Wall Street riduce le perdite, effetto Oracle sull’azionario

La società è considerata un indicatore del boom degli investimenti in intelligenza artificiale e le preoccupazioni derivanti dall’aumento della spesa per le infrastrutture per la nuova tecnologia continuano ad indebolire i mercati.
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Wall Street oggi
Si riducono le vendite a Wall Street grazie all’intervento degli acquisti in calo ma restano le preoccupazioni per i piani di Oracle legati agli investimenti in infrastrutture di intelligenza artificiale che avevano attirato forti vendite alla Borsa di New York.
Quando manca meno di un’ora all’avvio delle contrattazioni ufficiali, i future sul Nasdaq cedono ancora mezzo punto percentuale dopo essere arrivati a perdere oltre l’1%, mentre i contratti sullo S&500 perdono lo 0,30% e quelli sul Dow Jones resistono intorno la parità.
Il dollaro continua il forte calo e il cross EUR/USD sale a 1,1718, mentre il Bitcoin ‘balla’ intorno ai 90 mila dollari perdendo un 2%.
Nuova fiammata dell’argento che aggiorna i recenti record e sale a 62,89 dollari l’oncia, con l’oro stabile a 4.221 dollari l’oncia.
Calo dell’1% per i prezzi del petrolio: Brent a 61,50 dollari e greggio WTI a 57,77 dollari al barile.
Dal fronte macro, oggi erano attesi i dati sulle richieste iniziali di disoccupazione per la settimana terminata lo scorso 6 dicembre e i dati del Dipartimento del Lavoro hanno indicato 236 mila nuove domande, oltre le previsioni (220 mila) e in crescita dalle precedenti 192 mila.
Oracle spaventa
Il calo di Oracle nell’afterhours di ieri a seguito dei risultati trimestrali prosegue anche nel pre market USA, con le azioni della società considerata un indicatore del boom degli investimenti in intelligenza artificiale che cedono il 10% dopo che le vendite nel cloud hanno mancato le stime e l'azienda ha aumentato le sue previsioni di spesa in conto capitale per il 2026 di 15 miliardi di dollari, portandole a 50 miliardi di dollari.
I risultati di Oracle hanno riportato in primo piano le preoccupazioni sulle valutazioni dei tecnologici e sulla possibilità che gli ingenti investimenti in infrastrutture di IA si ripaghino, ravvivando i timori che avevano alimentato settimane di volatilità a novembre.
Sebbene il settore abbia trainato la straordinaria crescita dell'indice S&P 500 quest'anno, questi timori sulla spesa hanno spinto alcuni investitori a spostarsi verso altre aree, dato che le prospettive economiche statunitensi rimangono solide.
"I mercati sono diventati molto più cauti nei confronti della spesa legata all'intelligenza artificiale, in netto contrasto con la metà del 2025, quando qualsiasi accenno a maggiori spese in conto capitale suscitava entusiasmo", spiega Susana Cruz, stratega di Panmure Liberum. "Oracle è stata l'anello debole in tutto questo, soprattutto perché sta finanziando una grossa fetta dei suoi investimenti con il debito", ha aggiunto.
Oggi arriveranno altri segnali sullo stato di salute dell’IA quando dopo la chiusura del mercato arriveranno i numeri di Broadcom, con le previsioni di Bloomberg che parlano di risultati in linea o leggermente superiori alle stime alla luce del continuo aumento delle spese dei grandi clienti.
Effetto Oracle più forte della Fed
Ieri la Fed aveva rispettato le previsioni tagliando per la terza volta quest’anno i tassi di interesse ma soprattutto aveva lasciato la porta aperta a ulteriori misure di allentamento monetario per il prossimo anno. Questa possibilità aveva dato respiro a Wall Street, ma poi Oracle ha stravolto tutto spingendo in negativo i future sui principali indici azionari dopo che lo S&P500 aveva chiuso ad un passo dal suo record storico.
"L'effetto di Oracle è stato maggiore di quello della Fed. Questo ci dice già tutto, poiché abbiamo assistito a una forte concentrazione e a un tema – l'intelligenza artificiale – che ha guidato il mercato", secondo Alberto Tocchio, portfolio manager di Kairos Partners. "Questo non significa che l'intelligenza artificiale sia scomparsa o che si tratti di una bolla, ma dobbiamo concentrarci su una scala più ampia", proseguiva l’esperto.
Voto diviso
Il voto del board dell’istituto centrale ha visto 9 a favore a 3 contrari, vedendo nuovamente dei dissensi tra ‘falchi’ e ‘colombe’: il governatore Miran era favorevole a una riduzione di 50 punti base, mentre Schmid e Goolsbee erano favorevoli a mantenere i tassi stabili.
"Con le correnti politiche che spingono in direzioni diverse, i governatori della Fed sono divisi su come le condizioni attuali si traducano in prospettive economiche e politiche appropriate. Questa frammentazione aumenta la probabilità che i mercati siano influenzati da commenti incoerenti della Fed. Aumenta anche l'importanza dei dati in arrivo”, scrive Skylar Montgomery Koning, analista macro di Bloomberg.
Il ‘taglio rialzista’
Dopo l’allentamento monetario, i trader hanno continuato a scommettere su due tagli nel 2026, anche se le nuove proiezioni della Fed ne segnalavano solo uno.
Powell ha suggerito che la Fed abbia ora agito in modo sufficiente per contribuire a stabilizzare il mercato del lavoro, mantenendo al contempo i tassi sufficientemente alti da continuare a gravare sulle pressioni sui prezzi. I componenti del FOMC hanno rivisto al rialzo le loro previsioni di crescita mediana per il 2026, al 2,3% dall'1,8% previsto a settembre e hanno inoltre previsto un calo dell'inflazione al 2,4% l'anno prossimo, dal 2,6% della precedente proiezione.
"Il taglio ‘rialzista’ della Fed di ieri sera rafforza questa convinzione: crescita più forte nel 2026, disinflazione più rapida", sottolinea Florian Ielpo, responsabile macro di Lombard Odier Investment Managers, aggiungendo che "I tagli continuano, ma non sono più automatici, e questo di solito è un contesto positivo per le azioni".
"Non siamo sorpresi di vedere un ottimismo a breve termine nei mercati, dato che la Fed continua a tagliare i tassi sebbene l'economia sia in crescita", commenta Chris Zaccarelli, chief investment officer di Northlight Asset Management. "Tuttavia, pensiamo che questa visione fiduciosa potrebbe venir meno quando gli investitori si renderanno conto che il percorso verso tassi più bassi potrebbe richiedere più tempo - o non concretizzarsi affatto - rispetto alle loro aspettative", avvisa l’analista.
Notizie societarie e pre market USA
Eli Lilly (+2%): il suo farmaco sperimentale di nuova generazione per l'obesità, retatrutide, ha aiutato i pazienti affetti da obesità e osteoartrite del ginocchio a perdere in media il 28,7% del loro peso in uno studio di fase avanzata.
Adobe (-1%): prevede per l'anno fiscale 2026 ricavi e utili superiori alle aspettative di Wall Street grazie alla forte domanda di strumenti di progettazione e di offerte di intelligenza artificiale.
Planet Labs (+17%): alzate le previsioni di ricavi per l'esercizio 26 a 297-301 milioni di dollari da 281-289 milioni.
BlackRock (-0,20%): ha venduto una quota del 7,1% dell'utility spagnola del gas Naturgy per circa 1,7 miliardi di euro attraverso un collocamento accelerato gestito da JP Morgan.
Raccomandazioni analisti
Meta
Morgan Stanley: buy e prezzo obiettivo diminuito da 820 a 750 dollari.
Alphabet
Piper Sandler: buy e target price alzato da 330 a 365 dollari.
Netflix
Jefferies: buy e prezzo obiettivo aumentato da 134 a 150 dollari.
Oracle
JP Morgan: neutral e prezzo obiettivo tagliato da 270 a 230 dollari.
Jefferies: buy e target price confermato a 400 dollari.
Coca-Cola Co
JP Morgan: buy e target price ancora a 79 dollari.
Robinhood Markets
BofA Securities: neutral e prezzo obiettivo ridotto da 166 a 154 dollari.
Exxon Mobil
Jefferies: buy e target price alzato da 146 a 148 dollari.
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