e Morgan Stanley.
JP Morgan ha ottenuto un risultato sorprendente nel secondo trimestre, facendo intravedere l’inizio di una ripresa nelle attività di dealmaking dopo un periodo di esitazione diffusa dovuta alle politiche tariffarie statunitensi. Jamie Dimon, amministratore delegato, ha dichiarato che “le attività di dealmaking sono partite lentamente ma hanno acquisito slancio man mano che il sentiment di mercato migliorava”.
Le commissioni dell’investment banking della banca sono aumentate del 7%, mentre gli analisti si aspettavano un calo del 14%. Il trading azionario è arrivato a 3,25 miliardi di dollari, stabilendo un nuovo record per il secondo trimestre dopo il precedente massimo registrato nel primo periodo.
Alzate le previsioni di ricavi netti da interessi per il 2025 e ora si attende circa 95,5 miliardi di NII, rispetto alla precedente stima di quasi 94,5 miliardi di dollari.
L’altra protagonista di oggi era Wells Fargo e la banca ha abbassato le previsioni per l’intero anno riguardo al reddito netto da interessi, dopo un altro trimestre di crescita modesta, in un contesto di persistente guerra commerciale.
La banca con sede a San Francisco ha registrato 11,7 miliardi di dollari in NII (reddito netto da interessi) nei tre mesi fino a giugno, leggermente inferiore alle stime degli analisti di 11,8 miliardi di dollari. Questo ha portato la banca a ridurre l’obiettivo di crescita del NII per l’intero anno, prevedendo ora valori sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente, una revisione al ribasso rispetto a una precedente previsione di crescita compresa tra l’1% e il 3%, principalmente a causa di un calo del NII nella divisione mercati della banca.
Infine, i profitti di Citigroup sono aumentati nel secondo trimestre grazie ai guadagni ottenuti dalle attività di trading legate alla maggiore volatilità sui mercati. L'utile netto del gruppo si è attestato a 4 miliardi di dollari, pari a 1,96 dollari per azione, nei tre mesi fino al 30 giugno, aumentando del 25% rispetto all'anno precedente. I ricavi della terza maggiore banca statunitense sono aumentati dell'8% nel trimestre rispetto all'anno precedente a 21,7 miliardi di dollari, in un record per le attività di servizi, wealth e banking personale USA per il secondo trimestre.
Notizie societarie e pre market USA
Nvidia (+4%): ha annunciato di avere in programma la ripresa delle vendite dei chip H20 AI in Cina.
Apple (+0,30%): dovrebbe annunciare un impegno di 500 milioni di dollari a favore di MP Materials, l'operatore dell'unica miniera di terre rare degli Stati Uniti, secondo indiscrezioni riferite da Fox Business.
Alphabet (+0,20%): si è assicurata 3 gigawatt di energia idroelettrica statunitense da Brookfield Asset Management nel più grande patto aziendale di energia pulita al mondo che comprende contratti iniziali di acquisto di energia elettrica della durata di 20 anni, per un totale di 3 miliardi di dollari, per l'elettricità generata da due impianti idroelettrici in Pennsylvania.
JP Morgan (+0,30%): prevede nel 2025 95,5 miliardi di dollari di NII, superiori alla precedente stima di 94,5 miliardi di dollari.
Oracle (+1%): investirà complessivamente 3 miliardi di dollari in infrastrutture AI e cloud in Germania e nei Paesi Bassi nei prossimi cinque anni, ha detto l'azienda in dichiarazioni separate martedì.
Wells Fargo (-1%): utile netto a 5,49 miliardi di dollari, o 1,60 dollari per azione, nei tre mesi conclusi il 30 giugno, superiore ai 4,91 miliardi di dollari, o 1,33 dollari per azione, dell'anno precedente.
BlackRock (+1%): il patrimonio gestito è salito a 12,53 00 miliardi di dollari nel trimestre conclusosi il 30 giugno, oltre i 10,65 miliardi dell'anno precedente, anche se la raccolta netta a lungo termine è scesa a 46 miliardi di dollari nel trimestre, con un calo del 9,8%.
Citigroup (-0,30%): ricavi aumentati dell'8% nel trimestre rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 21,7 miliardi di dollari, segnando i record del secondo trimestre per le attività di servizi, wealth e personal banking negli Stati Uniti.
BNY (+1%): ricavi totali della società saliti del 9%, superando i 5 miliardi di dollari per la prima volta in un trimestre, mentre i ricavi netti da interessi (NII) sono saliti del 17%, oltre le previsioni medie degli analisti di +11,8% (dati LSEG).
Raccomandazioni analisti
Amazon
Jefferies: buy e prezzo obiettivo confermato a 255 dollari.
Netflix
Jefferies: buy e target price sempre a 1.400 dollari.
Microsoft
Jefferies: buy e prezzo obiettivo ribadito a 600 dollari.
Occidental Petroleum
Jefferies: neutral e target price alzato da 42 a 43 dollari.
Pfizer
TD Cowen: neutral e prezzo obiettivo incrementato da 28 a 30 dollari.
Ebay
MoffettNathanson Research: neutral e target price salito da 64 a 74 dollari.
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