Fondi aperti e fondi chiusi: differenze cruciali per i tuoi investimenti

18/01/2024 08:30

La scelta tra un fondo aperto e un fondo chiuso dipende largamente dalla tipologia di attività sottostante. Quali sono le differenze tra fondi aperti e fondi chiusi?

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Una scelta da non sottovalutare

Il mercato degli strumenti di investimento collettivi offre molte opzioni tra fondi comuni di investimento attivi o passivi, obbligazionari o azionari, ecc.. Talvolta la questione più importante è però un’altra: fondo aperto o fondo chiuso?

Cos’è un fondo aperto

I fondi comuni aperti sono tra i prodotti di risparmio gestito più diffusi in Italia. Essi sono gestiti dalla Società di Gestione del Risparmio (SGR) come se si trattasse di un unico patrimonio, alimentato dai versamenti dei sottoscrittori.

Le attività presenti nel portafoglio di un fondo aperto variano continuamente a seconda di:

  • afflussi e deflussi netti di capitali apportati o riscattati dagli investitori
  • oscillazioni dei mercati

Entrare e uscire da un fondo aperto è piuttosto semplice: l’investitore può sottoscrivere la quota in qualsiasi momento, e in qualsiasi momento può ottenere il rimborso totale o parziale del capitale. Quando si chiede il rimborso, la società liquida parte degli investimenti, facendo diminuire il capitale del fondo, definito appunto variabile.

Per fronteggiare le eventuali richieste di riscatto delle quote solitamente i gestori dei fondi aperti mantengono costantemente una parte del patrimonio in liquidità: se da una parte questo può peggiorare le performance dello strumento finanziario, dall’altra garantisce il rapido ed agevole disinvestimento delle quote.

Le SGR pertanto investono le quote dei fondi aperti prevalentemente in attività finanziarie facilmente negoziabili quali titoli quotati e Titoli di Stato a breve scadenza.

Gli investitori possono aderirvi attraverso il collocamento da parte delle Società di Gestione stesse, delle Società di Intermediazione Mobiliare e degli Istituti di Credito.

Tra i fondi aperti, i fondi armonizzati sono molto importanti e conosciuti. Sono costituiti nei paesi dell’Unione Europea e seguono regole e criteri comuni volti a tutelare gli interessi dei risparmiatori. Alle autorità del Paese di origine è affidata la vigilanza sui fondi aperti armonizzati.

Cos’è un fondo chiuso

I fondi chiusi, invece, hanno un portafoglio di attività fisso, conferito all’atto della sua costituzione. Diversamente dai fondi aperti, è possibile sottoscrivere le quote unicamente nel periodo di offerta, che si svolge prima di iniziare l'operatività vera e propria.

In particolare, essi hanno un numero fisso di quote di partecipazione disponibili, il che significa che una volta che tutte le quote sono state emesse, il fondo non accetta più nuovi investitori. Questo aspetto conferisce una natura più limitata e restrittiva rispetto ai fondi aperti, che possono accettare investitori in qualsiasi momento.

Il rimborso avviene di norma alla scadenza del fondo (o a scadenze intermedie, se previste nel regolamento di gestione). Ciò significa che gli investitori non possono richiedere il rimborso delle loro quote quando lo desiderano, ma solo alle scadenze fissate dal fondo. Gli investitori che desiderano uscire prima della scadenza possono farlo vendendo sul mercato le proprie quote ad altri investitori interessati.

I fondi chiusi, a causa della loro struttura a lungo termine e della limitata liquidità, sono spesso utilizzati per investire in settori e attività specifiche che richiedono un orizzonte temporale più ampio, come il settore immobiliare, dove la redditività spesso si sviluppa nel corso degli anni.

I fondi immobiliari sono istituiti in forma chiusa e devono investire in "beni immobili, diritti reali immobiliari, e partecipazioni in società immobiliari, parti di altri fondi immobiliari, anche esteri" devono essere in misura non inferiore ai due terzi del valore complessivo del fondo. Tuttavia, questa percentuale può scendere al 51% se almeno il 20% del patrimonio del fondo è investito in strumenti finanziari legati a cartolarizzazioni immobiliari.

Il prezzo dei fondi chiusi quota a premio o a sconto rispetto alle attività sottostanti, in funzione dell'equilibrio tra l'offerta espressa dagli investitori in uscita e la domanda di quelli in entrata.

I fondi chiusi sono gestiti da una Società di Gestione del Risparmio (Sgr), che è responsabile della loro costituzione e gestione. Queste Sgr sono spesso parte di gruppi finanziari più ampi, come banche e assicurazioni, e devono avere un capitale sociale minimo di almeno un milione di euro. Altri soggetti coinvolti nella vita di un fondo chiuso includono il collocatore delle quote, generalmente una banca o una società di intermediazione mobiliare (SIM), e la banca depositaria, responsabile della custodia dei titoli e delle risorse monetarie del fondo.

Come scegliere

La scelta tra un fondo aperto e un fondo chiuso dipende largamente dalla tipologia di sottostanti. Per gli investimenti sui mercati principali e caratterizzati da un'elevata liquidità, come le azioni large cap, un fondo aperto può essere la scelta più opportuna. Esso consente infatti di evitare le fluttuazioni del livello di premio/sconto tipiche dei fondi chiusi.

I fondi chiusi sono forse la scelta più consona quando i sottostanti sono immobili, mercati di frontiera, obbligazioni societarie con rating bassi, in quanto questi asset sono o rischiano di diventare illiquidi.

Prima di sottoscrivere un fondo è necessario informarsi e documentarsi nella misura più accurata possibile, valutando i costi e le commissioni, nonché la tassazione. Ricordiamo inoltre che le eventuali perdite subite dagli investimenti in fondi comuni non sono compensabili con i guadagni: nel nostro articolo suggeriamo i modi possibili per compensare le minusvalenze in portafoglio.

Infine, è necessario leggere il Key Information Document (KID) ed è fondamentale prestare molta attenzione alle caratteristiche chiave del fondo.

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